domenica, aprile 30, 2023

L’Italia è una repubblica di debole costituzione. A scuola con Gherardo Colombo


di Francesco Alì

Due giornate intense e formative con Gherardo Colombo a Reggio Calabria. Un tour per parlare di democrazia e Costituzione con gli studenti del Liceo Scientifico “A. Volta” e del Liceo Statale “T. Gulli”. Per un confronto sui temi a lui cari della giustizia, dell’inclusione, dell’accettazione della diversità, affrontati con gli studenti degli Istituti comprensivi “Vitrioli – Principe di Piemonte” e “Cassiodoro – Don Bosco”. 

Per discutere nella storica libreria AVE della città dello Stretto, del suo ultimo libro, edito da Garzanti: Anticostituzione. Come abbiamo riscritto (in peggio) i principi della nostra società. Approfondire i temi della democrazia è sempre un esercizio impegnativo. Ma importante perché la democrazia c’è se i cittadini hanno voglia di partecipare alla gestione e

LAVORO. «Questa sarà una giornata di lotta. Bisogna tornare a parlare di classe»


INTERVISTA. Parla Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil

Massimo Franchi

Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil, che Primo maggio è quello del 2023?
Un Primo maggio di lotta perché anticipa le giornate di mobilitazione che avremo a maggio. Io, dopo due volte a Portella della Ginestra, una assieme ad un gigante come Emanuele Macaluso, sarò a Empoli, uno di quei luoghi in cui si è mantenuta la tradizione di una festa di popolo.

Se dal governo non avremo ancora risposte, la nostra reazione sarà ferma e unitaria. Senza escludere nessuno strumento, neanche lo sciopero

Se dovesse incontrare un precario poco convinto di festeggiare e di iscriversi ai sindacati come lo convincerebbe a partecipare alla commemorazione della festa del lavoro?

L’incontro tra Landini e don Ciotti: «Non c’è legalità senza uguaglia

Maurizio Landini e don Luigi Ciotti

LEGALITÀ E DEMOCRAZIA. Migliaia di persone nella cittadina del salernitano alla manifestazione in difesa del Fondo agricolo Nicola Nappo, confiscato alla camorra e sotto attacco con continui furti e atti vandalici. In corteo Cgil e Flai, Libera e Alpaa. Maurizio Landini: "Una lotta anche per il diritto di poter lavorare con dignità, per realizzarsi".

Resistenza e lavoro, uniti nella difesa di un grande fondo agricolo confiscato alla camorra. Perché la lotta contro le mafie, il caporalato e il lavoro nero è resistenza quotidiana nell’Italia di oggi. “Una lotta anche per il diritto di poter lavorare con dignità – aggiunge Maurizio Landini – con un lavoro che sia fondato sulla possibilità per le persone di realizzarsi”. Parole che rimbalzano in una piazza Vittorio Veneto strapiena, segno tangibile del successo della manifestazione “La legalità ha radici profonde” organizzata a Scafati, grosso centro del salernitano, per rispondere ai tre recenti raid vandalici ai danni del Fondo “Nicola Nappo”, il bene confiscato più grande della provincia. Anche per rispondere a chi, come Matteo Salvini e il presidente campano Vincenzo De Luca, vorrebbe rimettere in vendita i terreni “sul libero mercato”. Riportandoli, di fatto, nelle mani della camorra.

Schlein in Sicilia ricorda Pio La Torre e Rosario Di Salvo: «Caduta di tensione nella lotta alla mafia»


di Davide Ferrara

«C'è una caduta di tensione nella lotta alla mafia. È sbagliato indebolire il codice degli appalti e alzare il tetto all’uso del contante. Oggi bisogna anche contrastare il lavoro povero e le imprese. Cito Belinguer: "La Torre è stato ucciso perché faceva sul serio"». Elly Schlein arriva a Palermo per la commemorazione dell’eccidio mafioso di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, dopo il fulmine a ciel sereno che ha visto il passaggio in Forza Italia di Caterina Chinnici, fino a pochi mesi fa candidata a presidente della Regione con il Pd.

La leader Dem, però, evita di entrare in polemica, e tiene alta la guardia verso il fenomeno mafioso, che definisce «semplificato» dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro e si scaglia contro il Parlamento, che ancora non ha attivato la commissione nazionale Antimafia: «Le semplificazioni che parlano di una mafia sconfitta non ci convincono -sottolinea la neosegretaria -.

