Mattia Ferraresi
Il responso della Grande Mela: Mamdani ha battuto Cuomo con il 50,4% dei voti contro il 41,6%. Se ci fosse stato il suo nome sulla scheda avrebbe vinto, dice il presidente Trump; ma forse i democratici hanno vinto proprio perché sulla scheda il suo nome, pur non essendoci, c'era.
Zohran Mamdani è diventato sindaco di New York dopo una campagna fulminante, ha rispedito Andrew Cuomo e l'establishment che rappresenta nei sobborghi, come dice lui, e nella prima riga del suo primo discorso da sindaco ha citato Eugene Debs, socialista e sindacalista detestato dai democratici al potere e incriminato per essersi opposto al reclutamento per la Prima guerra mondiale.
«In questo momento di oscurità politica, New York sarà la luce. Vedo l'alba di un giorno migliore per l'umanità», ha detto il 34enne nella sua notte. Nessun vincitore aveva osato pescare un riferimento tanto a sinistra, addirittura dalle parti del sol dell'avvenire, ma va anche ricordato che c'è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui New York era soprannominata la città più occidentale dell'Unione sovietica.










































