
Gianni Cuperlo
di Francesca Schianchi
Il deputato dem Gianni Cuperlo ha iniziato a fare politica nella Fgci negli anni Ottanta. Un percorso tutto nel Pci e i suoi eredi fino al Pd, di cui è stato per breve tempo anche presidente. Ai riformisti del suo partito riuniti venerdì a Milano si rivolge con una domanda: «Qual è il capo d’accusa?».
🔴 Riassumo: un Pd troppo spostato a sinistra.
«Sui temi dei salari, della sanità, della scuola e della formazione continua, del fisco da rimodulare, il Pd marcia tutto nella stessa direzione».
🔴 Giorgio Gori dice: serve più visione sulla crescita, più connessione coi mondi produttivi.
«Certo che serve puntare a una crescita che garantisca risorse da redistribuire, ma anche a quei mondi è giusto chiedere regole, salari giusti, contrasto alla precarietà. Ragioniamo nel merito, inclusa la responsabilità delle imprese».
🔴 Vuole dire che dai riformisti c’è troppa accondiscendenza verso quei mondi?
«Voglio dire che la forbice delle disuguaglianze si è allargata, milioni di famiglie vivono sotto la soglia di povertà e il bisogno del Paese è rilanciare crescita, salari, consumi, protezione, tutto ciò che il governo non fa».
🔴 Lei sabato era in piazza con la Cgil, a Milano invece hanno invitato la segretaria della Cisl. Due punti di vista diversi?
🔴 «Bene discutere con tutti. In piazza con la Cgil ho visto sfilare precari, pensionati, operai: essere lì non era solo una testimonianza, ma il modo per dire che siamo dalla loro parte».
🔴 Secondo Gori il Pd di oggi cerca un posizionamento radicale.
«Io guardo la realtà e vedo piazze piene per Gaza e contro i tagli sociali della manovra. Edoardo Sanguinetti diceva: le parole sono le mani per le cose che non possiamo toccare. A me viene da dire che oggi le piazze sono il potere per le cose che non possiamo decidere. Io non lo definirei radicalismo, ma partecipazione e democrazia».
🔴 E ad Arturo Parisi che accusa il Pd di deriva estremista come risponde?
«Per amicizia e stima rifletto sempre sulle parole di Arturo. Penso però che la deriva estremista sia quella di una premier che, per un pugno di voti, paragona le opposizioni al terrorismo di Hamas».
🔴 Morale: i riformisti sbagliano nella loro analisi?
«No, penso che discutere garantisca la vitalità di un partito. In due anni e mezzo di segreteria la Schein ha restituito vigore e un profilo sociale al Pd oltre che una nostra centralità nel campo dell’alternativa».
🔴 Insomma, quello su cui convenite tutti è la necessità di confronto e discussione.
«Abbiamo tutti la necessità di un pensiero che alzi lo sguardo su come sta cambiando l’Occidente, in America Trump violenta lo stato di diritto e scomunica Montesquieu. Ecco, su come preservare la democrazia la discussione col tanto di buono fuori da noi - penso ad associazioni, movimenti, i mondi del lavoro e della cultura - non può che rivelarsi una ricchezza».
🔴 Il Pd deve intercettare un elettorato anche di centro, o ha ragione chi punta alla costruzione di tende riformiste da accogliere nel campo largo?
«Tutto quello che rafforza l’alternativa a questa destra è un bene: le forze del civismo, movimenti, reti come quella di Ernesto Maria Ruffini. Ma il Pd che ho in mente è sempre aperto e non delega altri a rappresentare i suoi valori fondanti, pace, diritti umani a partire dalle donne, laicità, dialogo tra le religioni».
🔴 A fine novembre ci sarà un appuntamento a Montepulciano, nasce un’altra corrente?
«Sarà l’appuntamento di una parte delle aree che hanno sostenuto Elly all’ultimo congresso. Da allora il mondo è cambiato e vorrei che quella maggioranza si allargasse anche per rafforzare l’azione della segretaria».
🔴 Segretaria che ha già proposto agli alleati: passate le Regionali, scriviamo il programma di governo insieme. Resta una distanza siderale sulla politica estera e in particolare l’Ucraina. Si può colmare?
«Sull’Ucraina trovare una condivisione sarà un obbligo morale».
🔴 L’ottimismo della volontà?
«No, penso alle immagini dei soccorritori che stringono tra le braccia i bambini dell’asilo di Kharkiv. La tragedia del piccolo Alan Kurdi sulla spiaggia turca dieci anni fa spinse Angela Merkel ad accogliere un milione di rifugiati siriani. Ecco, osservi le immagini dell’asilo di Kharkiv e capisci da che parte stanno la giustizia e una pace possibile».
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