mercoledì, dicembre 10, 2025

Maxi blitz antimafia a Palermo, 50 arresti. Il procuratore: poche denunce rispetto al numero delle estorsioni


L’inchiesta ha fatto luce su un vasto traffico di stupefacenti e ha svelato i nuovi organigrammi del mandamento della Noce. Tutti i nomi degli arrestati. 
Cgil su blitz antimafia: “Sostegno alle forze dell’ordine. Serve impegno continuo per smantellare le piazze di spaccio”

Maxi operazione contro i clan mafiosi e il narcotraffico. La Polizia ha eseguito misure cautelari nei confronti di 50 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio.

Non solo droga ma anche racket: le casse mafiose di Cosa nostra sarebbero tornate a gonfiarsi con stupefacenti ed estorsioni. E il pizzo, in particolare, ritorna prepotente sul territorio: è il segnale della nuova riorganizzazione delle famiglie dopo il duro colpo inflitto dagli arresti di febbraio. L’operazione è scattata intorno alle 2,50, quando il silenzio della notte è stato squarciato dagli elicotteri che si sono alzati sulla città, illuminando centro e periferie. 

Per 19 indagati il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, per altri 6 gli arresti domiciliari, mentre per 25 è stato emesso un provvedimento di fermo.

C'è anche il mandamento mafioso della «Noce» nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che oggi ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari. L’indagine ha permesso di ricostruire posizioni e ruoli nelle famiglie mafiose di Noce, Cruillas ed Altarello, e di ricostruire le attività illecite nel territorio. Il vuoto di potere, generato dagli ultimi arresti, avrebbe dato spazio a nuovi personaggi intenzionati a scalare le posizioni di vertice del clan. Oltre agli aspiranti boss nel mirino degli investigatori sono finiti nomi noti con curricula di tutto rispetto all’interno di Cosa nostra. Tra loro un anziano boss, in grado di decidere le strategie del clan.

Identificato anche il nuovo capo del mandamento che avrebbe preso il comando in virtù della sua parentela con un ex reggente. Nelle casse delle cosche - ha accertato l’indagine - continuano a finire i soldi delle estorsioni: sei quelle messe a segno a carico di negozi e attività imprenditoriali della zona. Nell’ambito di questa tranche dell’inchiesta sono stati emessi 11 decreti di fermo.

Il procuratore capo di Palermo: Cosa nostra accumula ricchezza

«Sappiamo bene che il numero delle estorsioni è sensibilmente superiore rispetto al numero delle denunce. E qui c'è poco da fare: i commercianti devono comprendere che non solo esistono forze di polizia responsabili e professionali che possono proteggerli, ma soprattutto che esiste non da ora una legislazione di aiuto ai commercianti che denunciano che deve essere utilizzata e per la quale ci vuole comprensione». Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia nel corso della conferenza stampa alla squadra mobile di Palermo per illustrare l’operazione che ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari. «Ci sono vecchi esponenti mafiosi ma nuove leve sembrano emergere. Anche questa è una caratteristica dell’organizzazione che è - ha aggiungo -
comunque attrattiva rispetto ai giovani, purtroppo perché non ci sono alternative valide. Questo è un grossissimo problema perché al di là della repressione penale che noi e le forze di polizia possiamo esercitare il problema è offrire alternative serie di vita a una grande parte della popolazione giovane di questa città».

Secondo quanto emerge dall’inchiesta, «estorsioni e traffico di stupefacenti - ha aggiunto - continuano ad essere le due principali attività e fonti di approvvigionamento, assieme al settore delle scommesse».

«Cosa nostra - prosegue De Lucia - è attenta ai mutamenti e in questo momento ha un importante obiettivo che è quello di tornare ad accumulare ricchezza e per farlo deve fare ricorso a un intervento sul mercato degli stupefacenti. Le misure cautelari che sono state applicate nelle ultime ore servono a disarticolare due mandamenti mafiosi quello di Brancaccio e della Noce, due mandamenti storici della Cosa nostra palermitana, in particolare, con riferimento alla distribuzione dello stupefacente e le estorsioni ai commercianti».

«Le strategie dell’organizzazione mafiosa - ha aggiunto il procuratore - continuano a essere accumulazione del capitale, governo del territorio e le misure cautelari che sono applicate testimoniano proprio che cosa nostra sia tutt'altro che sconfitta».

Il questore: coordinamento tra tutte le forze di polizia

«Il dato che emerge dall’operazione di stanotte è l’assoluta trasversalità, capillarità e continuità di tutta la polizia perché in questa attività c'è tutto l’impegno che sviene svolto dai poliziotti di questa città. C'è il coordinamento tra varie sezioni della Mobile, tra uffici territoriali con la Mobile e con gli uffici centrali come il Sisco e che non potrebbe essere fatto se non ci fosse il controllo quotidiano del territorio, quello svolto in silenzio. In questa occasione viene reso visibile impegno quotidiano ad azione e impegno dell’attività di controllo di polizia». Lo ha detto il questore di Palermo, Maurizio Vito Calvino, incontrando i giornalisti alla Squadra mobile.

«Un’azione che si inserisce nel controllo del territorio quotidiano che tanto ci impegna per e cerca di contrastare e aumentare la percezione di sicurezza del cittadino. Anche questi arresti vanno in questa direzione».

