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| Il cardinale arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia |
Oggi, dopo la messa delle 10, il cardinale don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha aperto la cassaforte che custodisce le ampolle con il sangue di San Gennaro. E durante la celebrazione il sangue si è sciolto. Nella tradizione popolare napoletana il miracolo di San Gennaro viene considerato un segno di buon auspicio per la città e per i napoletani.
Nell’omelia, il cardinale Battaglia ha pronunciato un discorso “con pudore e con fuoco” contro il genocidio che si sta consumando a Gaza. Queste le sue parole:
“E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo. Perché non esistono “altre” lacrime: tutta la terra è un unico altare.
Da questa cattedrale che respira come un petto antico, si alza un appello chiaro, diretto, senza garbo diplomatico: Ascolta, Israele: non ti parlo da avversario, ma da fratello nell’umano. Ti chiamo col nome con cui la Scrittura convoca il cuore all’essenziale: Ascolta. Cessa di versare sangue palestinese.
Cessino gli assedi che tolgono pane e acqua; cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie; cessino le rappresaglie che scambiano la sicurezza con lo schiacciamento, cessi l’invasione che soffoca ogni speranza di pace. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza: è un incendio che, prima o poi, brucia la mano che credeva di domarlo.
So il peso del tuo lutto, le ferite che porti nella carne e nella coscienza. Ogni terrorismo è un sacrilegio, ogni sequestro un’ombra sull’umano, ogni razzo contro civili un peccato che grida. Ma oggi — davanti al sangue del martire — ti chiamo per nome: tu, Israele, fermati. Apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani. Non ti chiedo debolezza: ti chiedo grandezza. La grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana la giustizia; di chi riconosce che l’unica vittoria che salva è quella sulla vendetta.
Sorelle e fratelli, Napoli, nonostante le sue ferite, è città di pace. E da questa città affacciata sul
mediterraneo vorrei si generasse un movimento di speranza e di pace, perché come diceva La Pira occorre partire dalle città per unire le nazioni. E vorrei anche che questo contagio di riconciliazione fosse fondato su un linguaggio chiaro, compreso da tutti i popoli di tutte le città che su questo mare affacciano i propri timori e le proprie speranze. Perché la menzogna comincia dalle parole, soprattutto
da quelle ambigue, anestetizzate: i droni sono fucilazioni telecomandate; i “danni collaterali” sono bambini senza volto; una spesa militare che supera scuola e sanità non è sicurezza ma suicidio collettivo.
Convertiamo gli arsenali in ospedali, gli utili di guerra in borse di studio, i bunker in biblioteche
Questa è l’unica geopolitica evangelica degna del Nome che invochiamo.
Diciamocelo con la franchezza dei santi: il male non è un’idea, è una filiera. Ha uffici, contabili,
bonus, piani industriali. La guerra non “scoppia”: si produce, si finanzia, si premia”.
Le parole di Don Mimmo Battaglia per la festa di San Gennaro
Napoli, 19 settembre 2025


1 commento:
È un manifesto, è il manifesto che descrive senza giudicare ma illuminando le menti di tutti noi sulla condizione della Palestina e dei palestinesi delineando quali debbano essere i comportamenti morali di tutte le nazioni.
Grazie. Spero che lo abbia letto anche il Papa.
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