L'anniversario. “PERCHÉ È STATO UCCISO PIO LA TORRE?”: IL LIBRO DI SANFILIPPO E CALECA

Da sx: Elio Sanfilippo, Maria Calabrese, Nino Caleca

Perché è stato ucciso Pio La Torre? è il libro scritto dall’avvocato Nino Caleca giudice del CGA, e Elio Sanfilippo dirigente del PCI. Una ricostruzione storica, politica e giudiziaria su uno dei più inquietanti delitti politico mafiosi, in cui persero la vita Pio la Torre e il suo autistaRosario Di Salvo. Per commemorare il 41esimo anniversario, ilSicilia.it ha intervistato gli autori, per ricordare il suo impegno contro Cosa Nostra.

Caleca spiega che “Dopo tanti anni, ancora non sappiamo il perché dell’omicidio. Le indagini spiegano la ragione per cui Pio La Torre aveva avvalorato la nuova normativa antimafia. Ma la narrazione è molto più complessa e geopolitica, abbiamo un ricordo parziale che si accompagna ad una richiesta di forte verità e giustizia. Sappiamo che FBI è disposta a mettere a disposizione quello che sa di quegli anni e degli omicidi in Sicilia. Abbiamo già posto questa richiesta, nello specifico cerare un’apposita

venerdì, aprile 28, 2023

Dal miraggio della pace al finto ordine creato dalla guerra


di
Giuseppe Savagnone Responsabile del sito della Pastorale della Cultura dell'Arcidiocesi di Palermo, www.tuttavia.eu. - Scrittore ed Editorialista.

La lettura dominante della guerra in Ucraina

L’attesa telefonata del presidente cinese Xi Jinping al suo omologo ucraino Zelensky ha riportato in primo piano il problema irrisolto delle prospettive di pace nella guerra che da più di un anno infuria nel cuore dell’Europa. Una guerra, che, malgrado il passare del tempo, non si è avvicinata di un passo a una sua ragionevole soluzione, anzi sembra essersene allontanata sempre di più. Cerchiamo di capire perché.

La Costituzione tradita (e seppellita)


Un altro 25 Aprile è passato con la sgradevole sensazione che “l’antifascismo” stia sempre più scivolando verso una retorica senza veri contenuti antagonisti. 
Gli striscioni e gli slogan contro la guerra sono stati la parte veramente significativa delle manifestazioni di piazza. Quella veramente capace di segnare una linea di demarcazione netta tra chi sta col sistema e chi invece sta con la gente.

A parte questo, uno striscione dell’ANPI ha attirato la mia attenzione. Vi era scritto: “partigiani della Costituzione”. Concetto dalle intenzioni condivisibili, ma che necessita di qualche riflessione.

In effetti mai come oggi la nostra Costituzione sembra essere sotto attacco. Il governo di destra tira dritto.

Bruno Neri, il Partigiano calciatore che si rifiutò di fare il saluto romano sfidando il regime


Prima del pugno chiuso, fasciato di nero, dei velocisti americani Smith e Carlos a Città del Messico. Prima di Kaepernick, campione di football americano, in ginocchio. Prima dei calciatori iraniani muti durante l'inno ai Mondiali del Qatar.
Prima di tutti c'è Bruno Neri, calciatore partigiano, immobile con le braccia incollate al corpo mentre i compagni della Fiorentina rivolgono il saluto romano alle autorità. È una fotografia storica, scattata il 13 settembre 1931 prima dell'incontro inaugurale dello stadio Giovanni Berta, oggi Artemio Franchi, tra i viola e gli austriaci dell'Admira Vienna. Neri, antifascista coraggioso, sfida così il podestà Giuseppe della Gherardesca e gli altri gerarchi in tribuna, indirettamente Benito Mussolini che ha voluto l'impianto, non casualmente a forma di D (Dux) e intitolato a uno squadrista fiorentino. Neri non viene arrestato, forse perché amato dai tifosi, ma c'è chi sospetta che sia quel gesto a precludergli i Mondiali del 1934. […]

L’eurodeputata Chinnici dal Pd a Forza Italia

MICHELE SERRA

Caterina Chinnici

Fanno discutere alcune fuoruscite di eletti nel Pd (nel Pd, ma evidentemente non del Pd), la più clamorosa delle quali sarebbe quella della eurodeputata Chinnici, figlia di quel padre, che secondo voci insistenti andrebbe in Forza Italia. Il partito fondato da Marcello Dell'Utri, come sottolinea, sconsolato, il siciliano Peppe Provenzano.