Il capo della Squadra Mobile: 4 le attività investigative

«L'indagine che riguarda 50 indagati comprende 4 attività investigative: due da parte della sezione sezione antidroga della squadra mobile e che ha visto l'esecuzione di 25 provvedimenti cautelari, una della sezione criminalità organizzata con il Sisco, il servizio investigativo dello Sco e che ha riguardato il mandamento della Noce che comprende anche le famiglie di Cruillas, Malaspina e Altarello nell’ambito della quale abbiamo registrato sei episodi estorsivi. E infine l’ultima condotta dal commissariato di Brancaccio». Lo ha detto Antonio Sfamemi, capo della Squadra Mobile di Palermo, nel corso della conferenza stampa organizzata negli uffici della questura.

Il procuratore aggiunto di Palermo: a Palermo pure una piazza di spaccio virtuale

«Sono prevalentemente quattro le organizzazioni che si occupano del traffico di stupefacenti a Palermo e sono prevalentemente nel mandamento mafioso di Brancaccio. Siamo in presenza di organizzazioni fortemente strutturate, in un caso è emerso il rapporto stretto con un clan della camorra». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Vito Di Giorgio, incontrando i giornalisti alla Squadra Mobile di Palermo dopo il blitz antidroga.

«Nel corso dell’inchiesta - ha spiegato - sono stati sequestrati oltre 2 quintali di hashish e 4 chili di cocaina. Ma l’aspetto che più colpisce è la meticolosità nel mettere su il traffico che passa dalla fornitura, allo stoccaggio per essere poi immesso nel mercato locale da soggetti di fiducia. In un caso è stato previsto il servizio taxi ed è stato rinvenuto un libro mastro con entrate e uscite relative a vendite degli stupefacenti».

Inoltre, ha spiegato il magistrato, oltre alle tradizionali piazze fisiche è stata anche «accertata anche una piazza virtuale su Telegram con un canale dedicato allo spaccio con foto delle sostanze disponibili, le quantità e le scontistiche da applicare».

Il capo del servizio investigativo dello Sco: la mafia sa rigenerarsi

«Il mandamento della Noce ha una capacità di rigenerarsi che è sorprendente. E questo ci impone di fotografare la situazione immediatamente dopo ogni operazione per individuare le figure apicali di cosa nostra, sia per il traffico di stupefacenti sia dal punto di vista delle estorsioni. Il controllo è capillare e le vittime vengono scelte in modo non casuale: l’organizzazione infatti studia il territorio e viene scelto chi difficilmente si rivolgerà alle istituzioni». Lo ha detto Valentina Crispi, capo del servizio investigativo del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

I nomi

Il gip di Palermo Lirio Conti ha complessivamente disposto la custodia cautelare in carcere per Michele Arena, 45 anni; Giovanni Bagnasco, 36 anni; Vincenzo Bellomonte, 49 anni; Ivan Bonaccorso, 46 anni; Giuseppe Bronte, 31 anni; Antonino De Luca, 55 anni; Girolamo De Luca, 37 anni; Gioacchino Di Maggio, 43 anni; Vittorio Di Maio, 34 anni; Giuseppe Focarino, 60 anni; Castrenze Fruttaldo, 57 anni; Pasquale Fruttaldo, 48 anni; Salvatore Gnoffo, 35 anni; Antonio Mercurio, 38 anni; Pietro Mira, 33 anni; Giuseppe Rocco, 48 anni, Vincenzo Ruffano, 68 anni; Agostino Sansone, 60 anni; Alessandro Scelta, 30 anni. Agli arresti domiciliari vanno: Giuseppe Castigliola, 40 anni; Ignazio Cottone, 43 anni; Vincenzo D’Angelo, 56 anni; Giuseppe Di Cara, 35 anni; Girolamo Federico, 54 anni; Ignazio Randazzo, 71 anni. Questi invece gli indagati sottoposti a due distinti provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo: Fausto Seidita, Salvatore Peritore, Cosimo Semprecondio, Calogero Cusimano, Pietro Di Napoli, Vincenzo Tumminia, Paolo Bono, Girolamo Quartararo, Dario Bocchino, Carlo Castagna, Benedetto Di Cara, Antonino Augello, Giuseppe Bronzolino, Onofrio Bronzolino, Maria Candura, Salvatore Candura, Mario Ferrazzano, Massimo Ferrazzano, Guglielmo Giannone, Francesco Lo Monaco, Mario Macaluso, Antonino Marino, Pietro Marino, Francesco Oliveri e Giuseppe Pitarresi

GdS, 10/12/2025

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Cgil su blitz antimafia: “Sostegno alle forze dell’ordine. Serve impegno continuo per smantellare le piazze di spaccio”

Palermo 10 dicembre 2025 – Plauso dalla Cgil Palermo alle forze dell’ordine per l’operazione antimafia e antidroga che ha portato a 25 arresti e 25 fermi e che ha riguardato diversi quartieri della città,

Ancora una volta a Palermo un blitz che svela il mercato del dolore e della droga che in tanti quartieri produce non solo violenza diffusa e preoccupazione ma alimenta vecchie e nuove cosche, pronte a condizionare zone di territorio e di affari sempre più ampie – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo - Il tema della droga sta dentro tutte le vicende drammatiche che hanno colpito la città: smantellare le piazze di spaccio e l’economia illegale attorno al traffico e al consumo di stupefacenti, che di fatto sostengono anche il traffico delle armi, è necessario per interrompere questa spirale di violenza, che non può essere più tollerata e a volte giustificata. Esprimiamo sostegno alla forze dell’ordine e rinnoviamo l’appello a un impegno forte e costante in questa direzione, senza sottovalutazioni”.

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