martedì, gennaio 31, 2023

🟥 Rosy Bindi intervistata in video da Rino Cascio. Disuguaglianze, autonomia differenzata, lotta alla mafia, ruolo della sinistra i temi trattati durante il congresso della Cgil Sicilia


Dalla questione generazionale, che vede ogni anno 20 mila giovani abbandonare la Sicilia per studio o alla ricerca di lavoro, alla crescita delle disuguaglianze sociali e territoriali, ai problemi dell’istruzione e della sanità e dell’eventuale impatto
dell’autonomia differenziata: si è parlato di questo nel corso della video intervista a Rosy Bindi, oggi presidente onorario dell’associazione Salute diritto fondamentale.  Ma anche di legalità e lotta alla mafia e del ruolo della sinistra. Incalzata dal caporedattore di Rai Sicilia Rino Cascio che segnalava i gap col resto d’Italia in tema di scuola, Bindi ha definito “preoccupanti” i dati  del nostro Paese sull’istruzione  secondaria che trovano causa nella “insostenibilità di beni fondamentali come la scuola ma anche la sanità.

Corleone, venerdì prossimo cineforum. Sarà proiettato il film “La Lettera

Venerdì 3 febbraio, alle ore 20,30, presso il salone Papa Giovanni XXIII, sarà proiettato il film “la Lettera”. 

Il film è basato sull’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco. Parla di storie reali di persone provenienti da tutto il mondo che si uniscono in un percorso verso Roma ed oltre.

Dalla carta d’identità all’estratto contributivo: ecco i documenti che si potranno rilasciare dai nuovi sportelli di Poste Italiane

di Laura Serafini

Al via il progetto Polis da 1,12 miliardi di euro, finanziato con 800 milioni attraverso il piano complementare del Pnrr e per il resto da Poste, che prevede di realizzare in 6.933 uffici postali in comuni sotto i 15 mila abitanti uno sportello unico


Nel giro di un paio di mesi i primi sportelli unici apriranno in alcuni comuni italiani con meno di 15 mila abitanti. Lo sportello unico sarà collocato presso un ufficio postale e gli abitanti potranno richiedere in quel medesimo luogo una quantità di importanti documenti e certificati che i cittadini residenti in una grande città continueranno, invece, a dover richiedere presso cinque o sei amministrazioni diverse (se basta).

CI SCRIVONO. CASCATE DELLE DUE ROCCHE. E dopo più di 2 anni arrivano i soldi….

La cascata delle due rocche di Corleone

Il Dipartimento regionale dell’Ambiente con D.D.G. 1493 del 14/12/2022 ha finalmente emesso il decreto di finanziamento per le opere di tutela ambientale, valorizzazione e fruizione delle Cascate delle due Rocche di Corleone.

Ritengo sia un passaggio fondamentale per consolidare quanto già fatto dall’amministrazione comunale, sin dall’inizio del suo mandato politico, in convenzione con il Dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale. Un progetto che ha preso corpo durante il mio mandato come assessore comunale per l’Ambiente del Comune di Corleone e che ritengo ancora oggi rappresenti un impegno personale con la città.



lunedì, gennaio 30, 2023

La santa alleanza sociale che spaventa la politica


DANIELA PREZIOSI

Lo scorso 19 dicembre papa Francesco ha ricevuto Maurizio Landini e cinquemila delegati della Cgil, una prima assoluta per la Sala Nervi. I sindacalisti non avevano al collo il fazzoletto di cotonaccio rosso della casa ma un foulard di seta prodotto per l'occasione, con le griffe che un tempo sarebbero state considerate le insegne del diavolo e dell'acqua santa: lo stemma del Vaticano e il simbolo del sindacato, stampati insieme. In quell'occasione l'agenzia  cattolica Adista, di ispirazione progressista, parlava di «consonanza» fra il papa e il sindacalista. Da sinistra veniva invece usata la parola «convergenza». Nel primo caso è una parola attentamente calibrata, nel secondo molto meno: è "convergencia " la coalizione «social» del Cile di Gabriel Boric, sono "convergencias" le alleanze della sinistra radicale spagnola. L'austero Osservatore Romano ha fatto insieme un po' meno e un po' di più e ha riferito ufficialmente di un «appello» del papa alla Cgil.

domenica, gennaio 29, 2023

Il Comune di Corleone ha deciso di aderire alla rottamazione dei debiti da parte dei contribuenti, prevista dalla legge finanziaria


L’amministrazione comunale di Corleone “informa la cittadinanza che, seppure sia in corso la valutazione del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti, il Comune ha deciso di aderire alla rottamazione dei debiti da parte dei contribuenti, prevista dalla legge finanziaria approvata a dicembre dal governo. Si tratta dello stralcio parziale delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro per tributi locali e multe per violazione del Codice della Strada dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Considerato il momento di difficoltà che attraversano le famiglie corleonesi, il Comune ritiene di poter rinunciare a tali entrate, senza compromettere l'equilibrio dei conti comunali. Tuttavia, l’Amministrazione

L'Anpi polizia racconta storie nascoste di agenti partigiani

Milano, 6 maggio 1945, da sinistra Stucchi, Parri, Cadorna, Longo e Mattei, i capi del Cln Alta Italia che nominò i prefetti dopo la Liberazione


DANIELA PREZIOSI

«Siamo poliziotti in servizio e in quiescenza, fra noi c'è chi lavora in un commissariato, chi negli uffici investigativi. La sezione è nata un mese fa. Quello che oggi chiamiamo "progetto" all'inizio era una riflessione fra quattro o cinque colleghi sul fatto che ci era capitato di girare per l'Italia per servizio, e di vedere monumenti, targhe, piazze, giardini dedicati a colleghi morti dal ‘43 al ‘45, che noi per primi sconoscevamo».

