Pubblichiamo il testo della petizione lanciata dall’editore Ottavio Navarra, che condividiamo integralmente. Invitiamo i nostri lettori a firmarla, aggiungendo che ancora oggi vale la pena rileggere i servizi speciali e le inchieste di Adolfo Rossi sui Fasci dei lavoratori siciliani, raccolti nel volumetto “L’agitazione in Sicilia”, pubblicato la prima volta nel 1894, subito dopo i processi che videro alla sbarra i capi dei Fasci. Il libro è stato rieditato nel 1988 dalla casa editrice La Zisa, ma ormai è quasi introvabile. Per questo motivo la Cgil Palermo, in collaborazione con la Fondazione “Giuseppe Di Vittorio” di Roma e con Navarra Editore, sta lavorando per una nuova edizione. (dp)
Nel 1893, mentre la Sicilia era attraversata dalle rivolte dei Fasci siciliani dei Lavoratori, un solo giornalista ebbe il coraggio di raccontare ciò che davvero stava accadendo: Adolfo Rossi, veneto, inviato del quotidiano La Tribuna di Roma.
Rossi non era un cronista qualunque. Era già conosciuto per aver trasformato Il Progresso Italo-Americano in uno dei giornali più influenti degli Stati Uniti. Ma fu proprio in Sicilia che dimostrò tutta la sua grandezza come giornalista e come essere umano.
Viaggiando per strade impervie, spesso a dorso di mulo, visitò decine di paesi siciliani, ascoltando contadini, operai, donne e bambini ridotti in condizioni di vita disumane. Fu il primo a denunciare pubblicamente lo sfruttamento dei carusi nelle miniere di zolfo, bambini costretti a lavorare in condizioni indicibili. Fu anche tra i primi a dare riconoscimento al ruolo centrale delle donne nelle lotte sociali, smontando l’idea diffusa della figura femminile siciliana come passiva e sottomessa.
I suoi reportage, pubblicati su scala nazionale, furono un vero grido d’allarme. Non si limitò a raccontare i fatti: li interpretò, li denunciò, li mise sotto gli occhi dell’opinione pubblica e della politica. Il suo lavoro rappresentò un atto di coraggio e un esempio pionieristico di giornalismo d’inchiesta, in un’Italia dove la libertà di stampa era ancora fragile.
Eppure oggi, il nome di Adolfo Rossi è quasi dimenticato. Nessun riconoscimento ufficiale in Sicilia, la terra che ha contribuito a raccontare con verità e passione. Solo due comuni in tutta Italia gli hanno intitolato una strada – e nessuno di questi si trova in Sicilia.
Chiediamo quindi che i Comuni siciliani si attivino per intitolare uno spazio pubblico – una via, una piazza, una scuola – ad Adolfo Rossi, per restituire la giusta memoria a chi ha dato voce agli ultimi e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia sociale del nostro Paese.
Un piccolo gesto simbolico, ma di grande valore civile, per onorare chi ha saputo vedere, capire e raccontare. Il suo nome vive anche nel romanzo L’isola ribelle di Serafina Ignoto (Navarra Editore), che ripercorre le sue vicende in forma letteraria, ma ora è il momento che anche le istituzioni riconoscano il suo contributo.
Firma questa petizione. Chiedi con noi che la Sicilia renda onore ad Adolfo Rossi: https://www.facebook.com/share/1AbTLLYf45/?mibextid=wwXIfr
Per la memoria. Per la verità. Per chi ha avuto il coraggio di raccontare ciò che gli altri volevano nascondere.
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