Il 1° dicembre 2025, si è riunita la Segreteria del Partito “Socialismo XXI” – Regione Sicilia, per discutere delle gravi problematiche che affliggono il nostro Paese e, in particolare, delle condizioni in cui versa la nostra regione, a tre anni esatti dall’elezione di Renato Schifani (FdI) e del suo governo.
Ne viene fuori un quadro impietoso delle condizioni generali e della qualità della vita dei siciliani, che ancora una volta si trovano a dover fare i conti con una pessima qualità della vita, per via della crisi economica che ha investito le famiglie, per la mancanza di lavoro e di lavoro di qualità, con adeguate retribuzioni ed orari impossibili da conciliare con le esigenze di cura della famiglia o per il tempo libero.
Le famiglie siciliane, come quelle del resto del Paese, non ce la fanno più a sostenere le spese per assicurare ai figli il necessario, per frequentare persino la scuola dell’obbligo. I giovani, nella stragrande maggioranza, si trovano a dover rinunciare a proseguire gli studi, oltre l’obbligo scolastico, perché si trovano costretti a lavorare (spessissimo precari ed anche in nero), per contribuire al bilancio familiare.
Inoltre, il territorio danneggiato dal cambiamento climatico e da decenni di incuria, vede lavori di ripristino, tuttora in corso, che procedono con lentezza inaudita. La carenza di infrastrutture, come la rete ferroviaria ancora ad un solo binario e scollegata nella continuità, come il nodo di Caltanissetta, che obbliga i passeggeri a cambiare treno per proseguire a destinazione, ci fanno capire come tutto ciò non favorisca la mobilità interna, per ragioni di lavoro, di studio o semplicemente per svago. Però il governo nazionale, con il beneplacito del governo regionale (stessa coalizione di centrodestra) pensa a voler realizzare il ponte sullo stretto, come priorità su alti bisogni, peraltro bocciato due volte dalla Corte dei Conti (significherà qualcosa!).
Anche il turismo risulta fortemente penalizzato, una tra tutte, la mancanza di politiche dei prezzi per il trasporto aereo, che faciliterebbero la scelta dell’isola da parte di turisti italiani e stranieri, ma anche a causa della mancanza di adeguate infrastrutture, di cui sopra.
Il turismo, che da solo potrebbe trainare l’economia siciliana, fornisce lavoro precario e spesso improvvisato, proprio per mancanza di scelte adeguate; invece i governi regionale e nazionale, mirano unicamente ad aumentare le tassazioni delle piccole aziende esistenti, oppure colpire gli “affitti brevi” che offrono possibilità di alloggio alternativo, a famiglie/persone singole/giovani con redditi che non permettono loro una vacanza in costose strutture.
Abbiamo anche trattato il grande scottante tema della Sanità siciliana, che versa in condizioni pietose: le liste d’attesa lunghissime, anche anni, per ottenere esami importanti o trattamenti che dovrebbero essere erogati con tempestività. Ciò obbliga i cittadini a rivolgersi ai privati, che in questi ultimi anni, abbiamo visto proliferare come funghi, a discapito della Sanità pubblica! La gente, sempre più impoverita, è costretta a rinunciare alle cure e i viaggi della speranza, per curarsi in ospedali di alta specializzazione nel Nord Italia, proliferano. Su cosa e come si muove la Sanità nell’isola, lo spiega bene la recente inchiesta sugli appalti, dell’Asp di Palermo, che vede ancora una volta protagonista, l’ex presidente della regione Salvatore Cuffaro, detto Totò ed altri esponenti politici legati al centrodestra.
L’Istruzione Pubblica è quasi del tutto sparita, favorendo il proliferare di istituti privati e di innumerevoli università private, soprattutto online, che promettono, dietro lauti pagamenti, attestazioni di diplomi, lauree e quant’altro, equiparati per legge a quelli rilasciati delle Università Pubbliche, un tempo luoghi di autentica cultura e che oggi rischiano di essere surclassate da “aziende” del sapere, il cui principale obiettivo è il proprio profitto, a discapito della cultura e di chi vi lavora. Chi può continuare gli studi all’università, sceglie di andare a studiare altrove, per poi rimanervi, a causa della mancanza di politiche che valorizzino le scuole e le università pubbliche, portando via dall’isola preziose risorse e brillanti intelligenze, che la scuola non è in grado di far brillare e le amministrazioni locali non sono in grado di trattenere.
In sintesi, una volta si abbandonava la Sicilia per emigrare con una valigia di cartone, oggi la si abbandona con la laurea in tasca… o addirittura prima, per andare a studiare all’estero, sempre per chi può permetterselo!
Per queste motivazioni e per amore delle nuove generazioni, Socialismo XXI è nato il 14 giugno 2025, a Roma, con il proposito di intraprendere un percorso politico determinato: costruire un programma chiaro che sappia parlare ai veri bisogni dei cittadini e che la gente non percepisca come lontano da sé, per tornare a fidarsi della Politica, attraverso quei partiti politici che si rifanno ad una lunga tradizione democratica, come il Socialismo, che affonda le sue radici nel 1892.
Partito “Socialismo XXI” Sicilia

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