La discussione è inevitabile, perché tira in ballo vecchie e sentite questioni come il rapporto tra eletti ed elettori, la coerenza personale, la lealtà con il partito che si rappresenta. Ma per essere completa, e soprattutto utile, non deve rispondere solo alla domanda "come mai se ne vanno?", ma anche alla domanda "come mai erano nel Pd?".

Una possibile risposta alla seconda domanda, buona per rispondere anche alla prima, è questa: perché quel partito aveva una identità politica talmente indefinita, e deformabile, che ci si poteva stare con tutto agio senza bisogno di sottoscrivere idee-forza impegnative. Insomma, si poteva stare nel Pd anche senza sentirsene parte: il caso De Luca, tra tutti, è quello più nitido.


Il solo arrivo di Schlein, per quanto recente, per quanto non abbia ancora generato proposte nero su bianco quante ne bastano per dare corpo a una direzione politica ben leggibile, ha però restituito una certa sonorità alla parola "sinistra", lasciando allo scoperto, comprensibilmente, chi non ritiene di farne parte.

Riformisti e radicali, dentro qualunque sinistra "di massa", a partire dal vecchio Pci, hanno sempre convissuto in virtù di una comune scelta di campo.

Chi di sinistra non è, o non crede più nel significato di quella parola, ieri si è sentito libero di stare nel Pd, oggi, per la stessa ragione, di andarsene. Che questo piccolo esodo rinforzi o indebolisca il partito, si vedrà. Che lo definisca meglio, non c'è dubbio.

L’Amaca di Michele Serra, 28/4/23

A proposito della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. Il peccato originale che le sentenze non cancellano


DI LIRIO ABBATE

Trentuno anni fa lo Stato era stato piegato da Cosa nostra che aveva piazzato l’esplosivo sotto l’autostrada di Capaci, facendo saltare in aria l’auto di Giovanni Falcone e dei suoi agenti di scorta. E 57 giorni dopo un’altra esplosione uccideva Paolo Borsellino e i poliziotti che avevano provato a proteggerlo. In quel frangente storico era lo Stato, e non Cosa nostra, ad essere in ginocchio. E questa debolezza è stata dimostrata proprio in quei giorni da alcuni uomini con le stellette che hanno bussato alla porta dei corleonesi per chiedere un’apertura di dialogo. 

Forse quei carabinieri non si aspettavano, restando spiazzati, che il mafioso con il quale erano andati a parlare, Vito Ciancimino, veicolasse a Salvatore Riina il loro invito ad aprire un dialogo, che nelle intenzioni di Cosa nostra era destinato ad altri, probabilmente ai politici che stavano al governo. 

Lo spartiacque tra essere o non essere antifascisti


di NADIA URBINATI

Per gli antifascisti la democrazia era ed è una visione di Repubblica al servizio della dignità della persona. Per chi non è antifascista è solo un sistema di selezione di una maggioranza. 

L'obiettivo di Fratelli d'Italia non è ridarci il fascismo di ieri, ma farci apparire l'antifascismo come anacronistico. L'obiettivo è mettere in circolo l'idea che si possa essere democratici senza essere antifascisti. Ciò significa che per chi proviene dalla tradizione fascista, l'antifascismo ha un solo colore: quello rosso. È del resto vero che il fascismo delle origini scatenò la propria furia prima di tutto contro socialisti e comunisti. L'"anti" del fascismo è stato quello. In corso d'opera, il regime ha generato altri "anti", visibili soprattutto dopo il 25 luglio 1943.

giovedì, aprile 27, 2023

A S. Flavia dal 2 al 7 maggio convegno-mostra “TáGyunaikéia. Il sacro al femminile tra Miti, Fiabe, Epica e Tradizioni Popolari”

L’Associazione culturale Nofriu e Virticchio di Santa Flavia, impegnata nel recupero delle tradizioni e delle fiabe del territoriocon il patrocinio del comune di Bagheria ed in collaborazione con il Liceo Artistico Regionale Renato Guttuso di Bagheria, organizza dal 2 al 7 maggio c.a. un convegno-mostra da titolo TáGyunaikéia. Il sacro al femminile tra Miti, Fiabe, Epica e Tradizioni Popolari.

