sabato, maggio 03, 2025

Se con il nuovo Papa si raccoglierà l’eredità lasciata da Francesco


Don Francesco Romano 

Don Cosimo Scordato

In questi giorni, di fronte alla domanda di diverse persone se avessimo qualche idea di cardinali papabili, ci siamo trovati impreparati a rispondere; alla fine, abbiamo deciso di sbilanciarci non per indicare qualche nome ma per esprimere qualche esigenza. 

D’altra parte, non ce la sentiamo di indicare al collegio cardinalizio cosa dovrebbe fare e, anche se conosciamo le difficoltà di un conclave, insieme con tanti credenti speriamo che prevalga l’attenzione all’ispirazione divina e la voglia di sviluppare ulteriormente la bella eredità lasciata da Francesco e della quale ci piace evidenziare due aspetti in particolare. 

In primo luogo ci interessa la «Chiesa in uscita»; ovvero una Chiesa non centrata su se stessa, ma sbilanciata sull’umanità, della quale essa fa parte e alla quale vuole offrire parole e gesti di speranza; una Chiesa di uomini per gli uomini, volta a promuovere gesti di vita e «vita in abbondanza» nel coinvolgimento di tutti per tutti. 

L’annunzio culminante del vangelo è Gesù Risorto, che neutralizza la morte e le sue logiche perché Egli vuole essere riconosciuto come il Vivente e il Vivificatore. La memoria attualizzante delle sue parole e dei suoi gesti deve puntare a un mondo totalmente nuovo; un mondo nel quale l’accesso alla vita non sia escludente, concorrenziale, ma piuttosto gioiosamente partecipe e sempre più impermeabile alla morte; un mondo nel quale non sia coltivata la paura di una convivenza pericolosa, piuttosto la voglia di unire gli sforzi nelle infinite forme di reciproca promozione e cooperazione. In secondo luogo ci interessa la Chiesa che ha come punto di vista obbligato i deprivati dell’umanità, coloro che sono marginali nei processi di sviluppo. Una Chiesa madre che non si accontenti del figlio che è al sicuro a casa e possiede tutto; piuttosto una madre che soffre per la lontananza dei figli e delle figlie che sono rimasti fuori, privati di una degna esistenza. Una Chiesa, pertanto, che non si lascia assorbire da coloro che sono i primi (first) della avanzata sociale, economica e politica e che non guardano indietro chi si perde per strada; ma piuttosto la Chiesa che guarda coloro che sono rimasti ultimi (last), per i quali desidera una piena partecipazione alla vita e ai suoi beni: gli ultimi chiamati a essere primi anche loro! In questa Chiesa, che attinge alla diversità radicale del Risorto e che ribalta ogni pietra tombale, sarà possibile che tante risoluzioni di un passato, pur rispettabile, risultino non più confacenti alla novità permanente dell’annunzio cristiano; pensiamo a leggi ecclesiastiche quali la riserva maschile del ministero ordinato o alla mancanza di accesso degli sposati al ministero; oppure a certe prassi di accentramento o al persistere della connotazione occidentale del cristianesimo.

Basterebbe un papa nuovo? A condizione che ci sia anche una Chiesa, popolo di Dio, rinnovata e che si lascia provocare dalla realtà!

Don Francesco Romano 

Don Cosimo Scordato

GdS, 3/5/25

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