di Pietro Scaglione
La Palestina è nel cuore di Palermo, città che è gemellata con Betlemme (Cisgiordania) e Khan Younis (Gaza) e che ha il lungomare del Foro Italico intitolato a Yasser Arafat, Premio Nobel per la Pace e fondatore dell’OLP.
I 50mila palermitani scesi in piazza per Gaza – nel giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil, Usb, Cobas, Cub, ADL e SGC in segno di solidarietà con la Global Sumud Flotilla – confermano ancora una volta l’affetto di Palermo per la Palestina. Un legame trasversale dal punto di vista politico, sociale, religioso e culturale.
La bandiera palestinese, simbolo di un popolo fiero e oppresso, sventola ovunque: dal centro storico alle borgate marinare, dalle zone residenziali alle periferie, dalle piazze ai luoghi della movida, dai negozi ai palazzi, dalla Curva Nord dello stadio Renzo Barbera ai settori ospiti delle città in cui gioca il Palermo in trasferta.
Il nuovo imponente corteo parte dalla Stazione centrale di Palermo, attraversa il centro storico e i Quattrocanti, confluisce in Piazza Indipendenza e poi si sposta verso l’Università e verso la Circonvallazione.
“Free Free Palestine”, “Stop al genocidio”, “Palestina libera dal fiume al mare” sono tra gli slogan più gettonati.
Folta la rappresentanza di forze politiche, tra le quali (in ordine alfabetico): Azione Civile, Carc, Cinquestelle, Partito Comunista, PCI, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Democratico, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Marxista Leninista Italiano, Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Verdi.
Esultano gli organizzatori di sciopero e cortei.
L’Unione Sindacale di Base snocciola con orgoglio i dati:
“Due milioni in tutta Italia. 300mila a Roma, 150 mila a Milano, 150mila a Bologna, 80mila a Napoli, decine di migliaia a Brescia, Catania e Palermo, 50mila a Genova, 30mila a Livorno, 50mila a Firenze e poi Bari, Pavia, La Spezia e tante tantissime altre città… Le lavoratrici e i lavoratori hanno aderito massicciamente allo sciopero proclamato da Usb e da altre organizzazioni riconoscendone la piena legittimità. Un popolo in movimento che ha indicato la via: rompere le relazioni con Israele, chiedere la liberazione dei nostri concittadini imbarcati sulla Global Sumud Flotilla e, soprattutto, mettere fine al genocidio in Palestina”.
Anche la Cgil, con il segretario regionale Alfio Mannino, è soddisfatta per il successo delle iniziative:
“La partecipazione alle manifestazioni nelle varie città dell’isola è stata massiccia, i cortei si ingrossavano man mano che procedevano. A Palermo la Cgil stima la presenza di 50 mila manifestanti, in Sicilia la presenza di 150 mila in tutta la regione. Lo sciopero è riuscito in molte realtà produttive. I dati dimostrano quanto sia sentito dai siciliani il dramma della Palestina…un tema così importante, che poggia sui valori fondamentali della nostra Costituzione come il ripudio della guerra e la solidarietà, coinvolge e porta in piazza per giorni e giorni decine di migliaia di persone”.
Dietro lo striscione della Fiom-Cgil, con i metalmeccanici, sfila il regista e conduttore televisivo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif.
Secondo la Fiom, “come sempre le metalmeccaniche e i metalmeccanici sono in prima linea nella lotta contro la guerra, per l’umanità, per la dignità, per la solidarietà e il ripristino del diritto internazionale. Chiediamo al Governo italiano di intervenire per difendere l’esercizio dei diritti costituzionali dei propri cittadini impegnati in un’azione umanitaria, sanzionare il Governo Netanyahu, bloccare gli accordi commerciali e militari con Israele e per riconoscere formalmente lo Stato di Palestina”.
Anche gli altri sindacati promotori gongolano.
Ad esempio, la Confederazione Unitaria di Base scrive:
“Ad animare le piazze affollate sono stati i movimenti pro Pal, gli studenti medi e universitari, i centri sociali e migliaia e migliaia di cittadini che da due anni sostengono la causa del popolo palestinese, vessato dagli attacchi indiscriminati di Israele. I manifestanti anche oggi hanno ribadito con fermezza la richiesta al governo di fermare il genocidio nella Striscia di Gaza e rompere le relazioni con Israele, la vendita di armi e attuare un vero e proprio embargo”.
I Cobas evidenziano lo storico sciopero congiunto tra Cgil e sindacati di base e osservano:
“Oggi siamo andati ben oltre la partecipazione del 22 settembre, che già ci sembrò un notevolissimo successo: in piazza oggi, in più di cento città italiane, c’erano almeno tre volte le presenze del 22 settembre, con una cifra complessiva di due milioni di presenze. Per la prima volta in 40 anni di coesistenza con il sindacalismo di base e conflittuale, la Cgil ha concordato un’indizione di sciopero comune con COBAS, Usb e Cub, sancita ufficialmente con un invio congiunto delle convocazioni di sciopero e con una conferenza-stampa comune di lancio dello sciopero”.
In piazza, tra gli altri, anche il mondo dell’associazionismo, i collettivi studenteschi, i centri sociali, la comunità Palestinese di Palermo e l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
L’avvocato Armando Sorrentino, vicepresidente vicario dell’ANPI Palermo Comandante Barbato (intitolata al comandante partigiano Pompeo Colajanni, protagonista della Liberazione di Torino) difende le scelte della Global Sumud Flotillae tiene a precisare come le acque intorno a Gaza siano palestinesi, non israeliane:
“Con riguardo alla qualificazione giuridica delle acque antistanti Gaza, si deve ricordare che il limite di quel mare non segna i confini di Israele, né le sue acque territoriali, ma, al contrario, fissa le acque palestinesi e questo a prescindere dal riconoscimento o meno dello stato palestinese. Il diritto internazionale a proposito di annessioni illecite, come quella perpetrata da Israele in danno della Palestina, è assolutamente chiaro, nel senso di non potersi riconoscere alcun effetto giuridico e, quindi, non può ci può essere alcuna sovranità territoriale israeliana sul mare di fronte a Gaza dove si stanno legittimamente dirigendo le imbarcazioni. La Corte Internazionale di Giustizia nel luglio 2024 ha statuito che Israele non ha alcun potere sovrano sul territorio palestinese occupato e ha, anche, affermato che tutti gli stati membri delle Nazioni unite non devono riconoscere la sovranità dell’occupante illegittimo. Non è territorio israeliano Gaza e non sono israeliane le acque territoriali dinanzi Gaza”.
pressenza.com, 04.10.25
Pietro Scaglione
Giornalista, scrittore, direttore editoriale e fondatore della casa editrice Mohicani Edizioni. E' autore del romanzo "Palermo nel cuore" ed è coautore del saggio "L'Altra Resistenza" insieme allo storico Giuseppe Carlo Marino.


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