Levento vede coinvolti, gli alunni del liceo Artistico di Bagheria, i quali, con la supervisione dei professori Rosa Terranova, Carmelo Guzzetta e Pasquale Lo Presti, esporranno le loro operetematiche, ma anche poeti, contastorie e narratori che saranno presenti il giorno dellinaugurazioneallietando contestualmente la serata, insieme agli Scout della Squadriglia Rondini Bagheria 4 e Angelo Sicilia della Marionettistica popolare siciliana

Seguiranno nei giorni successivi gli interventi di Leoluca Casciosulla Taumaturgicità dellacqua ed il santuario della Madonna di Tagliavia e Barbara Crescimanno sulle Ninfe, siceliote divinità delle

mercoledì, aprile 26, 2023

L’INCHIESTA. Il mistero dei generi di Totò Riina in viaggio fra Malta e il Kazakistan

Il boss mafioso Totó Riina

Il pentito Lorenzo Cimarosa cugino di Matteo Messina Denaro svelò che uno dei due giovani cercava il latitante tramite un boss. Forse voleva recuperare dei beni? Il nome di Bellomo era nei pizzini di Provenzano Il padrino di Corleone lo segnalò al boss Lo Piccolo quando il giovane vendeva detersivi. Per molti anni Ciavarello ha vissuto in Puglia. Alcune sue società di ricambi per auto sono state sequestrate dai carabineri del Ros
 

di Salvo Palazzolo 

Hanno cercato fortuna all’estero le figlie di Salvatore Riina, con i rispettivi mariti. Lucia e Vincenzo Bellomo sono andati via da Parigi nel 2020, dopo le polemiche sul ristorante ribattezzato “Corleone”, e per qualche tempo si sono stabiliti in Kazakistan. Ora sono nuovamente a Corleone. Maria Concetta e Tony Ciavarello si sono invece trasferiti dalla Puglia a Malta, dove è stato anche Salvuccio Riina, il terzogenito del capo dei capi che all’inizio di quest’anno ha deciso pure lui di fare rientro nel suo paese.

IL RACCONTO. Il partigiano e la staffetta: storia di libertà e d’amore

Amore e guerra. Michelangelo Zabbia con la moglie Ada Carle

Michelangelo Zabbia, di Corleone, combatteva in Liguria e lì conobbe Ada Carle. Dopo la guerra un matrimonio durato sessant’anni

di Paola Pottino

Erano giovani e belli. E credevano nel valore della libertà in nome della quale combatterono e si innamorarono. La storia del partigiano Michelangelo Zabbia, di Corleone, classe 1921, nome di battaglia “Paciacca”, per il suo carattere taciturno, combattente nella decima brigata Giustizia e Libertà “Nicola Panevino”, dal nome del comandante trucidato dalle SS tedesche, operativa nella zona di Savona, è una storia di lotta, morte e resistenza che parla anche di amore. Quello vissuto insieme alla staffetta Ada Carle, che diverrà sua moglie dopo la guerra. 

Primo maggio, la manifestazione per il 76° anniversario della strage di Portella della Ginestra. Non solo per non dimenticare, ma anche per continuare la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori 🚩


Al comizio gli interventi di Maria Modica, del segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo e le conclusioni del segretario Flc Cgil nazionale Francesco Sinopoli

Palermo 26 aprile 2023 – Primo Maggio a Portella della Ginestra per commemorare la strage del 1° maggio del 1947 in cui furono trucidate 11 persone, tra braccianti, contadini, donne e bambini.

 “La conoscenza coltiva la memoria e i diritti” è il titolo della manifestazione che quest’anno la Cgil Palermo organizza assieme alla Flc Cgl, la categoria  di scuola, università e Afam e ricerca.  A Portella, dove la mafia tentò di piegare il movimento sindacale, memoria e storia al centro per tenere viva la conoscenza della strage e la sua lezione sempre attuale di antifascismo, di lotta per la libertà e la democrazia e di lotta contro la mafia, alla base dell’azione sindacale.

