Giancarlo Macaluso
Pane e panelle, rari. Caramelle, torrone&affini, in abbondanza. Hamburger, kebab e…babbaluci quanti ne volete. Cambiano i gusti, ma non cambia l’aria del Festino. La spianata del Foro Italico è un luna-park luccicante e pronto ad accogliere le migliaia di fedeli, curiosi e appassionati che seguiranno stasera la Santuzza sul carro trionfale con poppa e prua a forma delle due porte opposte d’ingresso alla città, Nuova e Felice.
Sono tempi inquieti, tempi di violenza. Anche la città fa i conti con la recrudescenza di fenomeni criminali che mettono a repentaglio la sicurezza; è piagata da solitudini ed egoismi: «Ci chiede aiuto e noi dobbiamo rispondere», ha ammonito l’arcivescovo.
Guerre l’anno scorso, guerre quest’anno, guerre ovunque. Sarà facile sapere quale grazia chiedere alla Patrona per i destini dell’umanità. «Ma deve soprattutto pensare ai nostri figli», dice, con una punta di religioso egoismo e molto senso pragmatico,
Giovanna Messina, una signora di mezza età, mentre aiuta il marito a girare sul tavolo di marmo la cubbaita caramellata che spera di vendere in abbondanza: «Non c’è lavoro - prosegue - ci sono i pericoli, chi comanda non vede la povera gente e i problemi che ha».Insomma, libera nos a malo cara Santuzza, liberaci da ogni male. Anche se così non sarà e non potrà essere perché gli uomini, come dice una scrittrice americana, non riescono a essere buoni per molto tempo. Ma è bello lo stesso credere e pensare che da lassù, dal monte impervio in cui giovinetta morì, Rosalia Sinibaldi stia intercedendo in favore di questa città difficile, che a volte fa di tutto per mangiare se stessa e sconfiggere ogni tentativo di rinascita.
È pronto l’esercito di 330 steward dell’organizzazione, 500 donne e uomini delle forze dell’ordine, 15 ambulanze precettate, 4 presidi di prima assistenza installati. Il Cassaro è già sgomberato di ogni pericolo e intralcio per il corteo di stasera. Sarà anche l’edizione del doppio, con l’altro carro, quello allestito come un teatro, che solcherà la folla assieme al suo gemello tradizionale. Il solito impasto di fede, liturgia, spettacolo e stanchezza sarà l’effetto di questa, che s’annuncia come un’edizione spettacolare, l’edizione ispirata alla felicità.
Trecentomila le persone attese, il venti per cento almeno sono turisti. Per una serata che speriamo trascorra serena e memorabile con una conclusione. L’appuntamento è per stasera alle 21, quando si darà l’avvio al corteo del carro trionfale. Nella spianata di Palazzo Reale comincerà lo spettacolo di peste, morte, vita, rinascita, riscatto. Anche quest’anno andrà in scena l’eterna lotta fra bene e male, fra ciò che giusto e ciò che è sbagliato.
Una nettezza alla quale Corrado Lorefice ha invitato i rappresentanti delle altre religioni. «Non è tempo di equilibrismi - dice l’arcivescovo - è tempo di coraggio, di esposizione, non di mezze parole. Abbiamo questa responsabilità e ce la assumiamo tutta oggi, insieme. Una responsabilità verso la verità e verso il mondo a cui non possiamo e non vogliamo sfuggire». La verità di dire che nessuna religione deve essere utilizzata come strumento di prevaricazione.
GdS, 14/7/2025

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