venerdì, settembre 19, 2025

Napoli, durante l’omelia per la festa di San Gennaro, il cardinale Battaglia ha pronunciato un discorso “con pudore e con fuoco” contro il genocidio che si sta consumando a Gaza

Il cardinale arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia

Oggi, dopo la messa delle 10, il cardinale don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha aperto la cassaforte che custodisce le ampolle con il sangue di San Gennaro. E durante la celebrazione il sangue si è sciolto. Nella tradizione popolare napoletana il miracolo di San Gennaro viene considerato un segno di buon auspicio per la città e per i napoletani.

Nell’omelia, il cardinale Battaglia ha pronunciato un discorso “con pudore e con fuoco” contro il genocidio che si sta consumando a Gaza. Queste le sue parole:

“E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo. Perché non esistono “altre” lacrime: tutta la terra è un unico altare.

Da questa cattedrale che respira come un petto antico, si alza un appello chiaro, diretto, senza garbo diplomatico: Ascolta, Israele: non ti parlo da avversario, ma da fratello nell’umano. Ti chiamo col nome con cui la Scrittura convoca il cuore all’essenziale: Ascolta. Cessa di versare sangue palestinese.

Cessino gli assedi che tolgono pane e acqua; cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie; cessino le rappresaglie che scambiano la sicurezza con lo schiacciamento, cessi l’invasione che soffoca ogni speranza di pace. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza: è un incendio che, prima o poi, brucia la mano che credeva di domarlo.

So il peso del tuo lutto, le ferite che porti nella carne e nella coscienza. Ogni terrorismo è un sacrilegio, ogni sequestro un’ombra sull’umano, ogni razzo contro civili un peccato che grida. Ma oggi — davanti al sangue del martire — ti chiamo per nome: tu, Israele, fermati. Apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani. Non ti chiedo debolezza: ti chiedo grandezza. La grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana la giustizia; di chi riconosce che l’unica vittoria che salva è quella sulla vendetta.

Sorelle e fratelli, Napoli, nonostante le sue ferite, è città di pace. E da questa città affacciata sul

mediterraneo vorrei si generasse un movimento di speranza e di pace, perché come diceva La Pira occorre partire dalle città per unire le nazioni. E vorrei anche che questo contagio di riconciliazione fosse fondato su un linguaggio chiaro, compreso da tutti i popoli di tutte le città che su questo mare affacciano i propri timori e le proprie speranze. Perché la menzogna comincia dalle parole, soprattutto

da quelle ambigue, anestetizzate: i droni sono fucilazioni telecomandate; i “danni collaterali” sono bambini senza volto; una spesa militare che supera scuola e sanità non è sicurezza ma suicidio collettivo.

Convertiamo gli arsenali in ospedali, gli utili di guerra in borse di studio, i bunker in biblioteche

Questa è l’unica geopolitica evangelica degna del Nome che invochiamo.

Diciamocelo con la franchezza dei santi: il male non è un’idea, è una filiera. Ha uffici, contabili,

bonus, piani industriali. La guerra non “scoppia”: si produce, si finanzia, si premia”.


Le parole di Don Mimmo Battaglia per la festa di San Gennaro

Napoli, 19 settembre 2025

1 commento:

Silvana ha detto...

È un manifesto, è il manifesto che descrive senza giudicare ma illuminando le menti di tutti noi sulla condizione della Palestina e dei palestinesi delineando quali debbano essere i comportamenti morali di tutte le nazioni.
Grazie. Spero che lo abbia letto anche il Papa.