Adelmo Cervi: «L’antifascismo è un sentimento. Non servono celebrazioni, serve far vivere l’insegnamento»

Adelmo Cervi in Casa Cervi. Foto di Matilde Piazzi 

A 80 anni dall’eccidio dei sette fratelli Cervi, il figlio di uno dei primi antifascisti della storia si racconta in un documentario e apre la sua casa a L’Espresso: «La fiamma di Fratelli d’Italia una vergogna»

di Simone Alliva 

(da Gattatico, Reggio Emilia)

Adelmo Cervi parla del diffuso neofascismo italiano sopravvissuto nei decenni, strisciante nelle cronache, irrobustito nel Paese e batte i pugni sul tavolo, grida: «È uno schifo totale, un obbrobrio per il vivere civile, un insulto alla storia della mia famiglia, a chi ha combattuto per avere un po’ di libertà e un po’ di giustizia in questo Paese». A ogni pugno il tavolo di legno centenario traballa. Siamo in provincia di Reggio Emilia in una casa contadina, la casa della famiglia Cervi ai Campi Rossi di Gattatico, simbolo di un antifascismo generoso incarnato dai sette fratelli che all’alba della guerra partigiana, nel 1943, pagarono con la vita il tentativo di far germogliare la Resistenza in Emilia. Adelmo Cervi è il figlio di Aldo, uno dei fratelli. Ottant’anni anagrafici, trentaquattro percepiti.

Murales "Costruttori di Giustizia Sociale" dedicato a La Torre-Di Salvo dell'artista Igor Scalisi Palminteri

Igor Scalisi Palminteri davanti al mural dedicato
a Pio La Torre e Rosario Di Salvo


“La memoria non è un mero ricordo, la memoria è azione, ed è azione politica nel senso più nobile del termine, è azione sociale, è pensiero, è futuro”, così descrive Anna Ponente, direttrice del Centro Diaconale La Noce – Istituto Valdese di Palermo, l’azione coordinata di tanti attori che operano nel sociale, soprattutto nel quartiere Noce, a sostegno della giornata in ricordo di Pio La Torre e Rosario di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile del 1982.

Pio La Torre, segretario regionale della Cgil e del partito Comunista, propose per primo la legge che prevedeva il reato di “associazione mafiosa”, il sequestro e la confisca dei beni ai colpevoli di delitti di stampo mafioso. Proprio per il suo operato, venne eliminato da Cosa nostra insieme Di Salvo, non solo autista di Pio La Torre, ma anch’egli attivista e compagno di partito.

Giovedì 27 aprile, alle ore 10,30, nel capoluogo, all’interno del giardino di via Nazario Sauro, intitolato proprio a Rosario Di Salvo  e che sta diventando un vero e proprio mausoleo del ricordo in onore delle vittime di mafia verrà svelato il murale del pittore palermitano Igor Scalisi Palminteri che ritrae La Torre e Di Salvo. L’opera è stata realizzata su uno dei prospetti del sovrappasso pedonale che consente ai pedoni di attraversare viale Regione Siciliana.

martedì, aprile 25, 2023

Il 25 aprile a Corleone. Dino Paternostro (Cgil, Anpi): "Ricordiamo tutti i nostri partigiani che volevano un'Italia libera per tutti, unita. Riaffermiamo il valore della concordia, dell'amore per la Costituzione fondamento della libertà"

L’intervento di Dino Paternostro 

DINO PATERNOSTRO*

L’anno scorso abbiamo realizzato un sogno, che sta continuando anche quest’anno: festeggiare il 25 aprile 2023 ricordando i Partigiani corleonesi in uno dei luoghi più belli e significativi della nostra città, la Villa comunale, il nostro giardino pubblico frequentato da tutti i cittadini. E li ricordiamo davanti ad un monumento semplice, una pietra delle nostre campagne, per questo ancora più significativa, dove sono incisi i nomi dei partigiani corleonesi.
Eccoli, in ordine alfabetico: Tindaro Accordino (1922 – 2013); Giovanni Colletto (1908-1996); Giovanni Raimondi (1922-1945); Placido Rizzotto (1914-1948);Giuseppe Siragusa (1921 – 2008); Antonino Verro (1911-1943); Michelangelo Zabbia (1920 – 2017).

Il 25 aprile a Corleone. Il vicesindaco baby, Sofia Gulotta: “la libertà è come l’aria”

L’intervento di Sofia Gulotta

SOFIA GULOTTA
vicesindaco del consiglio comunale dei ragazzi di Corleone 

Rivolgo un saluto a tutti voi, cari amici presenti a questa cerimonia di commemorazione del 25 Aprile, data fondamentale nella storia della nostra Repubblica , data fondamentale per l’Italia e per tutti noi.

Finalmente si torna a festeggiare in piazza il 25 aprile e poter celebrare insieme la data fondativa della nostra democrazia, nel segno della Liberazione e dei valori costituzionali, è qualcosa di bello e importante che ci permette di ricordare quanto importante sia il valore universale della lotta per la libertà.

