sabato, ottobre 18, 2025

Iacolino all'Asp di Palermo la exit strategy di Schifani


Nei piani del governatore il designato Alberto Firenze andrà al Policlinico di Messina. FdI: "Attendiamo con fiducia"

DI MIRIAM DI PERI E GIUSI SPICA

Sembrava la strategia dell'opossum, ma tra i corridoi di palazzo d'Orleans qualcosa si sta effettivamente muovendo. Da quel che filtra, la proposta che Renato Schifani è pronto a portare al tavolo degli alleati per trovare la quadra nella sanità divenuta il campo minato della maggioranza, rimescola diverse caselle. Intanto puntando a riportare il manager al centro dello scontro, Salvatore Iacolino, all'Asp di Palermo. La poltrona di manager dell'azienda sanitaria più grande dell'Isola è tecnicamente ancora vacante: nonostante la nomina di Alberto Firenze (caldeggiata dai forzisti Edy Tamajo e Marco Intravaia) nella seduta di giunta dello scorso 3 ottobre, la delibera adesso dovrà passare al vaglio della commissione Affari Istituzionali all'Ars per il parere obbligatorio ma non vincolante.

Ergo, tecnicamente, una delle poltrone più ambite della sanità siciliana è ancora disponibile dopo nove mesi di vuoto dalla nomina di Daniela Faraoni ai vertici di piazza Ottavio Ziino. Potrebbe essere il punto di compensazione per convincere Iacolino a dimettersi dalla pianificazione strategica e porre fine alla faida interna alla maggioranza. 

Da Fratelli d'Italia il commissario Luca Sbardella, appena atterrato a Palermo per prendere parte alla cerimonia della Targa Florio prima di spostarsi verso Catania, sibila un criptico «attendiamo con fiducia». Insomma, via della Scrofa non ha alcuna intenzione di cedere sull'impegno assunto da Schifani di rimuovere l'ostacolo Iacolino. Farlo, però, innescherà un pericoloso effetto domino: perché liberare la poltrona dell'Asp comporterà un reindirizzamento di Alberto Firenze verso il policlinico di Messina, attualmente guidato da Giulio Santonocito, manager indicato in quota Lega, vicino al segretario regionale Nino Germanà e gradito a pezzi di FdI. A Santonocito potrebbe essere offerta la guida al Policlinico di Catania, dove a breve si libererà il posto di direttore generale, attualmente retto da Gaetano Sirna, prossimo alla pensione.

Ma Sirna è stato indicato in quota Fratelli d'Italia e così, alla fine della fiera, nel risiko della sanità appannaggio delle segreterie di partito, i meloniani potrebbero perdere un'ulteriore casella all'ombra dell'Etna, a beneficio della Lega di Luca Sammartino. A cui, tra l'altro, i fratelli di Sicilia addebitano la sberla della nomina del direttore sanitario dell'Asp etnea alla vigilia del Vietnam innescato a Sala d'Ercole. E c'è un'altra incognita: Alberto Firenze, che per ragioni personali aveva espresso la necessità di rimanere nel capoluogo, sarà disposto a intraprendere nuovamente la vita del pendolare, dopo l'esperienza da commissario Covid proprio nel capoluogo sullo Stretto?

Di certo della nuova combinazione di caselle si discuterà oggi all'ombra dell'Etna, dove a partire dalle 16 prenderà il via la kermesse "Patrioti in Comune": dal responsabile organizzazione Giovanni Donzelli ai ministri Nello Musumeci, Adolfo Urso e Matteo Piantedosi, fino alla chiusura affidata al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Nessun cenno a un saluto o a un invito, nel programma ufficiale, al governatore. Che, dal canto suo, dovrà adesso trovare la quadra tra i forzisti scontenti per la nuova bozza di accordo a cui ha lavorato per giorni. Il weekend è dedicato ad allineare il partito. In attesa che la prossima mossa dell'alleato venga formalizzata.

La Repubblica Palermo, 17/10/25

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