La scelta del verbo è curiosa, più che ignorare indica il non voler riconoscere. A parlare è l'ispettore Vittorio Berti, in forza all'ufficio presidenziale della polizia, quello che assicura i servizi al Quirinale. Porta la divisa blu da quando aveva 19 anni, ha lavorato nel reparto mobile, nei nuclei antisequestro, per quindici anni alla Direzione antimafia. È il segretario della prima sezione Anpi Appartenenti polizia di stato intitolata a Maurizio Giglio, 24enne poliziotto catturato dalla banda Koch, torturato e ucciso alle Fosse Ardeatine.

Lettera aperta di Giovanni Impastato a Lorenza, la figlia di Matteo Messina Denaro…

Giovanni Impastato


Ecco la lettera di Giovanni Impastato che la Repubblica ha pubblicato ieri 28/1 online ed oggi 29/1/23 in edizione cartacea.

Cara Lorenza,

ti scrivo mentre cerco di immaginare cosa in questi giorni tu possa provare. Non sono sicuro di riuscirci, ma visto quello che anche io ho vissuto nella mia vita, credo di poter capire, se pur in parte, la tua situazione. Sono Giovanni Impastato, fratello di Peppino, un giovane militante ucciso perché combatteva contro la mafia e nostro padre era un mafioso. Mio fratello era molto coraggioso, sicuramente più coraggioso di me, lui fin da quando era adolescente ha iniziato a combattere la mafia frontalmente e a contestare apertamente nostro padre, fino al punto di essere ripudiato come figlio e cacciato da casa. La rottura in casa era già avvenuta, l’aveva messa in atto Peppino, la nostra situazione familiare era molto complicata ed anche mia madre aveva cercato di insegnarci valori diversi da quelli che la mafia voleva imporci.

LA FRUSTRAZIONE DEI MILITARI DI CAMPOBELLO. I beffati da Messina Denaro. La rabbia dei carabinieri che vivevano accanto al boss


DI FRANCESCO PATANÈ

La delusione per le informative ignorate. A casa del padrino trovati altri documenti d’identità

PALERMO — C’è poco da sorridere e la felicità è solo di facciata se dopo la cattura scopri che il latitante più pericoloso e ricercato d’Italia viveva da normale cittadino nel paese dove sei il comandante della polizia municipale o della stazione dei carabinieri. Non fai i salti di gioia se a novembre del 2021 dai tuoi uomini è partita una segnalazione su una possibile presenza di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara ed è rimasta lettera morta negli uffici dell’Arma. Chi frequenta i militari della caserma a cinquecento metri dal covo di vicolo San Vito assicura che in questi giorni c’è poco da scherzare. Si respirano frustrazione e delusione, umane più che professionali. Le immagini dell’appartamento al piano terra arredato come tante altre case, con due pacchetti di sigarette nuovi accanto al televisore, la carne macinata in frigo, il bagno con la tavoletta del water

sabato, gennaio 28, 2023

Palermo, il procuratore De Lucia: «Basta speculazioni su Messina Denaro, indagine impeccabile»

Il procuratore capo Maurizio De Lucia

di ANNA CANE

Sia il presidente di Corte d'Appello di Palermo, Matteo Frasca sia il procuratore generale Lia Sava, nelle rispettive relazioni all’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Corte di appello di Palermo, hanno fatto un chiaro riferimento alle collusioni tra mafia e rappresentanti istituzionali.  

Il procuratore capo Maurizio De Lucia invece ha posto l'accento sulle «speculazioni» che hanno accompagnato la cattura di Matteo Messina Denaro. «Facciamo i processi - ha detto - e poi la gente potrà giudicare cosa è accaduto il 16 gennaio, quando è stato raggiunto un risultato storico, un successo che lo Stato ha il dovere di rivendicare senza dietrologie e speculazioni». Il procuratore torna al giorno della cattura: «Ho sentito voci cominciate subito dopo la notizia dell’arresto di Messina Denaro. Non c'è stato nemmeno il tempo di ringraziare le forze dell’ordine che già sentivamo di ombre sull'attività

La memoria degli ebrei attraverso le loro case


Erika Salassa archivista

13 febbraio 1945, edificio dell'ex educatorio Duchessa Isabella, Torino. Gli incaricati della banca scendono le scale che portano al seminterrato: ne risalgono poco dopo trasportando, tra le altre cose, un lettino di ottone per bambini con rete metallica, una panchetta di legno con schienale, un fornello a gas tre fiamme marca "Prometteus", una bacinella di lamiera smaltata a due manici, una padella in ferro a un manico, due cuscini di piume, un asse di legno per fare la pasta.

Con in mano l'autorizzazione della prefettura di Torino, è la signora N. N. a ritirare il materiale e a trasportarlo presso la propria abitazione, in via Madama Cristina. I legittimi proprietari del lungo elenco di beni sono nove, sono ebrei e in quel giorno di febbraio non sono più in possesso né delle loro case, né dei loro beni. Nessuno di loro conduce la vita che faceva prima dell'emanazione delle leggi del 1938, alcuni di loro una vita non l'hanno più.

