di BINO MOSCATO
Joël Dicker è un noto scrittore svizzero di gialli. Leggendo in giro sulla rete i giudizi di suoi ormai affezionati lettori a proposito del suo ultimo romanzo ho constatato che non pochi si dichiaravano insoddisfatti e delusi perché non avevano trovato il prodotto che si aspettavano: cioè un vero e proprio e accattivante ed intrigato giallo.
Infatti non lo è.
O almeno non è quello che i suoi abituali ed affezionati lettori si aspettavano.
Perché giallo è, ed anzi è quasi un piccolo e semplice manuale per neofiti investigatori. Ma è soprattutto una storia di bambini scritta da una bambina (l’io narrante è Joséphine, di età non meglio precisata ma che comunque frequenta una classe delle scuole elementari) che racconta gli accadimenti che hanno preceduto il fatto che dà il titolo al libro.
Ed è anche un piccolo manuale di politica applicata perché parla di democrazia e dell’importanza di esprimere il voto come strumento che dà voce a tutti i cittadini. Argomento, quest’ultimo, ai giorni nostri più che attuale considerata la sempre più alta percentuale di astensionismo, registrata nelle ultime consultazioni elettorali, che determina paradossalmente il prevalere della minoranza (che vota) rispetto alla maggioranza che dal voto si astiene.
Come dice lo stesso autore la sua volontà era di scrivere un libro “che potesse essere letto e condiviso da tutti i lettori, chiunque essi siano e ovunque si trovino, dai sette ai centoventi anni”.
Sorprende come la scrittura sia perfettamente corrispondente al modo di pensare dei bambini che con le loro osservazioni e domande sanno spiazzare gli adulti facendo emergere le contraddizioni che si annidano non raramente nel loro modo di agire e di ragionare. Esilarante e logicamente inoppugnabile il ragionamento sulla necessità di “guardare prima di attraversare la strada”…
In conclusione un libro che consiglio a tutti ma soprattutto ai bambini, ai ragazzi, ai genitori e agli insegnanti.
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