DINO PATERNOSTRO
Ancora una tragedia a Corleone, alla vigilia di Natale. Un giovane di 40 anni, Luciano Rizzotto, è stato trovato senza vita nella propria abitazione, un casolare fuori dal centro abitato, dove stava da solo, senza luce, senza acqua e senza riscaldamenti. La notizia si è subito diffusa in paese alla vigilia di Natale e per tutta la giornata di oggi.
Le voci si rincorrono incontrollate: si dice che il Rizzotto non avesse buoni rapporti con i genitori, che non lo volevano più in casa. Ma la famiglia smentisce. Si dice del disagio psichico in cui versava il giovane. Anche questo non confermato. L’unica cosa certa è che le forze dell’ordine e la magistratura non hanno rilevato responsabilità penali a carico di altri soggetti, ed hanno autorizzato il seppellimento. I funerali, infatti, si svolgeranno domani 26 dicembre alle ore 12.00 nella Chiesa Madre di S. Martino.
Tanto dolore è stato espresso in queste ore sulle pagine Facebook per questa nuova tragedia, che segue di qualche settimana quella dell’omicidio-suicidio Milone-Pecoraro. E tante accuse alla insensibilità umana, a chi sapeva e non ha fatto nulla per prevenire, singole persone, associazioni, parrocchie, amministrazione comunale. Ma sparare nel mucchio serve a poco. Tutti colpevoli, nessun colpevole. La rabbia non è mai una buona consigliera. Su quello che passa per la testa di una persona che ha scelto di farla finita è impossibile discutere. Si può solo fare silenzio.
È necessario invece parlare e discutere (se è il caso, urlare!) per attivare un confronto serio e approfondito tra le istituzioni (Comune e Distretto sanitario) e le associazioni cittadine, comprese le parrocchie, i sindacati le associazioni.
Il comune e il distretto sanitario hanno nei loro organici assistenti sociali e psicologi, che (se non l’hanno fatto) dovrebbero monitorare dettagliatamente i casi di singoli e/o di nuclei familiari con disagio psico-socio-economico. E indicare gli interventi possibili, con l’obiettivo di arrivare il giorno prima delle tragedie, piuttosto che piangere il giorno dopo.
Comune e Distretto sanitario, in stretto raccordo con le associazioni, dovrebbero attivare sportelli di ascolto sul territorio, per raccogliere le grida (o i sussurri) di allarme dei cittadini (giovani e non) con disagio e difficoltà. Dovrebbero attivare strutture per l’accoglienza delle persone fragili.
La Camera del lavoro di Corleone e la Lega pensionati Cgil (Spi), con una lettera inviata a comune e Distretto sanitario, avevano chiesto un urgente incontro dopo la tragedia dell’omicidio-suicidio. Non è stato convocato. Speriamo che questa nuova tragedia almeno acceleri l’incontro e la ricerca di soluzioni concrete ed efficaci, che ci facciano uscire dall’isteria impotente ed individuare percorsi attivabili di “pronto soccorso sociale”.
Dino Paternostro


1 commento:
Sono Giovanni Giaccone.
Mi dispiace , non e' questione di distretto socio-sanitario, non e' questione di Sindaco, non e' questione di ASP: e' questione di persone che camminano per le strade di Corleone, nelle trazzere delle periferie del paese e' incontrano una persona malvestita, una persona che verisilmente ha smesso di praticare in maniera estrema ed assoluta le azioni della cura personale , una persona che dorme in una tana senza luce e senza acqua. Come mai nessuna delle persone che sapeva, che vedeva questo tsunami, che incontrava questo terremoto di segnali ha segnalato all' ASP , al Sindaco , ai Carabinieri ,alla Polizia, ai Parroci , alla San Vincenzo , alla Caritas, che nel territorio del comune viveva una persona che mandava tanti segnali di disagio e richieste di aiuto. Avendo io un figlio con malattia psichiatrica conosco le operazioni mentali che si applicano agli scarti dell'umanita'. Tutti i fragili ,i malati psichiatrici, le persone con deficit cognitivi , i consumatori di droghe non meritano gli accertamenti per stabilire la causa della morte?
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