Su antisemitismo e Shoah Meloni e il suo governo non sono credibili

Giorgia Meloni

STEFANO FELTRI

Nel Giorno della memoria per ricordare la Shoah, le sue vittime e i suoi responsabili, la premier Giorgia Meloni ha nominato il nuovo Coordinatore nazionale per la lotta all'antisemitismo, il prefetto Giuseppe Pecoraro.

Non è difficile immaginare da dove potrebbe partire Pecoraro nell'applicazione della "Strategia nazionale di lotta all'antisemitismo": il sito dell'Osservatorio antisemitismo indica diversi casi problematici, tipo esponenti di Fratelli d'Italia che a Napoli, a fine 2021 , si facevano fotografare con il saluto fascista, un neonazista candidato consigliere comunale a Latina a sostegno del candidato di Fratelli d'Italia e così via.

Dov'è l'antisemitismo

giovedì, gennaio 26, 2023

Corleone, si è insediato il nuovo consiglio comunale dei ragazzi. Sindaco, vicesindaco e presidente del consiglio sono donne!


Con una cerimonia nell’Aula consiliare “Bernardino Verro” di Corleone, si è insediato stamani il neo eletto Consiglio comunale dei Ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Vasi”.
Accompagnati dai docenti Giuseppe Scaturro e Maurizio Silvestri, responsabili del progetto, i nuovi piccoli amministratori e consiglieri della nostra città sono stati accolti dal presidente del Consiglio comunale Pio Siragusa, dall’assessore Gianfranco Grizzaffi e dai consiglieri Chiara Filippello e Vincenzo Gelardi. 
In questa amministrazione spiccano decisamente le quote rosa. Sindaco, vice sindaco e presidente del Consiglio infatti sono le giovani Clara Pasqua, Sofia Gulotta e Agnese Russo. Il vice presidente invece è Rosario Lanza. 

Scarpe, occhiali e uniformi a strisce. Viaggio nella memoria di Auschwitz


ELZBIETA CAJZER
direttrice del dipartimento delle Collezioni del museo statale di Auschwitz-Birkenau 

Il museo statale di Auschwitz-Birkenau rappresenta uno dei luoghi più conosciuti al mondo. Iscritto nella lista dell'Unesco, insieme all'intera area e alle infrastrutture storiche (baracche, rovine dei crematori, recinzione), è uno dei campi di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco meglio conservati. 

Il memoriale di Auschwitz è luogo della memoria, simbolo della tragedia di milioni di vittime ma nello stesso tempo un'istituzione statale soggetta a tutela legale, con diverse centinaia di migliaia di oggetti storici originali, "chilometri" di archivi, 122 ettari di terreno. Come breve introduzione, dal punto di vista storico, nel 1940 nella città occupata di Oświęcim, le ex caserme militari presenti furono adattate a campo di concentramento prendendo il nome di Konzentrationslager (Kl) Auschwitz.

Dal giorno zero

Verso il giorno della memoria. La narrazione pubblica italiana dimentica i deportati politici


DARIO VENEGONI*

Presidente nazionale Anad

Nei lager nazisti furono uccisi circa 10.500 deportati politici italiani, dimenticati dalla narrazione pubblica. Nazifascismo, Shoah e deportazione politica sono due aspetti dello stesso piano

Arriva il Giorno della memoria e già si alza il coro: non bisogna dimenticare!

E invece si è già dimenticato da un pezzo. Gli oppositori politici, che costituivano la grande maggioranza delle vittime italiane dei lager nazisti, infatti, non trovano spazio alcuno nella narrazione pubblica: sono già dimenticati, anche dalle più alte cariche dello stato, che in occasione del 27 gennaio riservano la loro attenzione esclusivamente alla Shoah, lo sterminio degli ebrei.

I numeri

Per capirci, converrà provare a ricordare poche essenziali cifre. Gli italiani deportati nei campi gestiti dalle SS – Auschwitz, Mauthausen, Dachau, Ravensbrück e gli altri – che furono diversi dai campi di internamento dei militari o dai campi di lavoro, furono circa 40mila. Circa 8mila furono gli ebrei, interi gruppi famigliari, presi con anziani, donne e bambini, tutti ugualmente identificati come «nemici irreconciliabili» (definizione di Mussolini) del fascismo e del nazismo.

I 44 anni senza Mario Francese. La sua lezione è sempre attuale


Cerimonia in viale Campania, alle 15 nella sede Assostampa di via Crispi corso sulla libertà, diritto di cronaca e nuovi rischi

Davide Ferrara

Oggi alle 9 avrà luogo la commemorazione di Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia in viale Campania la sera del 26 gennaio del 1979.

La manifestazione, che è organizzata dall’Associazione siciliana della stampa e dal Gruppo cronisti siciliani, si svolgerà proprio in viale Campania, dove una targa ricorda che 44 anni fa Leoluca Bagarella fece partire il proiettile che tolse la vita al giornalista.

