di Laura Liistro
In un tempo in cui l’omologazione culturale rischia di annullare le specificità dei territori, “La Banca della Nostra Memoria” nasce come un presidio di resistenza e di rinascita. Un progetto collettivo, nato dal desiderio profondo di raccogliere, custodire e condividere la memoria storica e popolare delle comunità siciliane, prima che il tempo cancelli le ultime tracce del nostro passato più autentico.
Questa iniziativa, promossa dalla Galleria EtnoAntropologica e ora radicata in più territori della Sicilia, ha preso vita grazie alla sinergia tra amministrazioni comunali sensibili e cittadini consapevoli del valore delle proprie radici.
Santo Stefano Quisquina: dove tutto ha avuto inizio
Il primo passo di questo percorso è stato compiuto nel Comune di Santo Stefano Quisquina, grazie alla visione del sindaco Francesco Cacciatore. È qui che ha preso forma la prima sede della Banca della Nostra Memoria, con l’obiettivo di raccogliere oggetti, fotografie, documenti e testimonianze orali della vita quotidiana e delle tradizioni fino agli anni ’50 del Novecento. Una visione che ha ispirato altri territori a seguirne l’esempio, creando una rete culturale dal basso.
Contessa Entellina: l’identità arbëreshe che si fa memoria viva
Un altro passo fondamentale è stato compiuto da Contessa Entellina, territorio arbëreshe tra i più significativi della Sicilia, che ha istituito ufficialmente la Banca Comunitaria della Memoria. Questa iniziativa non solo recupera i ricordi e le testimonianze della comunità, ma si propone di preservare una cultura minoritaria preziosissima, fatta di lingua, riti, abiti, canti e memoria orale tramandata da secoli. L’adesione formale del Comune rappresenta un esempio virtuoso di come le amministrazioni possano farsi promotrici di un nuovo modello di conservazione culturale attiva.
Solarino: un modello di cittadinanza partecipata
Anche il Comune di Solarino, guidato dal sindaco Tiziano Spada, ha accolto e rilanciato con forza il progetto, riconoscendolo come un’attività necessaria per la coesione comunitaria. Non solo l’amministrazione ha sostenuto la Banca della Memoria, ma l’ha donata simbolicamente alla cittadinanza, istituendo una sede dedicata e attivando un calendario di eventi in rete con gli altri comuni del circuito Honos. Solarino si conferma così uno dei cuori pulsanti del progetto: un esempio concreto di come un Comune possa trasformare la valorizzazione della memoria in un percorso di educazione civica, rigenerazione culturale e appartenenza collettiva.
Una rete per la memoria popolare della Sicilia
“La Banca della Nostra Memoria” oggi si sta espandendo in una rete di comuni siciliani che, ciascuno con le proprie caratteristiche, stanno aderendo all’iniziativa: Palazzo Adriano, Mazzarino, Corleone, Pietraperzia, Buscemi, Canicattini Bagni.
“Insieme, stiamo costruendo un archivio condiviso, ma anche un nuovo modo di abitare il territorio: consapevole, radicato, solidale” sostiene Maria Antonietta Liistro la coordinatrice regionale della Galleria EtnoAntropologica.
Un invito alla partecipazione
La memoria è un bene comune, e come tale va salvaguardato. Ogni cittadino è invitato a contribuire, donando materiali della propria famiglia o segnalando testimonianze importanti. Ogni oggetto, ogni parola raccolta, ogni fotografia dimenticata in un cassetto può diventare parte di una narrazione collettiva che ci restituisce chi siamo.
Per partecipare o avere informazioni, è possibile contattare la Galleria EtnoAntropologica al numero 388 383 7085 o via email a liistro.lau@gmail.com, oppure scrivere all’Ufficio Cultura dei Comuni interessati.
Perché ricostruire l’identità non è nostalgia: è futuro. Ed è un dovere condiviso.


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