lunedì, dicembre 08, 2025

Corleone. «Non reggo più, perdono»: la disperata lettera d’addio di Lucia Pecoraro. Martedì 9 dicembre i funerali in Matrice


FABIO GERACI

«Scusatemi, ma non ce la faccio più. Chiedo perdono a tutti, non so più come fare a tirare avanti». Così ha scritto Lucia Pecoraro, 78 anni, nella casa di via Crispi a Corleone, prima di uccidere la figlia disabile Giuseppina Milone, 47 anni, per poi uccidersi a sua volta. 

Un biglietto breve, trovato sul tavolo sabato mattina, quando i nipoti, non ricevendo risposta, hanno forzato una persiana e scoperto la tragedia. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la mamma avrebbe strangolato Giuseppina in soggiorno utilizzando una corda, poi sarebbe salita al piano superiore per togliersi la vita. In casa sono stati trovati anche altri fogli scritti a mano dall’anziana: si tratta di appunti nei quali annotava le preoccupazioni degli ultimi mesi, soprattutto dopo la morte del marito Salvatore Milone, infermiere dell’ospedale dei Bianchi, molto conosciuto in paese.

«Con la sua scomparsa è venuto meno il pilastro della famiglia», ricordano i vicini.

I funerali delle due donne saranno celebrati domani alle 15,30 nella chiesa San Martino. La comunità si prepara intanto a un incontro di preghiera presieduto dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi. «Alle 21 ci ritroveremo - dicono dalla parrocchia - come comunità corleonese, nella chiesa di Santa Maria di Gesù, per una veglia nella quale eleveremo la nostra supplica a Cristo nostra unica speranza, lasciandoci abbracciare e consolare dalla sua misericordia, unendoci al dolore dei parenti delle famiglie Milone e Pecoraro». 

Intanto oggi in segno di lutto non si terrà la prevista processione della Madonna Immacolata, la co-patrona di Corleone assieme a San Leoluca.

Giuseppina, affetta da una grave forma di autismo, era accudita ogni giorno da una cugina e da alcuni volontari. Dopo un viaggio a Pompei con il gruppo parrocchiale era tornata molto stanca, con difficoltà crescenti a camminare e ad alzarsi. Proprio sabato erano stati programmati nuovi esami, tra cui una radiografia alla colonna vertebrale. I nipoti sarebbero dovuti passare a prenderla ma si sono trovati di fronte la terribile scena di madre e figlia senza vita. Le difficoltà quotidiane ormai diventate ingestibili, la solitudine dopo la scomparsa del marito e il peggioramento della figlia avrebbero travolto Lucia, spezzando un equilibrio evidentemente troppo fragile.

Un dramma che in tanti riconoscono come specchio di una condizione condivisa da molte famiglie. «La nostra comunità dei genitori - dice l’ex assessore comunale di Palermo Rosi Pennino - si stringe fortissimo al dolore straziante per i fatti di Corleone. Non possiamo che rivederci in tutto quello che è accaduto, perché ogni giorno viviamo l’incertezza del futuro e il peso degli anni che avanzano. Non possiamo ancora sentire parole vuote - aggiunge Rosi Pennino, mamma di una ragazza autistica e fondatrice dell’associazione Parlautismo - che parlano del “dopo di noi”, che è una legge che nella realtà non si è mai tradotta e va rivista, corretta. Noi vogliamo una legge che parli del “durante noi”. Ci interessa sapere mentre siamo in vita cosa ne sarà dei nostri figli». Valentina Chinnici, deputato all’Ars e vicesegretario regionale del Pd, conferma che «il vero scandalo» sono i 41 milioni di euro della legge sul Dopo di noi, «bloccati perché i nostri distretti sanitari non riescono a presentare progetti». E il deputato M5S Daniela Morfino: «Riflettiamo su come lo Stato aiuta, anzi non aiuta le famiglie che si trovano nella stessa situazione».

Giornale di Sicilia, 8/12/2025

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