Nel pomeriggio, alle 15, nella sala Orlando Scarlata, in via Francesco Crispi numero 286, è stato organizzato un corso di formazione sul tema «La libertà di stampa e limiti del diritto di cronaca. I rischi e i diritti dei cronisti con la nuova normativa»:

mercoledì, gennaio 25, 2023

L'arresto di Messina Denaro e il messaggio a Berlusconi


Giovanni Tizian e Nello Trocchia

«Eterodiretto», «portavoce dello stragista Graviano», amico e parente di Cesare Lupo, il boss che contro il carcere duro usa carte bollate e messaggi obliqui. Per ora è questo l'identikit di Salvatore Baiardo, l'uomo che ha predetto l'arresto di Matteo Messina Denaro in un'intervista su La7. 

Probabile che a questo profilo ricostruito da Domani attraverso la lettura di numerosi documenti investigativi e dopo aver consultato numerose fonti investigative, si aggiungano nuovi elementi visto che le sue dichiarazioni hanno attirato l'attenzione degli investigatori che lavorano ai dossier più delicati sulla mafia siciliana. Nel curriculum di Baiardo troviamo ruoli certificati da sentenze e altri avvolti ancora oggi dal mistero.

martedì, gennaio 24, 2023

IL DOSSIER. Sicilia, l’ex granaio d’Italia adesso importa il frumento canadese


In Sicilia dal 2018 le imprese agricole si sono ridotte del 35 per cento ed è diminuito il numero degli addetti, passando da 150 a 142mila

di Gioacchino Amato

Possiede un tesoro di 71 produzioni agricole certificate fra Ig, Dop e Igp ma importa l’80 per cento del cibo che consuma. È il paradosso della Sicilia patria dell’agricoltura di qualità ma che sconta un forte ritardo nelle infrastrutture e nella capacità di fare sistema e realizzare filiere di trasformazione dei prodotti. Un tema centrale dell’ottavo congresso regionale della Flai, la federazione che rappresenta i settori agricolo e ittico della Cgil, aperto ieri a Palermo con la relazione del segretario regionale Tonino Russo. «Eravamo il granaio d’Italia – spiega Russo – mentre adesso importiamo il grano persino dal Canada, mentre la superfice di terreno destinata a queste colture si è contratta in pochi anni di quasi il 10 per cento. Un controsenso ancora più grave in questo periodo di crisi determinato dalla guerra in Ucraina. 

IL RACCONTO. Felice e indifferente. La Trapani anni Ottanta che non volle la targa per Ciaccio Montalto, il magistrato che indagava su mafia e poteri forti

Gian Giacomo Ciaccio Montalto

Il
 silenzio della città ricca di banche e l’imbarazzo per la provocazione dell’intestazione di una strada. Era meglio affibbiare a Palermo il totem della criminalità organizzata e della resistenza civile. Il centro Scontrino con la loggia massonica Iside due, gli sportelli bancari pieni di soldi sporchi, la borghesia mafiosa

di Giacomo Pilati

Non c’era stato nessun effetto Dalla Chiesa. Nessun brivido aveva percorso le strade annoiate della città. Tutto scorreva come prima. Un fiume lento, come quelli di certi parchi acquatici. Nessuna primavera aveva segnato il cammino di una comunità distratta, impermeabile alle emozioni. La strage di via Carini a Palermo e prima l’omicidio di Pio La Torre, avevano indignato solo alcune parti politiche, i comunisti e pochi altri. Per il resto il solito cordoglio di occasione. Con la presunzione assolutoria che queste cose a Trapani non succedono. 
Perché Trapani è la città della gioia. 
Perché a Trapani la mafia non esiste; semmai è la solita invenzione dei giornalisti del nord. Con la manina di qualche giudice in cerca di pubblicità. Ecco, appunto. 
Giangiacomo Ciaccio Montalto agli occhi di tanti era uno di questi. 

I misteri trapanesi nella felice latitanza di Messina Denaro


ATTILIO BOLZONI

È misteriosa anche nella sua forma, protesa verso il mare come se dentro il mare volesse sprofondare. È lontana dalle superbie di Palermo capitale, è silenziosa, cupa nel suo essere indecifrabile. 

Per capire e scoprire la mafia nelle sue evoluzioni e nei suoi perfezionamenti bisogna tornare sempre lì, a Trapani. E nella sua provincia, da Castellammare fin giù in fondo alla Valle del Belice sino a Castelvetrano, a Mazara, a Campobello, a Marsala. È terra di logge, segrete e segretissime, non c'è inchiesta di un certo spessore che non abbia incontrato collegamenti con qualche "obbedienza", consorterie che comandano e comandavano con o senza Matteo Messina Denaro.

Perché in realtà lui è stato solo l'ultima personalità, se così possiamo definirla, cresciuta in una striscia di Sicilia che fa nascere capi o comunque pezzi da novanta del crimine da almeno un secolo.

Corleone, sarà messo in sicurezza il costone roccioso di Cozzo del Poggio: aggiuficati i lavori per 1 milione e 600 mila euro

Cozzo del Poggio

Aggiudicati per un milione e 600.000 euro i lavori per la messa in sicurezza del costone roccioso Cozzo del Poggio a Corleone. La gara d’appalto, celebrata all’Ufficio Regionale per l’espletamento di gare per l’appalto dei lavori (Urega), è stata vinta dall’impresa A.I.C.O. Consorzio Stabile scarl, che ha offerto un ribasso di oltre il 33 per cento. 

