lunedì, giugno 30, 2025

A Corleone la mostra della “Liberazione” (dalle forme definite e del colore)…

Il pittore Paolo Russo con alcune sue opere

GIUSEPPINA CARLOTTA

Molto interessante la mostra del pittore palermitano Paolo Russo, esposta da sabato scorso e fino al 7 luglio nelle sale del complesso architettonico di Sant’Agostino a Corleone. E interessante il titolo che la presenta (e rappresenta): LIBERAZIONE. Come dire: liberazione dalle forme definite (e ancora presenti in alcuni quadri giovanili) e liberazione  del colore, assoluto protagonista delle tele qui proposte.

I colori colpiscono lo sguardo e l'attenzione del visitatore lasciando intravvedere, tra le sfumature, firme che variano al variare dello sguardo di ciascuno spettatore.

È uno sguardo sul mondo esterno ed interno in divenire, in cui si mescolano i tempi dell'uomo (passato presente e futuro) senza dare - ovviamente - risposte definitive. Infatti,  ogni artista propone, attraverso la sua arte, una propria interpretazione del mondo.

Certo, in queste tele si ritrovano i colori della nostra isola, ma credo che, appunto per questo, vi si ritrovino anche le storie e le leggende e i miti che la abitano.

Da semplice spettatore quale sono dico che un'espressione artistica, pittorica letteraria o musicale, mi piace se risuona  in qualche modo dentro di me, se evoca dentro di me qualcosa di noto, di riconoscibile.

Così i colori profusi e diffusi, con maestria e perizia, in questi quadri evocano in me tanta parte dell'infanzia e della giovinezza: il mare, le spighe, gli aranci e gli ulivi. E i gelsomini.

Nello sguardo sul mondo, sulla storia universale, si inserisce la storia piccola, individuale e colorata di ogni visitatore che indugi il suo sguardo su queste tele. Magicamente.




Un altro modo di fare pittura, un altro modo di vedere e interpretare il mondo, troviamo nelle salette attigue. 

Ancora i colori della Sicilia e la  sua luce abbagliante sono presenti nei quadri di Dino Paternostro.  Qui le figure sono ben definite, nitide e stagliate  sullo sfondo della campagna corleonese. È, il suo, un racconto del passato. Il racconto di una vita dei campi quale potremmo trovare nei racconti di Verga. Ma in fondo la luce abbagliante sui campi gialli di grano mietuto è rassicurante, riconoscibile. Ci appartiene. Anche qui qualcosa risuona nell'intimo del visitatore: da qualche parte dell'anima, nel tempo di uno sguardo sul quadro spunta nel ricordo un nonno, un padre, uno zio che a dorso di mulo raggiunge i campi ed inizia il suo duro lavoro.

Il Circolo "Giuseppe Di Matteo" presenta alcune opere di artisti del suo corso di pittura.

Francamente a me questi quadri sono piaciuti tanto. Ancora e di nuovo riconosco nei colori, nella luce, nelle forme qualcosa di me, dei paesaggi che mi circondano e che mi sono familiari. La colonia Firmaturi, per esempio.

Nella tela di Placido E. Paternostro troviamo forme appena accennate e un paesaggio da indovinare nelle pennellate di verde e di azzurro e di giallo. In.primo piano si riconosce un albero dai grandi fiori rossi. Forse ci vuole dire che ciascuno di noi cerca di avere solide radici sulla terra, ma il cielo azzurro che si congiunge con un mare altrettanto azzurro ci rimanda a viaggi poetici e a mondi lontani.

"...e il naufragar m'è dolce in questo mare". 


A chiusura di questa riflessione, cito volentieri la presenza alla mostra di alcune tele di Rosolino Colletti, pittore che non è più tra noi da alcuni anni.

Chi si intende di pittura mi dice che la piacevolezza di questi dipinti è anche nella ricercatezza stilistica e nei colori che ricordano quelli del Guttuso giovane. Colori non accesi, ma morbidi e pacati, toni più caldi. Io, che non mi intendo di pittura, sottolineo che anche queste tele sono piacevoli allo sguardo e raccontano una storia di libera azione tra fantasia e realtà,  forma e colore.


Giuseppina Carlotta

Corleone, 30 giugno 2025















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