mercoledì, dicembre 17, 2025

Un altro ricordo di Giuliana Saladino: un suo articolo per Città Nuove del dicembre 1993: “Palermo, nasce la nuova speranza. Anche Corleone è riuscita a voltare pagina”

Città Nuove, dicembre 1993


La prima pagina del giornale

di GIULIANA SALADINO

Palermo, nasce la nuova speranza.  Anche Corleone è riuscita a voltare pagina… peccato non avere conquistato anche la maggioranza consiliare. 

Palermo anno uno, possiamo dirlo davvero. Anno uno a partire da quelle stragi di mafia del maggio e del luglio 1992 che hanno messo in moto le coscienze dei palermitani, che hanno scatenato una sofferenza non sterile, una ribellione lungamente covata, una decisione, mai così determinata e precisa, di sottrarre consenso alla mafia, quel consenso tacito e complice che tanti danni e lutti ci ha portato.

Sono passati solo 17 mesi dal giorno dell'ultima strage e Palermo non è più quella: ha pianto, ha gridato, è scesa in strada, ha appeso lenzuoli, ha fatto digiuni, conferenze, dibattiti, messe, cortei, telegrammi, fiaccolate, si è raggruppata in associazioni, gruppi e comitati e in tutti i modi ha tenuto alta quella tensione antimafia che negli anni precedenti, affidata solo allo Stato ben farcito di pezzi deviati, finiva per spegnersi dopo 30 giorni.

Non è più così; lo Stato ha fatto la sua parte e i cittadini la loro, con risultati tangibili e impensabili: preso il killer di Lima, catturato il commando della strage di Capaci, reo confesso il killer di Libero Grassi, in trappola alcuni della strage di via D'Amelio, i peggiori boss detenuti a Pianosa, Riina sempre più livido nelle aule giudiziarie incassa e si trincera nel silenzio mentre tutta Italia ride alle sue spalle per quel sintetico trattatino di “morale” che non transige sulla monogamia e chi lo sa, pensa qualcuno, sarebbe stato meglio qualche moglie in più e qualche omicidio in meno…

Palermo è segnata dal dolore, rinasce mentre crollano tutti i muri. Il muro della Dc, smantellato dal Veneto fino ad Alcamo, il muro della Chiesa che faticosamente prende le distanze da ladri e mafiosi annidati nei palazzi del potere, il muro della mafia, almeno sella sua componente armata.

Il 21 novembre Palermo ha votato 

mo, il muro della Chiesa che faticosamente prende le distanze da ladri e mafiosi annidati nei palazzi del potere, il muro della mafia, almeno nella sua componente armata.

Il 21 novembre Palermo ha votato quasi festosamente, libera per la prima volta da ogni condizionamento: nelle terribili borgate che davano fino al 70 % alla Dc nè le sacrestie nè tantomeno i capicosca sapevano quale indicazione dare; in queste condizioni di inaudita libertà la città ha attribuito a Orlando il 75 %

dei voti, il 4 % al Msi, il 13 % alla Dc (- 37 %!) e ha selezionato un consiglio comunale che non sarà un bastone tra le ruote.

Senza illusioni, senza trionfalismi, senza ingenuità, senza far le cose facili, poiché come dice il procuratore Caselli "la strada è lunghissima", Palermo comincia una nuova stagione.

Anche Corleone è riuscita a voltare pagina come Alcamo, come Marsala, come Paternò, come cento altri grossi centri siciliani. Ma perché, gira e rigira, la sinistra non ha trovato un accordo al suo interno per conquistare anche la maggioranza consiliare? Peccato, avremmo avuto l’occasione di festeggiare fino in fondo. Toccherà ai corleonesi di buona pasta democratica e anti-mafiosa continuare a premere sul muro  fino a farlo crollare. 

Giuliana Saladino

Città Nuove Corleone

Dicembre 1993 

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