La parete rocciosa incombe su una zona densamente popolata della città. Rilievi tecnici e perizie geologiche hanno confermato che, a causa di ripetuti fenomeni estremi di maltempo, il costone necessita di un intervento urgente di consolidamento per proteggere in modo particolare gli edifici comunali destinati ad alloggi popolari del quartiere San Marco. 

lunedì, gennaio 23, 2023

LA STORIA. “Così andiamo in cerca degli ultracentenari”. Sono (quasi) tutte donne


DI BENEDETTA PERILL

È di pochi giorni fa la notizia della scomparsa della francese più anziana del pianeta che di anni ne stava per compiere 119. Ma chi stabilisce questi record? E secondo quali dati? Il Gerontology Research Group di Los Angeles certifica i primatisti mondiali. “Non abbiamo tutti i certificati di nascita ma attualmente gli over 110 sarebbero circa mille”. Donna record. Il 116° compleanno di Jeanne Calment Arrivata fino a quota 122 (è mancata nel 1997), è stata la persona più longeva di cui si abbia conoscenza 

Quando una persona supercentenaria muore, e finisce sulle pagine dei giornali di tutto il mondo, c’è subito un’altra supercentenaria pronta a prendere il suo posto nel primato degli individui più longevi al mondo. È successo proprio nei giorni scorsi quando alla notizia della scomparsa di suor André, la suora francese di 118 anni (ne stava per compiere 119) che deteneva il primato di super anziana, è immediatamente entrata in classifica una nuova miss longevità, ovvero Maria Branyas Morera, 115 anni, spagnola nata negli Stati Uniti che vive in una casa di riposo ad Olot. «Non è mai andata in ospedale, non si è mai rotta le ossa, sta bene, non ha dolori», ha spiegato la figlia 78enne. Il suo segreto? «La genetica». 

MARIO MONTI RICORDA L’AVVOCATO: “Cosmopolita e popolare, ha fatto crescere il nostro Paese”

Gianni Agnelli


DI MAURIZIO MOLINARI

Sono trascorsi due decenni dalla morte, eppure l’impronta di Gianni Agnelli è più viva e più forte che mai. Come ci racconta l’ex premier e commissario Ue che lo conosceva bene. Lo conobbi a Torino, dove allora insegnavo, nel 1977, durante una conferenza: un biglietto di Romiti mi avvisò che voleva incontrarmi. Avvertii un tuffo al cuore Iniziò un rapporto durato un quarto di secolo. Ha avuto una grossa influenza sulla mia formazione di italiano che si sente tale ma che guarda all’Europa. Importante fu la sua scelta di campo sull’aderire subito all’Eurozona. Nel dibattito c’erano posizioni diverse, lui però si schierò con me per il sì. Aveva una personalità poliedrica e magnetica: mi ha segnato, in modo discreto e rispettoso, così come ha segnato chiunque altro ci sia entrato in contatto

«Gianni Agnelli era un cosmopolita anomalo perché assai popolare in patria e contribuì a far crescere l’Italia, evitandole di cadere nei precipizi che di tanto in tanto si costruisce da sola». Così Mario Monti, ex presidente del Consiglio, ricorda l’Avvocato nel ventennale della sua scomparsa, scegliendo di mettere l’accento sul «ruolo svolto in innumerevoli occasioni per migliorare la reputazione, accrescere il ruolo del nostro Paese in Europa e nel mondo». Ricostruendo il ruolo che ebbe Agnelli, durante il governo Prodi, nel favorire una entrata da subito nell’Eurozona, contrastando chi invece era per un approccio più attendista. 
Quando è stato il suo primo incontro con Agnelli? 

Sabato prossimo al “Santa Chiara” di Corleone sarà presentato “La rosa dei venti”, il libro di Benedetta Marcianti

Sarà presentato a Corleone, sabato 28 gennaio alle 16,30, nel salone dell’Istituto S. Chiara, il libro della prof.ssa Benedetta Marcianti dall’originale titolo “La rosa dei venti”. 

Interverranno la prof.ssa Angela Pizzitola, la prof.ssa Monica Di Rosa e don Leo Pasqua, padre spirituale del seminario arcivescovile di Palermo. Interverrà anche l’autrice del libro. A coordinare il dibattito il prof. Claudio Di Palermo. 

Solarino (Sr), giornata di cittadinanza attiva in memoria del maresciallo CC Paolo Bordonato. Ricordati anche i corleonesi Bernardino Verro e Placido Rizzotto, esempi siciliani di lotta contro la mafia

Un momento della “Giornata di cittadinanza attiva”

INSIEME AL SINDACO DI SOLARINO, ALL’ON. ISMAELE LA VARDERA E A LAURA LIISTRO, ORGANIZZATRICE DELL’EVENTO, SONO INTERVENUTI I CORLEONESI NINO MELITA E NONUCCIO ANSELMO

SOLARINO (SR) - Un folto pubblico ha gremito l'Aula consiliare "Falcone e Borsellino" del Comune di Solarino in occasione dell'evento "Solarino Ricorda", organizzato dalla Galleria EtnoAntropologica con il patrocinio gratuito del Comune di Solarino e la collaborazione del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta O.S.J., svoltasi lo scorso 21 gennaio.

