domenica, settembre 07, 2025

La manifestazione di Palermo del 6 settembre. Solidarietà per Gaza si prende il mare: “Ogni goccia conta”


Il corteo della Cgil al Foro Italico salutato dalle barche della Lega navale. Gli avvocati: “Rispetto del diritto internazionale”

di NOEMI LA BARBERA

Palermo alle spalle, sullo sfondo le gru dei cantieri navali e davanti agli occhi, Gaza. E soprattutto il mare: da quello della mobilitazione al mare della missione che la Global Sumud Flotilla solcherà a giorni sulla rotta per Gaza.
A Palermo ieri, le bandiere della pace e della Palestina che sventolavano sotto una ventina di barche della Lega navale di Palermo hanno salutato il corteo mentre si radunava a Sant’Erasmo. Da lì i manifestanti si sono presi il lungomare dal Foro Italico alla Cala, per dire « fermiamo la barbarie » in quella che potrebbe essere l’ultima manifestazione prima della partenza della flotta, e dopo due giorni dalle grosse mobilitazioni che hanno portato a Palermo e Catania migliaia di persone. I numeri ieri non si sono ripetuti, ma l’iniziativa, voluta dalla Cgil, è diventata un nuovo atto solidale della rete larga per la pace che si sta rafforzando sotto il segno della mobilitazione a sostegno alla Global Sumud Flotilla, e che ieri ha riguardato tantissime città siciliane.


«Non saranno troppi due cortei a Palermo?», si chiedeva qualcuno inquesti giorni pensando anche all’iniziativa di giovedì, che doveva battezzare la partenza della flotta, poi rinviata a oggi, e di nuovo posticipata per aspettare l’arrivo di tutte le imbarcazioni. Ma la volontà di fare, partecipare, e non porre limiti, ha prevalso: è il momento di agire e non di rivendicare, contarsi, o desistere. Il messaggio delle piazze di ieri è anche questo: tenere la luce accesa, che sia una fiammella o i riflettori, ma basta buio. « Siamo gocce nel mare, ma ogni goccia conta — dice Raimonda Riolo — oggi è il mio compleanno e mi sono fatta il regalo più bello: esserci». Un contributo che lei, da avvocata, sta dando anche all’interno della sua categoria professionale, l’Agius, il cui presidente dei giuristi siciliani, Francesco Leone, ha fatto un appello: «Davanti a un massacro ingiustificabile gli avvocati non devono indugiare, chiediamo il rispetto del diritto internazionale umanitario e che le istituzioni forensi agiscano per il rispetto dei diritti civili».
« Questa è una grande battaglia trasversale che vuole sollevare le coscienze di chi ancora sta davanti alla tv a guardare quello che accade — spiega Monica Lunetta, cardiologa del Policlinico — come medici e sanitari ci siamo attivati, anche con una raccolta di farmaci e invitiamo tutti ad alzarsi dal divano e fare lo stesso per dare un segnale forte». « Viviamo in un Paese in cui in fondo si sta bene, e dove la gente si sente forse distante da tutto » , a dirlo è Salvatore Santino, lavoratore ai Cantieri navali di Palermo. Accanto a lui, c’è chi sventola verso il cielo un cartello: “Oggi Gaza, domani potrebbe essere la tua gente”. Mentre Salvatore racconta con entusiasmo del grande impulso arrivato dai portuali genovesi, aggiunge: «Se le istituzioni non si muovono, lo facciamo noi cittadini del mondo, affinché si diano una mossa per fermare questo sterminio, anche se la missione dovesse fallire, bisogna continuare, questo è solo l’inizio».
Un messaggio che ieri era nella bocca di tutti, non fermarsi solo all’accompagnamento della Flotilla, quella è una via aperta, indietro non si torna. Lo dice forte e chiaro aprendo il corteo, il segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo: « Se bloccano la Global Sumud Flotilla, troveremo il modo di bloccare Israele » . Nello striscione in testa al corteo si legge: “ Fermiamo il genocidio” sullo sfondo nero. Davantiagli adulti i colori sono quelli arcobaleno della pace in mano ad Antonio, che sembra più piccolo della bandiera che porta in mano con orgoglio. Con musiche e cori il corteo attraversa il Foro Italico. Accanto alle bandiere che sventolano al passaggio, sul prato a librarsi in aria sono gli aquiloni dei bambini che lì ci vanno a giocare. Mentre dalle casse risuona la voce di Olga Giunta, che parla dei bambini martoriati dalle bombe, e di una lotta non violenta che possa ridare la speranza al futuro negato di quei figli di Palestina.
la Repubblica Palermo, 7 settembre 2025

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