Giacinto Pipitone
Palermo - All’assessorato alla Sanità è scattato di nuovo l’allarme sulle liste d’attesa. L’ultimo monitoraggio sui ricoveri e sugli esami diagnostici prenotati e mai eseguiti indica che «dopo una fase di netto miglioramento ci si è riavvicinati ai livelli di un paio di anni fa».
Restano «pendenti» circa 200 mila prestazioni. E per questo motivo l’assessore Daniela Faraoni ha convocato per domani mattina i manager di Asp e ospedali.
Il monitoraggio, sollecitato dal presidente Schifani, indica un lieve miglioramento rispetto ai dati due anni fa, quando i ricoveri da eseguire erano 90 mila circa e gli esami diagnostici e le visite 140 mila. All’epoca scattò un piano di emergenza che, grazie all’investimento di 48 milioni nel 2023 e 41 nel 2024 portò a una fortissima riduzione dei tempi di attesa. Ma ora, esauriti i budget che lo Stato aveva messo a disposizione l’emergenza è tornata puntuale. E il problema - spiegano in assessorato - è che quest’anno non c’è alcun tesoretto da poter impiegare per dirottare sui privati i pazienti che il sistema pubblico non riesce a gestire.
Palazzo d’Orleans ieri ha ricordato che nei contratti firmati dai manager il fallimento dell’obiettivo di ridurre le liste d’attesa è causa di decadenza o mancato rinnovo dell’incarico. Schifani ha chiesto alla Faraoni verifiche in questo senso.
La tensione è tornata altissima su questo fronte. Il Movimento 5 Stelle domenica pomeriggio porterà in strada la protesta: sarà il leader nazionale Giuseppe Conte a guidare a Palermo il corteo che alle 16,30 da piazza del Parlamento si dirigerà a Piazza Bologni, dove dalle 17 sono previsti i comizi. Ieri il leader regionale dei 5 Stelle, Nuccio Di Paola, ha rivelato che c’è una legge del 1998 mai applicata che avrebbe abbattuto le liste d’attesa: «Permetterebbe al cittadino, quando il servizio pubblico non è in grado di garantire la tempistica indicata nella prescrizione, di fare gratuitamente visite ed esami nel pubblico in regime intramurario o nel privato pagando solo il ticket. E nemmeno quello se il richiedente è esente». La norma, ha replicato ieri l’assessorato, è di difficilissima applicazione perché «bisognerebbe che il cittadino dimostri che in nessun ospedale della Sicilia è riuscito a ottenere la prestazione. Ma i 5 Stelle rilanciano chiedendo che venga attuata prevedendo che siano i privati a farsi da intermediari con la Regione garantendo intanto le visite ai pazienti gratuitamente.
GdS, 10 giugno 2025
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