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| Con gli studenti e i docenti dell’IISS Don Giovanni Colletto e dell’IISS Don Calogero Di Vincenti |
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| Il saluto di Matteo Croce |
Sono state due mattinate intense ed impegnative quella di ieri con le studentesse e gli studenti dell’IISS Don G. Colletto e dell’IISS Don C. Di Vincenti, e quella di oggi con le alunne e gli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado dell’IC G. Vasi.
Abbiamo sperimentato un seminario per approfondire la figura di Bernardino Verro, uno dei capi del movimento dei fasci dei lavoratori in Sicilia e primo sindaco socialista di Corleone. Il 3 novembre prossimo, infatti, queste scuole, insieme alla Cgil, al comune, a Legacoop, all’Anpi e all’Associazione Italia-Cuba, ricorderanno questo importante personaggio nel 110mo anniversario del suo assassinio per mano mafiosa. Avere ragazzi consapevoli del periodo storico e del personaggio che si ricorda è importante. Lo vogliono le scuole, lo vuole la Cgil e lo vogliono le altre associazioni promotrici. Non è facile parlare con i ragazzi e con i bambini. Bisogna trovare le parole adatte, i concetti più efficaci.
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| Con gli alunni dell’I.C. Giuseppe Vasi |
Ci ho provato, alla luce della mia esperienza. Ho parlato della società feudale, dei grossi proprietari terrieri e dei gabelloti mafiosi. Ho parlato dei contadini poveri e senza diritti. Ho raccontato dei giovani intellettuali come Verro, come Nicola Barbato e come Rosario Garibaldi Bosco, che provarono ad organizzare questi contadini poveri, della “parabola delle verghe” (diceva Verro: “il contadino solo è come una verga che chiunque può spezzare; se invece si unisce con altri contadini in una Fascio, allora diventa invincibile”). Nacquero così i fasci dei lavoratori siciliani nel 1892. Organizzarono circa 400 mila contadini, operai e artigiani. A Corleone il 30 luglio 1893 approvarono il primo contratto sindacale scritto dell’Italia capitalistica: i “Patti di Corleone” che rivendicavano diritti per chi diritti non ne aveva mai avuti. Diritti ad un’equa ripartizione dei prodotti della terra, ad un giusto salario, al “boccone” durante la lunga giornata lavorativa, che a volte durava 16 ore, “innaffiato” da mezzo litro di vino. “E che sia vino buono e non vinello guasto”, misero per iscritto i braccianti agricoli.
Siamo riusciti ad interessare gli alunni? L’impressione è che avessero una certa curiosità di capire, di saperne di più, di approfondire. I loro interventi e le tante domande poste lo hanno dimostrato.
“Quale messaggio ci lasciano ancora oggi i Fasci siciliani?”, ha chiesto una studentessa. E poi: “Per combattere efficacemente il precariato cosa bisogna fare oggi?”; “I governanti dovrebbero fare gli interessi per popolo. Perché ciò non avviene?”;
“Se i Fasci non fossero stati sciolti e i capi processati e sbattuti in galera, cosa poteva cambiare per la Sicilia?”.
Parlando ancora dello sfruttamento lavorativo contemporaneo, caratterizzato da orari e salari disumani, “diventa complesso agire eticamente ed essere consumatori responsabili e sostenibili. Davanti allo sfruttamento dei lavoratori, come per esempio dei rider che trasportano i nostri pasti a domicilio, dove si dovrebbe porre eticamente il consumatore? Dovrebbe richiedere il servizio in modo tale che possano essere pagati o dovrebbe astenersi dall’essere complici di un algoritmo che non tiene conto della dignità umana?”.
Non solo domande sul passato, ma anche attualizzazione dei problemi.
I bambini della scuola primaria e della secondaria di primo grado stamattina mi hanno sommerso di domande, importanti e meno importanti, anche minute, tutte frutto però di curiosità interessata: aveva moglie e figli Verro? Come si chiamano? Quanti anni aveva Verro quando l’hanno ucciso? Dove l’hanno ucciso? Con quanti proiettili l’hanno colpito? Gli assassini sono stati puniti?
Complimenti ai ragazzi, agli alunni delle nostre scuole e ai loro insegnanti, capaci di orientarli, di guidarli, di suscitare la loro curiosità.
Grazie anche a dirigenti scolastici come Elisa Inglima, Giuseppe Zambito e Matteo Croce che queste attività hanno condiviso e sostenuto. Tutti insieme siete/siamo quell’esercito che potrà sconfiggere mafia e malaffare e costruire una Sicilia migliore.
P.S. Ci vedremo tutti lunedì 3 novembre, alle 10.00, in piazza Nascè, per portare fiori davanti al busto di Verro, a 110 dalla sua morte. Perché Corleone non dimentica, Corleone ricorda i suoi eroi.
Dino Paternostro
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