di ISABELLA DI BARTOLO
ISikani conoscevano i cavalli mille anni prima di quanto sinora ritenuto. A rivelarlo è un team di ricercatori dell’università della Florida guidato dal siciliano Davide Tanasi, archeologo e docente dell’Ateneo, che ha portato alla luce la prima prova diretta che in Sicilia già 4.000 anni, fa durante l’età del Bronzo antico, le comunità consumassero carne di cavallo, lautilizzassero per riti sacri o, ancora, sfruttassero l’animale per la caccia.
Tutto parte da una grande campagna di scavi che, dal 2004 al 2006, interessò monte Polizzello, nei pressi di Mussomeli, dove l’archeologo Dario Palermo, scomparso pochi anni fa, e l’allora soprintendente Rosalba Panvini si occuparono del sito. Nel team anche Tanasi che aveva partecipato allo studio di questo villaggio abitato prima dei Greci, legato al culto della dea madre.
« Anticipando di un millennio la presenza del cavallo in Sicilia – spiega Tanasi - questa ricerca ridisegna i legami preistorici dellI’Isola con il più ampio Mediterraneo. Evidenzia come l’analisi scientifica di ceramiche apparentemente comuni possa rovesciare convinzioni radicate e svelare aspetti nascosti delle antiche diete, dei rituali e degli scambi culturali».
Sotto la guida di Tanasi altri due archeologi siciliani, Roberto Micciché e Gianpiero di Maida, insieme a Viviana Ardesia e Robert Tykot. Siciliano anche il chimico Enrico Greco.
«Questo studio sottolinea l’importanza dell’archeologia biomolecolare – dice Tanasi – e offre la possibilità di superare il tradizionale studio incentrato sul manufatto per mettere sotto i riflettori gli uomini e le donne che quel manufatto lo hanno creato ed utilizzato nella loro vita quotidiana. E così, attraverso tecnologie analitiche all’avanguadia, si possono dare risposte nuove e concrete a domande relative alla dieta, la salute e la religione».
la Repubblica Palermo, 2 settembre 2025

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