A SEGUIRE L’ALBUM FOTOGRAFICO DELL’EVENTO 

INTERVISTA al presidente del Tribunale di Palermo Balsamo, dopo l’arresto di Messina Denaro: “Costruire il diritto alla speranza”

Antonio Balsamo

Gli studenti di Castelvetrano: “Io vedo, io sento, io parlo”

di ROBERTA LISI

Per il presidente del Tribunale di Palermo Balsamo, l'arresto di Messina Denaro non chiude la partita con la mafia. E indica gli strumenti per combatterla

L’applauso spontaneo dei cittadini e delle cittadine di Palermo che in strada hanno assistito all’arresto di Matteo Messina Denaro, la manifestazione di studenti e studentesse che il giorno dopo hanno riempito la piazza di Castelvetrano sono segno di speranza e cambiamento irreversibile per Antonio Balsamo presidente del Tribunale di Palermo

domenica, gennaio 22, 2023

Messina Denaro e il vero "metodo Dalla Chiesa"


di ATTILIO BOLZONI

Ma quanti covi aveva Matteo Messina Denaro? Fra rifugi e "case nella sua disponibilità", e solo a Campobello di Mazara, se ne contano già sei. Sicuramente ne individueranno altri e probabilmente troveranno anche il covo giusto, quello con dentro un tesoro di carte e non solo pillole di Viagra o profumi.

Comunque è da brividi: sei ripari in poche centinaia di metri quadrati in un piccolo paese, in confronto a popolazione ed estensione del territorio, sono come 600 a Palermo. E poi tutti alla luce del sole. In una strada dietro l'altra, in superficie. E non sottoterra come i cunicoli della ‘ndrangheta di Platì sull'Aspromonte che servivano alla fuga dei ricercati, e non come nel ventre di Ganci sulle Madonie che era la tana dei briganti ai quali dava la caccia nell'èra fascista il prefetto Cesare Mori.

Il Pd è l'unica forza politica in cui si discute veramente


Piero Ignazi

L'Assemblea nazionale del Pd, benché sia un organo di dimensioni ipertrofiche, composto da ben più di mille membri, per una volta, ha riempito di senso la sua convocazione e, rispetto al passato, si possono cogliere alcune novità positive. 

La prima riguarda la qualità della relazione del segretario dimissionario, sofferta quanto nobile, e degli interventi dei candidati: articolata e pugnace Elly Schlein, solida e militante Paola De Micheli, pragmatico con un mix di efficientismo e solidarismo emiliano-romagnolo Stefano Bonaccini, evocativo ed orgoglioso della storia della sinistra Gianni Cuperlo. Profili e accenti diversi ma tutt'altro che incompatibili. E questa è la seconda nota positiva per il Pd. Nulla ricorda lo scontro all'arma bianca tra i renziani e i rottamandi del passato.

IL DOSSIER. Poliziotti, funzionari, parenti. Quelli che hanno detto no al “sistema” Messina Denaro

In alto: il commissario Saverio Montalbano e, a destra, il prefetto Fulvio Sodano In basso, il via alla nuova Calcestruzzi Ericina e l’imprenditrice Elena Ferraro

di Gioacchino Amato

I commissari Linares e Montalbano trasferiti, il prefetto Sodano rimosso la Calcestruzzi Ericina confiscata e rimessa in piedi, il cugino pentito e il nipote “ ribelle” Storie di eroica onestà

Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire la mappa dei fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, la “ borghesia mafiosa” citata dal procuratore capo Maurizio De Lucia. Ma c’è un’altra mappa tracciata dalle cronache di questi anni, quella che racconta di chi non ha fatto parte di quella rete di collusioni criminali e per questo ha pagato un prezzo altissimo. Funzionari sospesi o trasferiti, imprenditori finiti sotto scorta, parenti del superlatitante isolati perché considerati “traditori”. 

Fiancheggiatori dello Stato 

Mafia. Il vescovo di Trapani: coscienza civile narcotizzata, ma l'arresto è una svolta

Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani


di MIMMO MUOLO

Monsignor Pietro Maria Fragnelli dopo la cattura di Matteo Messina Denaro: per la rinascita dobbiamo essere tutti protagonisti. C'è ancora molto da imparare da don Puglisi e il giudice Livatino

Non si nasconde il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli. Pugliese, da dieci anni in Sicilia, parla di coscienza civile ancora «narcotizzata» e di zone grigie da superare. Ma ritiene l’arresto del boss Messina Denaro «una svolta». Guarda con speranza all’esempio dei giovani, «da sostenere e accompagnare». Ed è pronto, insieme con i confratelli vescovi siciliani e la Chiesa dell’isola, a fare la propria parte, perché l’esempio educativo di figure come Puglisi, Livatino e Biagio Conte diventi sempre più patrimonio di “anticorpi” a protezione della legalità.

sabato, gennaio 21, 2023

Accadde 102 anni fà. 1921: La nascita del Partito Comunista Italiano

Il teatro Carlo Goldoni di Livorno dove si svolse il XVII Congresso del Partito Socialista, dal 15 al 21 gennaio 1921. Una foto dell'interno del teatro durante i lavori congressuali

Gennaio 1921, a Livorno il Partito Socialista tiene il suo XVII congresso. Quattro anni prima con la rivoluzione d’ottobre i Soviet hanno preso il potere in Russia. Da quando nel 1847 Marx ed Engels hanno scritto il Manifesto del Partito Comunista, è la prima volta che “lo spettro che s’aggira per l’Europa” riesce a conquistare il potere.

