Se fossi un uomo mi sentirei terribilmente offeso da questa corale raccomandazione rivolta alle ragazze: state attente. Non bevete, non vestite abiti che scoprono la pelle, non accettate passaggi degli sconosciuti. Meglio ancora, non uscite la sera: state a casa. Se fossi un uomo mi sentirei trattato come un poveretto, un essere umano non in grado di attivare il raziocinio, un essere fuori controllo pericoloso per la società: un animale selvatico che agisce in base all’istinto predatorio, incapace di governarlo. Un incontinente, insomma. Esattamente come uno che si fa pipì addosso o per strada al primo impulso, incapace di trattenere la minzione fino al bagno.
Ma stranamente noto che gli uomini non si sentono offesi, almeno non la maggioranza che anzi annuisce, dice certo, proprio così: se provocano, se non stanno attente allora ecco, vedete, si espongono al pericolo. Cioè: state ammettendo di costituire un pericolo? Non me lo spiego, questo silenzio maschile, questa mancata ribellione all’evidenza che se tu mi passi davanti a capo scoperto, coi capelli al vento, con l’ombelico esposto, se non sei lucida perché hai bevuto un bicchiere di troppo allora è chiaro che io ti aggredirò perché sai, io sono un animale, che ci posso fare, sono fatto così.