Totò (Ph. Gigi Petix) |
Un documentario di Gaetano Di Lorenzo sulle recite al
Politeama con la testimonianza dell’oculista che gli impresari volevano
corrompere
Quando Fellini decise di rendergli omaggio in
quell’esoterico sberleffo al mondo del cinema che è il suo Toby
Dammit, lo rappresentò come una barcollante apparizione in frac a un party
di produttori, con occhiali fumè e bastone da ipovedente, l’ex mattatore di
varietà accompagnato da un’attrice che giganteggia al suo fianco accudendolo
come un’infermiera. Per Totò, il più sublime e terragno dei nostri attori a cui
spettò post mortem un destino d’intramontabilità, anche la cecità è
stata un elemento utile a forgiarne l’icona, insieme a quella fama che,
inossidabile, ancora oggi tracima da una generazione all’altra. Di conseguenza,
continua a emozionarci il capitolo esistenziale del Principe riguardante
l’episodio di quel trauma che, rendendolo quasi cieco, lo costrinse al
definitivo ritiro dalle scene. Il fattaccio, com’è noto, si consumò sulle
tavole del Politeama Garibaldi di Palermo, durante l’infausta replica del 3
maggio 1957 di una rivista prodotta dal signor Errepì, il re degli impresari
Remigio Paone, che per Totò segnava il trionfale ritorno in teatro dopo i sette
anni in cui era stato risucchiato dal cinema.