giovedì, ottobre 16, 2025

Cassazione rigetta il ricorso, la figlia di Riina andrà in carcere: “Estorsioni con metodo mafioso”

Maria Concetta Riina

L’accusa mossa dalla Procura è di minaccia a due imprenditori in Toscana per ottenere da loro denaro

Andrà in carcere Maria Concetta Riina, figlia del capo di Cosa nostra, Totò Riina, accusata di estorsione aggravata insieme al marito, Antonio Ciavarello. La Cassazione ha rigettato il ricorso dell’avvocato della donna, Francesco Olivieri, che ha confermato la notizia. Il provvedimento di custodia cautelare non era stato finora eseguito, ma il rigetto rende esecutiva la misura. 

L’accusa della Procura di Firenze alla maggiore delle figlie del capomafia è di minaccia a due imprenditori in Toscana per ottenere da loro del denaro. "Noi siamo sempre gli stessi di un tempo, le persone non cambiano", avrebbe detto con velata minaccia a un industriale di Siena a cui sarebbe riuscita a portare via una cesta di generi alimentari di 45 chili dal valore di 350 euro e mille euro in contanti. Non sarebbero invece andate a buon fine le richieste a un imprenditore del Pisano.

Il gip rigettò la richiesta di misura cautelare avanzata dai pm, ma la Direzione distrettuale antimafia di Firenze fece ricorso. Il Tribunale del Riesame, accogliendo l'appello, aveva riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, oltre alla configurabilità dell'aggravante mafiosa. Contro la decisione dei giudici il legale della donna aveva quindi presentato impugnazione in Cassazione, oggi rigettata. Il marito della donna, coinvolto nell’indagine, si trova già in carcere per una truffa.


La Repubblica, 16/10/25

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