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| Un’antica immagine del municipio di Solarino |
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| Il sigillo borbonico |
Quando si parla dell’autonomia del Comunello di San Paolo Solarino, ufficialmente proclamata da Francesco I il 20 dicembre 1827, si rischia spesso di trascurare un dato storico fondamentale: l’identità politica e amministrativa del Comune era già pienamente riconoscibile almeno sette anni prima, come dimostra il sigillo borbonico del 1820.
Quel sigillo, oggi conservato nella documentazione d’archivio, non rappresenta un semplice ornamento burocratico. Nel Regno delle Due Sicilie, il sigillo era strumento di legittimazione giuridica: certificava l’autenticità degli atti, sanciva l’autorità dell’ente che lo utilizzava e attestava l’esistenza di una struttura amministrativa riconosciuta dal potere centrale. La sua presenza sui documenti di San Paolo Solarino nel 1820 dimostra che il Comunello operava già come soggetto politico distinto, seppur in un quadro istituzionale ancora privo di piena autonomia.
Nel contesto dei primi decenni dell’Ottocento, segnati da moti costituzionali e tensioni rivoluzionarie, il sigillo borbonico assumeva un valore ancora più significativo.
Esso incarnava la continuità dello Stato, la sovranità dinastica e il controllo amministrativo del territorio. Allo stesso tempo, però, consentiva alle comunità locali di esercitare funzioni civili essenziali: la registrazione degli atti di stato civile, l’amministrazione della giustizia minore, la gestione della fiscalità e delle opere pubbliche.
L’atto di matrimonio del 1820, conservato presso l’Archivio storico di Siracusa e munito del sigillo borbonico, rappresenta una testimonianza concreta di questa realtà.
Non solo certifica la validità legale dell’atto, ma attesta la presenza di un apparato comunale funzionante, capace di interagire con l’autorità statale.
In altre parole, San Paolo Solarino esisteva politicamente prima dell’autonomia formale, e il sigillo ne è la prova materiale.
È importante sottolineare che l’autonomia comunale dell’epoca non coincideva con il moderno concetto di autogoverno.
I decurioni erano nominati dall’alto, i sindaci scelti dal sovrano, i segretari stipendiati e sottoposti a rigidi controlli.
Le finanze locali dipendevano dai trasferimenti statali e dai bilanci approvati a Napoli. Tuttavia, all’interno di questi limiti, il Comunello di San Paolo Solarino esercitava già una identità amministrativa riconosciuta, sancita proprio dall’uso del sigillo.
Il sigillo del 1820, con lo scudo borbonico, rappresenta dunque un compromesso storico tra autorità centrale e amministrazione locale.
Non conferiva autonomia piena, ma certificava l’esistenza di una comunità dotata di funzioni civili e di una propria riconoscibilità istituzionale.
È in questo senso che il sigillo diventa elemento chiave per comprendere la storia di San Paolo Solarino: non un punto di arrivo, ma un segno anticipatore dell’autonomia del 1827.
La recente ricostruzione dei sigilli cittadini, dalla fondazione del feudo dei Requesens fino all’età contemporanea, consente di leggere in filigrana l’evoluzione della comunità. Attraverso questi simboli emergono continuità, crisi, trasformazioni e momenti di riconoscimento istituzionale che raccontano una storia più complessa e profonda di quanto spesso si creda.
Riscoprire e valorizzare la storia di San Paolo Solarino attraverso simboli come il sigillo borbonico del 1820 non è solo un esercizio di memoria, ma un’opportunità concreta per rafforzare l’identità popolare e comunitaria.
Sebbene oggi Solarino possa apparire come una comunità giovane, la sua storia ha radici profonde, che attraversa secoli di vicende, fatti ed eventi che hanno plasmato la sua identità.
Ogni documento, simbolo o tassello storico diventa così uno strumento attraverso cui la comunità può riconoscersi, comprendere le proprie radici e trasmettere valori condivisi alle nuove generazioni.
Il recupero di questa memoria consente di costruire una coscienza civica più consapevole, di alimentare il senso di appartenenza e di promuovere iniziative culturali, educative e turistiche che valorizzino il patrimonio locale.
In questo modo, l’eredità storica di Solarino non resta confinata agli archivi, ma diventa motore di coesione sociale, orgoglio civico e sviluppo culturale, contribuendo a rendere la comunità più unita, resiliente e consapevole del proprio ruolo nella storia regionale e nazionale.
Laura Liistro


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