Fabio Geraci
Turni massacranti, contratti part-time solo sulla carta, paghe da poche centinaia di euro, telecamere puntate addosso e minacce quotidiane.
Così, secondo la Procura, venivano trattati i lavoratori degli undici negozi gestiti da Giovanni Caronna, 49 anni, l’imprenditore di Partinico finito agli arresti domiciliari per caporalato, cioè per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Per lui, il Gip Patrizia Ferro ha disposto anche il sequestro preventivo di 100 mila euro, somma ritenuta profitto del reato.
Accanto a Caronna compare anche il nome di Giuseppe Maurizio Genna, 58 anni, di Alcamo, amministratore della Mg Evolving, a cui è stato notificato un avviso di garanzia. Gli investigatori gli attribuiscono un ruolo di compartecipazione in alcuni punti vendita, in particolare quelli di elettronica e telefonia come lo store Expert di Alcamo.
L’inchiesta della guardia di finanza, condotta dai militari guidati dal comandante Danilo Persano e coordinata dal procuratore aggiunto Laura Vaccaro e dal sostituto Daniele Di Maggio, ha ricostruito il clima di vessazioni e paura che ha coinvolto decine di dipendenti in servizio tra la provincia di Palermo e quella di Trapani. Caronna era al vertice del sistema societario costruito attorno a tre sigle, Giulia srl (sottoposta ad amministrazione giudiziaria per un anno), Gma Company e appunto Mg Evolving: quest’ultima - pur intestata formalmente a Genna - veniva utilizzata per frammentare la gestione e mascherare la direzione effettiva che restava saldamente nelle mani del socio che impartiva decisioni su assunzioni, orari e stipendi.
Tra i marchi ci sono insegne molto conosciute come Terranova, Alcott, Expert, Carrera, Primadonna, Jennifer e Phone Planet, tutti completamente estranei alle vicende contestate. A Partinico, lungo la statale 113 si trova lo store Terranova; in corso dei Mille ci sono Carrera, Phone Planet (marchio Wind), Jennifer (oggi chiuso) e Primadonna. A Carini, all’interno del centro commerciale Poseidon, presenti Alcott, Carrera e un terzo locale riferibile alla società Marta srl, attualmente in liquidazione. Ad Alcamo sorgono Primadonna in corso VI Aprile e Expert in via Madonna del Riposo e, poco distante, un deposito mentre a Castellammare del Golfo c’è un’altra sede utilizzata come ufficio amministrativo.
Gli inquirenti hanno documentato le numerose manovre illecite per ridurre i costi, a partire dalle finte annotazioni delle ferie fino ai «ritocchi» sui cedolini mensili. I dipendenti venivano assunti con contratti part-time da 30 ore settimanali, ma costretti a lavorare fino a 54 ore, spesso con turni di dieci ore al giorno e senza riposi. Anche le buste paga risultavano falsate con l’inserimento di ore di assenza inventate per ridurre gli stipendi, oltre ai bonus segnati ma non erogati. Le testimonianze di alcuni ex addetti alle vendite sono state determinanti per squarciare il velo di omertà alimentato dal timore di perdere il posto: «L’indagato - ha messo nero su bianco il giudice - era ben consapevole della sussistenza di uno stato di bisogno delle persone offese e del fatto che le stesse, prive di particolari qualifiche, avevano poche alternative praticabili rispetto alla ricerca di lavoro ed erano perciò facilmente ricattabili, e accettavano la sua imposizione».
In effetti diciotto dipendenti hanno raccontato ai finanzieri di essere rimasti in azienda fino a dodici ore al giorno per salari di circa 450 euro al mese, altri invece hanno addirittura riferito di essere stati obbligati a comprare le divise a proprie spese pagando circa trenta euro e di dovere assicurare la reperibilità anche nei giorni di chiusura, pena la sostanziosa decurtazione a fine mese. Caronna esercitava un monitoraggio totale e costante su tutto e tutti. Dalle intercettazioni è venuto fuori che passava ore a osservare quello che accadeva tramite le telecamere installate nei negozi. In un caso si era lamentato perché le commesse non avrebbero interagito con i clienti: «Stasera guardavo le telecamere: com’è che si ritrovano due persone dentro i camerini senza nessun motivo, invece di andare a seguire per fargli fare la proposition nella vendita? Mi collego, non è che sto attaccato alle telecamere, però se io mi collego vedo le persone che sono dentro», è stata l’accusa rivolta a una lavoratrice.
In una conversazione con il consulente, Caronna proponeva pure di togliere gli straordinari e di compensarli con il bonus Renzi da 100 euro. «Ma scusami - diceva al professionista senza sapere di essere intercettato - questo bonus non glielo dà lo Stato? Perché non glielo dobbiamo fare prendere? Ma, dato che hai caricato due straordinari, uno del trenta e uno del quindici, perché non li devo andare a recuperare questi soldi? Segnali (i cento euro, ndr) ma se glieli metti, togli lo straordinario, no?».
GdS, 5 luglio 2025
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