di LUIGI PATRONAGGIO
Palermo sta diventando una città sempre più violenta ed insicura. Qui mi preme avviare una riflessione che parte da lontano.
Palermo, dopo la chiusura delle rotte turistiche verso il Nord Africa e il Medio Oriente, in concomitanza all’intensificarsi dei voli low cost, ha visto nell’ultimo decennio una crescita del turismo senza precedenti.
La chiusura del centro storico ha poi agevolato una maggiore vivibilità della città. Le varie attività che sono sorte (bar, ristoranti, b&b, mezzi di trasporto cittadino, vendita di prodotti tipici e souvenir), hanno permesso di far respirare l’economia.
Intere zone del centro storico sono tornate, non senza eccessi e contraddizioni, a nuova vita. Si pensi alla rinascita di via Maqueda, del Cassaro, di piazza Marina, della Kalsa, fino ai mercati storici del Capo,Ballaro’ e Vucciria.
Molte attività commerciali, regolari , ma molte di più irregolari, tuttavia, sono finite nelle mani di Cosa Nostra , o più correttamente, nelle mani di quella “zona grigia” da sempre vicina a Cosa Nostra.
La stretta dipendenza di buona parte di queste attività economiche da ambienti vicini a Cosa Nostra ha avuto indirettamente un aspetto positivo. Cosa Nostra ha imposto infatti alla micro criminalità di non turbare con azioni violente (scippi, furti , rapine , spaccate) il neonato piccolo paradiso economico del centro storico. Non a caso tanti amministratori pubblici , indebitamente, si sono arrogati nel tempo di avere reso sicura una città irredimibile come Palermo. L’attività delle forze di polizia e della procura, nella giusta prospettiva di contenere una Cosa Nostra attivissima sui fronti del “pizzo” e del narcotraffico, ha da ultimo con due-tre grandi operazioni antimafi , inferto a Cosa Nostra, almeno non nel breve termine, colpi non facilmente riparabili.
Da questo momento le famiglie mafiose di Cosa Nostra hanno gettato la maschera e non hanno più osteggiato, o meglio controllato, la criminalità distrada. La strategia dei capi mafia in questo momento è quindi duplice: da un lato, fare comunque cassa, intimidire cittadini ed esercenti e, dall’altro, rilanciarsi , ancora una volta, come organizzazione capace di mediazione criminale.
A questa ennesima sfida di Cosa Nostra si deve rispondere con una maggiore presenza delle forze dell’ ordine in città, ma soprattutto denunziando e contrastando, a livello civico e culturale, tanto il crimine associato che il crimine di strada.
In questa visione strategica, il riferimento ad un livello di contrasto civico e culturale non è peraltro secondario,atteso che questa città, e soprattutto le sue periferie, stanno sprofondando nel degrado più totale, con giovani senza prospettive economiche e senza alcuna risorsa culturale per sottrarsi a questo degrado.
Speriamo , quindi, ancora una volta, caparbiamente e in sinergia con tutti gli attori sociali, in un nuovo mai compiuto rinascimento di questa martoriata città.
Palermo, dopo la chiusura delle rotte turistiche verso il Nord Africa e il Medio Oriente, in concomitanza all’intensificarsi dei voli low cost, ha visto nell’ultimo decennio una crescita del turismo senza precedenti.
La chiusura del centro storico ha poi agevolato una maggiore vivibilità della città. Le varie attività che sono sorte (bar, ristoranti, b&b, mezzi di trasporto cittadino, vendita di prodotti tipici e souvenir), hanno permesso di far respirare l’economia.
Intere zone del centro storico sono tornate, non senza eccessi e contraddizioni, a nuova vita. Si pensi alla rinascita di via Maqueda, del Cassaro, di piazza Marina, della Kalsa, fino ai mercati storici del Capo,Ballaro’ e Vucciria.
Molte attività commerciali, regolari , ma molte di più irregolari, tuttavia, sono finite nelle mani di Cosa Nostra , o più correttamente, nelle mani di quella “zona grigia” da sempre vicina a Cosa Nostra.
La stretta dipendenza di buona parte di queste attività economiche da ambienti vicini a Cosa Nostra ha avuto indirettamente un aspetto positivo. Cosa Nostra ha imposto infatti alla micro criminalità di non turbare con azioni violente (scippi, furti , rapine , spaccate) il neonato piccolo paradiso economico del centro storico. Non a caso tanti amministratori pubblici , indebitamente, si sono arrogati nel tempo di avere reso sicura una città irredimibile come Palermo. L’attività delle forze di polizia e della procura, nella giusta prospettiva di contenere una Cosa Nostra attivissima sui fronti del “pizzo” e del narcotraffico, ha da ultimo con due-tre grandi operazioni antimafi , inferto a Cosa Nostra, almeno non nel breve termine, colpi non facilmente riparabili.
Da questo momento le famiglie mafiose di Cosa Nostra hanno gettato la maschera e non hanno più osteggiato, o meglio controllato, la criminalità distrada. La strategia dei capi mafia in questo momento è quindi duplice: da un lato, fare comunque cassa, intimidire cittadini ed esercenti e, dall’altro, rilanciarsi , ancora una volta, come organizzazione capace di mediazione criminale.
A questa ennesima sfida di Cosa Nostra si deve rispondere con una maggiore presenza delle forze dell’ ordine in città, ma soprattutto denunziando e contrastando, a livello civico e culturale, tanto il crimine associato che il crimine di strada.
In questa visione strategica, il riferimento ad un livello di contrasto civico e culturale non è peraltro secondario,atteso che questa città, e soprattutto le sue periferie, stanno sprofondando nel degrado più totale, con giovani senza prospettive economiche e senza alcuna risorsa culturale per sottrarsi a questo degrado.
Speriamo , quindi, ancora una volta, caparbiamente e in sinergia con tutti gli attori sociali, in un nuovo mai compiuto rinascimento di questa martoriata città.
la Repubblica Palermo, 9/7/25

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