Erainfatti, il 1955 e, uno dei padri della repubblica italiana, nel suo discorso sulla Costituzione, fece un’affermazione che oggi più che mai risulta tanto attuale: La libertà è come l’aria”. 

A Corleone un bel 25 aprile unitario per sottolineare che è festa di tutti e data fondante della Repubblica


In occasione della festa del 25 aprile, che ricorda la liberazione in Italia dal nazifascismo, Corleone ha reso omaggio ai suoi partigiani.
Una corona di fiori è stata deposta presso il cippo commemorativo inaugurato l’anno scorso all’interno della villa comunale. Alla cerimonia hanno preso parte il presidente del Consiglio comunale Pio Siragusa, l’assessore Gianfranco Grizzaffi, i consiglieri comunali Chiara Filippello e Leo Colletto, Dino Paternostro in rappresentanza dell’Anpi e della Cgil, il vice sindaco dei ragazzi Sofia Gulotta, l’assessore dei ragazzi Gabriele Siragusa, le forze dell’ordine e i familiari dei partigiani. GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA

lunedì, aprile 24, 2023

Corleone, 25 aprile 2023, Festa della Liberazione dal nazi-fascismo: ricordiamo i Partigiani corleonesi


Martedì 25 aprile 2023 - FESTA DELLA LIBERAZIONE NAZIONALE DAL NAZI-FASCISMO, alle ore 10:00, l'Amministrazione comunale, in collaborazione con CGIL e ANPI e con la partecipazione di CISL, UIL, Camera del Lavoro e degli alunni dell'Istituto Comprensivo G. Vasi, renderà omaggio ai partigiani corleonesi presso il monumento all'interno della villa comunale. 

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Il 25 aprile scendiamo in piazza per la difesa e l’attuazione della Costituzione nata dalla resistenza antifascista

Il 78° anniversario della Liberazione dal nazifascismo si svolge, quest’anno, a sei mesi di distanza dall’insediamento del governo più di destra della storia dell’Italia repubblicana. Il Governo Meloni, pur non rappresentando la maggioranza degli italiani (ma solo il 43% dei votanti e il 26% degli elettori), si è legittimamente insediato alla guida del nostro Paese grazie alla combinazione perversa di due fattori: un fattore istituzionale, rappresentato dall’iniqua quota maggioritaria prevista dalla pessima legge elettorale vigente, e un fattore politico, determinato dalla divisione e dalle ambiguità del cosiddetto “campo progressista” a fronte di una sostanziale unità del “campo reazionario”. 

Tutti i primi atti del Governo Meloni e della maggioranza parlamentare che lo sostiene rivelano - pur tra pasticci e correzioni successive, dovute a dilettantismo, contraddizioni interne alla maggioranza o a veti europei - un disegno di restaurazione autoritaria sul piano socio-economico, istituzionale e culturale, che punta, più o meno esplicitamente, a stravolgere la nostra Costituzione: dalla scelta dei Presidenti di Camera e Senato, ai discorsi programmatici della Presidente del Consiglio e alle continue indifendibili esternazioni dei ministri Valditara, Piantedosi, Lollobrigida e del Presidente La Russa;

domenica, aprile 23, 2023

Le troppe verità del generale Delfino e i misteri su Riina

Il generale CC Francesco Delfino 

Attilio Bolzoni 

L' inizio della fine di un generale dei carabinieri ha una data precisa, che poi è anche quella dell'inizio della fine della mafia di Corleone: 15 gennaio 1993. Palermo, il giorno della cattura di Totò Riina. Più che un sospetto, è una sua certezza. Ribadita in più pagine, poco supportata da fatti e circostanze, ma buttata là con suggestioni che si rincorrono fra la Sicilia e il Piemonte. 

È Francesco Delfino che racconta Francesco Delfino in un libro di venticinque anni fa, la sua difesa dopo il disonore del carcere militare di Peschiera del Garda, rinchiuso lì con l'accusa di avere estorto denaro fra le pieghe di un'indagine su un sequestro di persona.

La villa sul lago

La Preside finta antimafia e l’iceberg della corruzione

La dirigente scolastica Daniela Lo Verde

by Augusto Cavadi

L’arresto di un funzionario pubblico con l’accusa di corruzione, purtroppo, non fa più notizia. Se però si tratta di una Dirigente scolastica, per giunta nominata Cavaliere della Repubblica per l’impegno antimafia, ce n’è abbastanza per arrivare sulle prime pagine.