Le conseguenze della rivoluzione sovietica si fanno sentire subito anche in Italia. Nel XVI congresso del PSI tenutosi nel ‘19 prevale la corrente massimalista, che spinge il partito ad aderire all’internazionale comunista.

Sicilia, 1893. Dall’eccidio di Caltavuturo ai Fasci. Storia di una repressione di Stato


di Pasquale Hamel

Dell’eccidio di Caltavuturo, consumato il 20 gennaio 1893, la memoria collettiva, anche quella dei siciliani conserva ben poche tracce e, se non fosse stato riesumato, quarant’anni fa da Il giorno di San Sebastiano, il lungometraggio di Pasquale Scimeca ben pochi l’avrebbero ricordato. Eppure, proprio Caltavuturo, piccolo borgo delle Madonie, fu il teatro del primo tragico fatto di sangue di cui fu protagonista il movimento dei Fasci siciliani. A monte di quell’eccidio, il cui pesante bilancio registrò ben 11 morti e 23 feriti, stavano ragioni antiche, l’atavica fame di terra e la sete di giustizia sociale dei contadini siciliani. A Caltavuturo tutto era iniziato nel lontano 1812 quando, abolita la feudalità, furono con essa travolti i cosiddetti usi civici, cioè il diritto che era riconosciuto agli abitanti del luogo di recarsi sui feudi per raccogliere legna e verdura. Era questo un modo per lenire i disagi della estrema povertà delle masse contadine che, come scriveva Adolfo Rossi sulla Tribuna stavano peggio che in altre regioni in quanto «vittime di un maggior numero di angherie, di usure e di soprusi». Grande feudatario di Caltavuturo era il duca di Ferrandina che possedeva un’estensione di terreno di ben 6.000 ettari. Il duca, uomo all’antica, come ci racconta nella sua ottima ricostruzione dei fatti Dino Paternostro che facciamo nostra, oppose resistenza alla popolazione che, nonostante tutto, continuava a fruire delle agevolazioni degli usi civici.

IL CASO. Ordini e legali conniventi. Ecco la vita dei boss al 41bis

di ANTONIO MARIA MIRA

Il mafioso Mazzagatti, all’ergastolo in regime duro, gestiva le imprese confiscate con i familiari

L’arresto e la detenzione di Matteo Messina Denaro rinfocolano il dibattito sul 41bis, il cosiddetto “carcere duro” per mafiosi e terroristi. C’è chi chiede di ammorbidirlo, ma nuovi casi di mafiosi che continuano a comandare e mandare ordini dal carcere inviterebbero invece a renderlo ancora più stringente. L’ultimo caso è proprio di ieri. Pietro Nìcola Mazzagatti, boss di Barcellona Pozzo di Gotto, all’ergastolo per due omicidi e vari altri gravi reati, in carcere al 41bis, era riuscito a rientrare in possesso dei beni che gli erano stati confiscati nel 2019, ben 32 milioni di euro.

Il comodino di Matteo Messina Denaro: non più bibbie e crocifissi, ma viagra e Rolex. La nuova mafia divorzia dalla Chiesa?



Luca Kocci intervista Augusto Cavadi

Quando Bernardo Provenzano venne arrestato, nel suo covo di Montagna dei Cavalli vennero ritrovate diverse Bibbie. Il padre carmelitano Mario Frittitta si recava regolarmente a Bagheria per celebrare messa nel rifugio del boss latitante Pietro Aglieri. Nell’appartamento di Campobello di Mazara in cui si nascondeva Matteo Messina Denaro invece i carabinieri hanno rinvenuto Viagra e profilattici. Un inedito rispetto alla tradizione dei “mafiosi devoti”, circondati da crocefissi e santini e sempre in prima fila nelle processioni patronali, che potrebbe significare una sorta di laicizzazione di Cosa nostra.

«È una novità, e mi riferisco non a ciò che si è trovato, quanto a ciò che non si è trovato: libri di devozione, statuine sacre, rosari», spiega Augusto Cavadi, palermitano, cofondatore della scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone e autore del Dio dei mafiosi.

È sorprendente anche per Messina Denaro?

L’arresto di Messina Denaro: al di là dei festeggiamenti


di Giuseppe Savagnone

Responsabile del sito della Pastorale della Cultura dell'Arcidiocesi di Palermo, www.tuttavia.eu. Scrittore ed Editorialista.

Qualche interrogativo

L’arresto di Matteo Messina Denaro costituisce sicuramente un successo importante nella lunga lotta dello Stato italiano contro “Cosa nostra”. Comprensibile, perciò l’esultanza dei rappresentanti delle istituzioni – Giorgia Meloni ha voluto volare a Palermo, per congratularsi personalmente con la Procura del capoluogo e i carabinieri – , ma anche della gente in strada.

Nel tripudio generale che ha salutato l’evento, c’è però il rischio di perdere di vista qualche aspetto che forse merita di essere rilevato. Perciò, senza sminuire i meriti di chi ha condotto le indagini e le ha portate a compimento, vale la pena di fermarsi a porsi qualche interrogativo, anche a costo di essere qualificati, per usare una espressione della stampa governativa, dei “rosiconi”, mai soddisfatti di quello che di buono si realizza nel paese.

venerdì, gennaio 20, 2023

Giornale di Sicilia: Figec al fianco dei giornalisti. Dieci giorni di sciopero contro taglio di organico e soppressione dell’edizione del lunedì


PALERMO – "L’editore dello storico quotidiano Giornale di Sicilia ha intenzione di ridurre ulteriormente la presenza dei giornalisti in organico ed eliminare l’edizione del lunedì. Una decisione che colpisce al cuore un pezzo di storia dell’informazione in Sicilia, mettendo a rischio la sopravvivenza di un organo d’informazione fondato nel 1860". 
Lo affermano i consiglieri nazionali siciliani della Figec Cisal esprimendo solidarietà ai giornalisti del Giornale di Sicilia che hanno affidato al Cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero, dei quali il primo è scattato subito e impedirà l’uscita del giornale che oggi non è in edicola.

