Parte da Palermo la “Carovana della pace” delle Acli, un viaggio che da settembre a dicembre attraverserà tutta l’Italia per promuovere un’idea concreta e popolare di pace fondata sul lavoro, sulla giustizia sociale e sui diritti universali.
Il progetto, chiamato Peace at Work, è stato presentato ufficialmente a Roma ed è promosso dalle ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. La carovana Acli ne sarà la tappa inaugurale e simbolica: un punto di partenza che rappresenta il Sud come motore di cambiamento e voce autorevole per un futuro di dignità e diritti.
60 città, 60 tappe per costruire dal basso
Il percorso toccherà 60 città italiane, attraversando scuole, università, cooperative, fabbriche, ospedali, teatri, cantieri e campi agricoli. Una marcia di popolo, che si concluderà il 15 dicembre a Strasburgo con la consegna al Parlamento Europeo del Manifesto della Pace e del Lavoro, ispirato allo spirito di Helsinki e ai principi che guidarono la nascita dell’OSCE.
Un progetto che, nelle parole del presidente nazionale Emiliano Manfredonia, «non è solo un’iniziativa per gli altri, ma anche per noi stessi. La pace non è un sogno: è l’unica soluzione concreta. Dobbiamo imparare a vincere la pace, non la guerra. La Carovana è un cammino di relazioni, aperto a tutti: la pace o è di tutti o non è».
Palermo, cuore del cambiamento
La carovana Acli Palermo non è solo l’inizio geografico del viaggio, ma il cuore pulsante del messaggio. Qui le Acli promuovono un modello di pace basato su lavoro libero, dignitoso e giusto, nella convinzione che «non può esistere pace senza occupazione regolare», come sottolinea anche il Manifesto condiviso da Avvenire, media partner dell’iniziativa.
In un Paese dove il lavoro è ancora troppo spesso precario e invisibile, Palermo alza la voce e diventa protagonista di una nuova diplomazia popolare della pace.
Voci autorevoli per un nuovo tempo
Durante la presentazione a Roma, molte figure di rilievo hanno ribadito il senso e la portata della carovana:
- Pierangelo Milesi (vicepresidente ACLI): «La pace si costruisce con il lavoro, non con le armi né con i dazi».
- Don Bruno Bignami (CEI): «Peace at Work risponde al bisogno urgente di educare alla pace e uscire dalle nostre sicurezze».
- Sergio Bassoli (Rete Pace e Disarmo): «Garantire i diritti universali è il vero investimento per la sicurezza comune».
- Flavio Lotti (Fondazione PerugiAssisi): «Il lavoro dà la vita, le bombe ce la tolgono. Servono scelte di dignità, non riarmo».
- Francesco Todaro (Acli Palermo): «L’art.1 della Costituzione chiede ai cittadini e alle istituzioni impegno per un lavoro, giusto, libero e dignitoso. Solo cosi possiamo riaccendere speranza e pace nelle nostre città».
Una valanga di pace
Come ha affermato Manfredonia: «Questa carovana è come una valanga, una valanga di pace». Proprio per questo il viaggio è stato paragonato alla corsa di Forrest Gump: semplice, ostinato, resistente. Una mobilitazione non ideologica ma esistenziale, che parte dalle persone comuni per costruire dal basso un’alternativa concreta alla cultura della guerra.
AcliPalermo, 25/7/25


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