Commentatori illustri e comuni frequentatori dei social media non stanno lesinando opinioni, talora per sottolineare la gravità del caso e talaltra per invitare alla cautela in attesa di nuovi elementi di giudizio.

Se è lecito astenersi dal “prendere posizione”, vorrei limitarmi a fornire qualche informazione in più che non intende suonare né come aggravante, né ancor meno come scusante.

sabato, aprile 22, 2023

Dopo l’arresto di Daniela Lo Verde. Palermo, Di Fatta torna da reggente alla Falcone dello Zen: «La scuola non deve fermarsi»

Domenico Di Fatta

di ANNA CANE

Il nuovo dirigente scolastico dell’istituto Falcone dello Zen di Palermo, dopo l'arresto della preside Daniela Lo Verde, da adesso e fino alla fine dell’anno scolastico, sarà Domenico Di Fatta preside del liceo Regina Margherita. 

Alla Falcone in passato Di Fatta era stato per sei anni. Adesso è chiamato a gestire una situazione complicata. «Sono stato contattato dall’ufficio scolastico regionale - racconta - e mi è stata fatta questa proposta. Ci ho pensato un po’, devo essere sincero, poi mi sono detto che non potevo dire di no».

Perché? Cosa l'ha spinto ad accettare un ruolo così delicato in questo momento?

«Sarà difficile, lo so, ma devo farlo per la scuola palermitana. Scuola peraltro in cui io ho lasciato un pezzo di cuore. È stato il primo istituto scolastico in cui sono stato dirigente scolastico, dal 2007 al 2013 e in quei sei anni sono stato parte di quel territorio. Indipendentemente dalle indagini che la magistratura porterà avanti, questo mio gesto va fatto per le insegnanti, peri ragazzi e i bambini. La scuola non si può e non si deve fermare».

Dove inciampa l’antimafia

di DANIELE BILLITTERI 

Daniela Lo Verde e Daniele Billitteri

Certo, la lettura delle carte fa rabbrividire e rende  davvero arduo aspettare una pur indispensabile sentenza definitiva per stabilire se la protagonista di questa vicenda è  o non è meritevole della più severa delle punizioni previste dalle ipotesi di reato che la riguardano. E mi viene difficile pure immaginare quale sarà la sua linea di difesa. 

Daniela Lo Verde, dirigente scolastica della scuola “Falcone” dello ZEN2 e personaggio  dell’Antimafia, è agli arresti domiciliari accusata di essersi appropriata di beni finanziati dall’Unione Europea, e destinati agli studenti della sua scuola. Il termine “beni” descrive malissimo la profondità di questa vergogna. Ci vuole il termine “dettaglilo” così come minuziosamente messo a punto nell’ordinanza di custodia cautelare dei giudici. Intercettazioni ambientali e telefoniche, riprese video, traccheggi con i fornitori: secondo le accuse la professoressa Lo Verde faceva la spesa per casa attingendo dalla pingue dispensa fornita con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea.

Antimafia, origano e patatine


di Massimo Gramellini

La prima reazione non può essere che di sconforto: se le accuse saranno confermate, ci siamo giocati pure la preside della scuola palermitana intitolata a Giovanni Falcone. Proprio lei, Daniela Lo Verde, santino della lotta alla mafia, insignita da Mattarella del cavalierato al merito e intervistata dalle tv di mezzo mondo in veste di paladina del riscatto di un quartiere disagiato. Quella che diceva: «Noi insegniamo legalità persino durante la ricreazione». E ora eccola, la signora Legalità, intercettata mentre si appropria dei computer pagati con i fondi europei, tarocca le firme degli allievi per giustificare il finanziamento di corsi mai realizzati e ordina alla figlia di prelevare riso, origano, tonno e sacchetti di patatine regalati alla mensa della scuola per rimpinguare la dispensa della loro casa al mare. Quando la declamata bontà sconfina nella presunzione di impunità.

Beni confiscati: la Cgil e la Flai Campania replicano al Presidente della Regione: “Da De Luca parole fuorvianti, il 29 aprile saremo alla manifestazione a Scafati a difesa del fondo Nicola Nappo”


(ANSA) - NAPOLI, 22 APR - "Riteniamo superficiali e fuorvianti le parole del Presidente De Luca al secondo forum espositivo sui beni confiscati. Ancora una volta il rifiuto del confronto e dell'ascolto determina una concezione grossolana e lontana dalla realtà. 

