domenica, dicembre 07, 2025

La tragedia di Corleone non è un episodio isolato: è il grido di tanti genitori che vivono nella paura del “dopo di noi”

LUCA TRAPANESE

Luca Trapanese e la figlia

Giusi Milone e la madre
La tragedia di Corleone, una madre anziana di 78 anni che strangola la figlia autistica di 47 anni e poi si toglie la vita, è una ferita che ci obbliga a guardarci dentro. 
Non è un episodio isolato: è il grido di tanti genitori che vivono nella paura del “dopo di noi”. Lo ripeto da anni: il sistema non funziona. I fondi non bastano. La visione è sbagliata.

E troppo spesso chi decide non conosce davvero la vita, le fatiche, la solitudine delle famiglie con figli con disabilità. Le foto di rito e le inaugurazioni non bastano. Serve un cambio totale di prospettiva: la disabilità deve entrare in ogni scelta pubblica scuola, lavoro, autonomia, affettività, sessualità. Ovunque. 

LEGGI I COMMENTI (Invitiamo i lettori a leggere non solo la struggente nota di Luca Trapanese, ma anche i tanti commenti dei lettori, che ci fanno capire come questa tragedia di Corleone non la si possa liquidare come una tragedia familiare e basta. La tragedia è anche sociale e coinvolge tutti  anche coloro che non si sentono coinvolti. Crediamo che bisognerebbe offrire alle famiglie corleonesi un luogo di confronto sulla realtà vera di queste tragedie, provando INSIEME a trovare risposte concrete sempre più efficaci. INVITIAMO I SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE, I SERVIZI SOCIOSANITARI DEL DISTRETTO SANITARIO E IL SERVIZIO DI PSICHIATRIA DELL’ASP A MUOVERSI IN QUESTA DIREZIONE. (dp)

Forse sembrerò duro, ma la verità è questa: molti genitori temono che, quando loro non ci saranno più, i loro figli resteranno soli, abbandonati, invisibili.

E questo pensiero li schiaccia. Ed è più che comprensibile.

Anch’io, quando penso alla mia vecchiaia e al futuro di Alba, sento quella stessa paura affacciarsi.

Ed è proprio per questo che il mio impegno, costi quel che costi, andrà nella costruzione di un sistema che finalmente inizi a funzionare.

Perché non ci siano più storie di disperazione.

Perchè ci siano famiglie che possano guardare con serenità al futuro dei propri figli con disabilità.

È un dovere!

Luca Trapanese

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