Area Interna del Corleonese, del Sosio e del Torto: firmato il protocollo d’intesa

Da sinistra: Giuseppe Sciarabba, Andrea Messina, Nicoló Nicolosi, Elisabetta Mariotti, Vincenzo Falletta, Giovanni Xilo

Nuovo passo in avanti verso la fase operativa dell’Area Interna del Corleonese, del Sosio e del Torto. Al termine di un incontro alla Real Casina di Caccia di Ficuzza, i sindaci dei 16 Comuni che faranno parte della nuova unione hanno firmato il protocollo d’intesa per l’attuazione delle politiche territoriali della Regione Siciliana per il periodo di programmazione 2021-2027. Ciò significa che, attraverso questo protocollo d’intesa, i Comuni faranno squadra per accedere ai finanziamenti regionali, nazionali e comunitari.

Alla riunione hanno preso parte primi cittadini, segretari comunali e rappresentanti dei 16 Comuni dell’Area Interna che, insieme ad altre 3 in Sicilia, ha ricevuto il via libera della Conferenza Stato-Regioni la scorsa estate. Sono Bisacquino, Campofelice di Fitalia, Campofiorito, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Ciminna, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana, Godrano, Lercara Friddi, Palazzo Adriano, Prizzi, Roccamena, Roccapalumba, Vicari.

Intervista al presidente del Centro Impastato. Umberto Santino: “Tra boss e colletti bianchi 150 anni di convergenze per interessi e per cultura”


di GIOACCHINO AMATO

Si chiude una fase, ma attenti: la mafia è un insieme di tradizione e modernità. Accanto alle estorsioni ci sono gli appalti, la finanza il cybercrime. Quando Franchetti e Sonnino parlavano nel 1876 di “facinorosi della classe media” si riferivano a quella che oggi chiamiamo borghesia mafiosa. Non sono soltanto professionisti ma anche imprenditori dell’eolico, del turismo dei supermercati. E tanti rappresentanti delle istituzioni.

«Sembra l’abbiano scoperta adesso, ma io di borghesia mafiosa iniziai a parlare nel 1972 fra tanto scetticismo. 
E se si va ancora indietro, si arriva al 1876, all’inchiesta in Sicilia dei parlamentari Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino. I “facinorosi della classe media” che alimentano l’industria della violenza non sono altro che la borghesia mafiosa». 
Sorride sornione, Umberto Santino, fondatore del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, studioso da sempre del fenomeno mafioso, decine di saggi pubblicati e promotore del museo “No Mafia Memorial”. 
Ma oggi chi sono questi borghesi vicini alla mafia? 

SOLARINO RICORDA. Giornata di cittadinanza attiva in memoria del Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Paolo Bordonaro


La Galleria EtnoAntropologica di Solarino (Sr), con il patrocino gratuito del Comune di Solarino e la nobil collaborazione del 
Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta O.S.J., in occasione del 49° Anniversario della morte del Maresciallo Maggiore C/C Paolo Bordonaro intende ricordare la sua statura morale e l’impegno nella lotta alla mafia.

Sono passati 49 anni dalla morte del M.llo Magg. C/C Paolo Bordonaro ed ogni volta che rileggiamo le memorie scritte da lui ed il dossier “lotta alla mafia siciliana” ci sentiamo investiti sempre di una grande responsabilità che è quella di mantenere viva la memoria di un grande uomo, di “un innovatore attento e difensore della giustizia, Cavaliere della Repubblica e Cittadino esemplare”.

Accadde 130 anni fa: gli otto morti della strage di Caltavuturo del 20 gennaio 1893


di Dino Paternostro

Un gruppo di contadini di Caltavuturo non ebbe il tempo di dormire la notte del 19 gennaio 1893. Girò di casa in casa per convincere altri contadini a partecipare all’importante manifestazione del giorno dopo. «Ti raccomando, non mancare...», era la frase ripetuta a tutti a bassa voce. Poi le istruzioni: «Il segnale sarà il suono del corno: appena lo senti, mettiti in cammino. 

L’appuntamento è al Gorgo di S. Antonio, a ridosso di Terravecchia dal lato nord...». All’alba del 20 gennaio, si ritrovarono in centinaia ad occupare i 250 ettari di terra comunale, in contrada Sangiovannello. “Armati” di zappe, cominciarono a dissodare quella terra sognata da tempo, che l’amministrazione comunale aveva promesso, ma che mai aveva dato. Adesso era lì, davanti ai contadini, a portata delle loro zappe. «Vedremo se il sindaco Giuffrè continuerà a fare orecchie da mercante!», ripetevano come per incoraggiarsi a vicenda i contadini. In ogni angolo della Sicilia erano ormai nati i Fasci dei lavoratori.