GIOVANNI BURGIO
Mercoledì 25 giugno a Palermo ci sono stati 8 arresti per traffico e spaccio di stupefacenti. La cocaina proveniva dall’Africa importata da Isiguzo Tochi Kingsley Chima, un nigeriano già coinvolto in indagini precedenti sulla Black Axe. Hashish e marijuana invece giungevano soprattutto dalla Calabria. Il tutto con il permesso e la sovrintendenza dei boss mafiosi, in particolare quelli di Porta Nuova.
Questo spaccio, che si sviluppava nei mercati di Ballarò, Capo e Vucciria, ma anche a Mondello, si serviva di ragazzi travestiti da rider che indossavano pettorine e zaini contrassegnati dal marchio Glovo, divise e contenitori originali rubati allo Zen. Con motorini e biciclette elettriche consegnavano le singole dosi ai clienti. Una quantità giornaliera di circa 100 cessioni per un valore di 3.000 euro, che per tutto il periodo dell’indagine avrebbe fruttato 700.000 euro.
Un ruolo chiave nell’inchiesta l’ha avuto un collaboratore di giustizia, Angelo Esposito, che per approvvigionarsi della merce si muoveva in tutta la città, da Falsomiele a Brancaccio, da Ciaculli alla Stazione centrale. I clienti erano di ogni tipo, ma prevalevano le consegne al Politeama o nel centro storico, “dove ci sono quelli che potevano spendere bene, cioè medici, professionisti, gente per bene”.
Temendo di essere arrestato quanto prima e preoccupato di dovere provvedere alla sua compagna sofferente ha vuotato il sacco.
Ha raccontato di essere stato l’uomo di fiducia di Vincenzo Di Giovanni e Vincenzo Adelfioche erano al vertice di un’organizzazione che distribuiva la droga. Da una “control room”fornita di diversi cellullari dove era ai domiciliari, sarebbe stato Di Giovannia gestire i due depositi delle sostanze che si trovavano nella zona Motel Agip – Passo di Rigano.
Ha aggiunto cheDi Giovanni e Adelfio avevano contatti anche con il Nord Italia, per cui l’ipotesi è che i due si sarebbero avvalsi anche di fornitori diversi da quelli autorizzati dalle famiglie mafiose che imponevano una quantità minima settimanale e un prezzo maggiorato. Ha precisato inoltre che la droga sarebbe stata acquistata anche utilizzando Telegram e WhatsApp, i nuovi canali dove chiunque ormai può ordinare gli stupefacenti.
Tra gli arrestati c’è il nigeriano Isiguzo Tochi Kingsley Chima, che avrebbe rifornito il gruppo criminale di dieci – venti chili di cocaina alla volta. Questo personaggio era già noto agli inquirenti, perché negli ultimi anni era stato arrestato in quanto gestore di un piccolo supermarket a Ballarò che faceva da base operativa per la vendita di crack e hashish. Sarebbe stato lui a dire ad Angelo Esposito che, oltre ad essere vicino al capomafia di Porta Nuova Alessandro D’Ambrogio, aveva ottenuto da quest’ultimo il via libera alla vendita nel mercato storico.[1]
Giovanni Burgio
14.7.25
[1] Sui rapporti tra Cosa Nostra palermitana e i nigeriani per i traffici di droga cfr.


Nessun commento:
Posta un commento