
Paolo Virzì, 61 anni, regista e sceneggiatore
DI CONCETTO VECCHIO
«Sì, passava sotto casa mia, a Piramide, sono sceso in strada. Volevo vedere».
Con la telecamera?
«No, senza. Ho fatto delle foto».
Qual è l'immagine che l'ha colpita?
«Ho visto un corteo di liceali bloccare via Ostiense con una grande bandiera della Palestina e gli automobilisti invece di bestemmiare li applaudivano. Non avevo mai visto una cosa così».
È un movimento di giovani.
«Ma non sono stupito, avevo percepito una grande tensione verso la tragedia di Gaza grazie ai racconti di mio figlio che va al liceo».
Perché Gaza li interpella?
«Innanzitutto per un autentico sentimento di empatia verso un popolo già svantaggiato, che subisce soprusi e crudeltà e rischia di essere annientato. E anche da un sentimento di sgomento verso il futuro, che è il loro futuro: scoppierà la Terza Guerra Mondiale?»
Che idea si è fatto vedendoli?
«Di una mobilitazione commovente. Sono animati da una spinta umanitaria spontanea, non legata a sigle di partiti. Quella che a volte è stata irrisa come la generazione di Tik Tok, i debosciati e infingardi indifferenti a tutto, sente come una cosa urgente uscire dalla propria stanza, insieme agli altri».
Sono di sinistra?
«Faremmo loro un dispetto nell'etichettarli. E la sinistra deve ascoltare, interloquire, lasciar esprimere, senza metterci il cappello».
La destra però ha attaccato la manifestazione.
«E fa un errore politico grossolano. Perché il sentimento pro Gaza è trasversale, anche in chi non ha votato a sinistra o non ha proprio votato».
La solidarietà trasversale riguarda anche la Flotilla?
«Penso di sì. Per questo non si possono sentire le dichiarazioni della premier, pronunciate con quel tono acido e sbagliando del tutto obiettivo. Su quelle imbarcazioni c'erano sacerdoti, medici, cittadini attivi. Molti di loro in questo momento sono trattati con pratiche da tortura, Greta Thunberg, una ragazza di 22 anni, sta subendo umiliazioni e bullizzazioni raccapriccianti. E chissà quante altre storie di ferocia verranno fuori nei prossimi giorni».
Meloni avrebbe dovuto essere solidale con dei nostri connazionali arrestati?
«Perché quello che allora valse per i Marò, non deve valere per la Flotilla?»
Perché Palazzo Chigi dice: questi scendono in piazza contro di noi.
«Rifletta su quello che sembra un disturbo paranoide e vittimistico. Le persone sono certamente anche arrabbiate contro il suo governo, che fa la voce grossa con gli attivisti, ed è intimidito da un altro governo che sta violando il diritto internazionale».
Come isolare i violenti che rischiano di rovinare il movimento?
«Spero nasca un'alleanza tra quelli che erano in piazza, il realismo disincantato dei padri unito all'idealismo dei ragazzi, con lo scopo di tenere lontano il radicalismo fanatico e violento».
Per lei è genocidio?
«Ho ascoltato i dubbi di Liliana Segre, che rispetto molto. Ma ho visto che Anna Foa invece non ne ha, quindi mi sento autorizzato ad usare la parola genocidio. Ma chiamatelo come volete. In ogni caso è un orrore».
Nella sua città, Livorno, i portuali hanno bloccato le navi che riforniscono Israele di armi.
«Quando ero ragazzo il capo della comunità ebraica era un socialista. Sono sempre stato sensibile sull'antisemitismo, che ora pericolosamente riaffiora, perché Netanyahu ha ucciso il sogno visionario ed egualitario di Ben Gurion, portando il suo paese alla rovina, isolandolo e generando un odio che sarà pagato caro da tanti. Questo è il suo crimine più assurdo».
Il ministro israeliano Ben-Gvir irride gli arrestati.
«Che disastro, Ben-Gvir, ministro della Sicurezza che sembra un feroce invasato. Che rovina per un Paese del quale ho sempre amato tanto la letteratura ed i suoi meravigliosi romanzieri, da Oz a Yehoshua. Quelle voci ora sono soverchiate dagli oltranzisti».
la Repubblica, 6 ottobre 2025

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