Continuare ad asserire che la soluzione ai beni confiscati sia la vendita, significa averci capito veramente poco. L'assessore Morcone e il presidente De Luca concordino una linea comune sul tema e comprendano che solo mettendo in campo buone pratiche nella gestione dei beni confiscati si può creare buona occupazione". Così in una nota I segretari generali di Cgil e Flai Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci e Igor Prata, commentano le affermazioni del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del secondo forum dei beni confiscati in corso a Napoli.

venerdì, aprile 21, 2023

Il governo tra ideologia e realtà


Giuseppe Savagnone

Responsabile del sito della Pastorale della Cultura dell'Arcidiocesi di Palermo, www.tuttavia.eu. Scrittore ed Editorialista.

Due prese di posizione e il loro contesto

«Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica. Gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada». Sono le parole pronunciate dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, parlando, qualche giorno fa, al congresso nazionale della Cisal.

Gli ha fatto eco, nel discorso tenuto alla Fiera del mobile, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Noi abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano (…). Questo problema si risolve in vari modi e il modo in cui lavora il governo non è risolverlo con i migranti: è risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile (…) e lavorando sulla demografia e quindi sull’incentivazione della possibilità delle famiglie di mettere al mondo figli».

Arrestata per corruzione preside antimafia di Palermo. La dirigente della scuola Falcone allo Zen ai domiciliari


Lara Sirignano

PALERMO - Quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo sono andati a notificarle l'ordinanza che le impone gli arresti domiciliari si è mostrata sorpresa, nonostante da settimane sapesse di essere indagata.

Non sapendo di essere intercettata Daniela Lo Verde, preside della scuola Falcone di Palermo, nota per le sue battaglie antimafia, diceva di aver ricevuto un avviso di proroga dell'inchiesta e di temere il peggio.

E il peggio è arrivato. La donna, accusata di peculato e corruzione, è finita ai domiciliari insieme al vicepreside Daniele Agosta e ad Alessandra Conigliaro, dipendente di un negozio di rivendita di prodotti Apple che le avrebbe regalato degli iPhone in cambio della fornitura in esclusiva alla scuola di tablet e pc.

giovedì, aprile 20, 2023

Trasforma tovaglie e passamanerie in abiti pregiati: chi è Totò Manolesta "u custureri" di Corleone?

Totó Manolesta 

I suoi abiti sono ricchi di abilità, ingegno, di sorprese e dettagli. A volte realizzati con materiali riciclati che nelle sue mani
diventano ricchi ed eleganti e opulenti.

Seduto alla macchina da cucire, scruta fuori, attraverso il pizzo della tenda, la porta di casa è sempre aperta. Osserva senza essere osservato, tutti sanno che abita lì, tutti conoscono Totò Manolesta, il sarto. Non è un sarto qualunque, difficilmente fa aggiusti, lui crea, è un costumista e scenografo. I suoi abiti sono straordinari, ricchi di abilità, ingegno e creatività, pieni di sorprese e dettagli, a volte realizzati da materiali riciclati che nelle sue mani diventano ricchi ed eleganti, barocchi e opulenti. LEGGI TUTTO

mercoledì, aprile 19, 2023

Intitolazione del liceo di Partinico. Cgil e Flc: “Soddisfatti che la mozione del consiglio comunale sia stata ritirata e che la scuola sarà intestata a Felicia e Peppino Impastato”

Felicia con il ritratto del figlio Peppino 



Palermo 18 aprile 2023 – “Prendiamo atto con soddisfazione che la mozione della maggioranza non è stata né discussa né votata in consiglio comunale e che non c’è l’intento di opporsi all’intitolazione della scuola a Peppino Impastato.
E apprendiamo con favore che l’amministrazione comunale non discute della statura morale di Impastato e di Felicia Bartolotta, patrimoni riconosciuti dell’intera comunità siciliana, ma è anzi pronta a strappare il drappo per il cambio di intitolazione della scuola appena l’iter sarà concluso”. 
Lo dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario Flc Cgil Palermo Fabio Cirino e il segretario della Camera del Lavoro di Partinico Gaetano La Corte, che commentano così la decisione dell’amministrazione comunale di Partinico di non mettere in discussione la scelta della comunità scolastica di intitolare il liceo scientifico Santi Savarino a Giuseppe Impastato.