sabato, agosto 09, 2025

Strage di Portella della Ginestra, è polemica a Piana per la proiezione del film "Segreti di Stato"


L'iniziativa, in programma per stasera con il patrocinio del Comune, ha indignato l'associazione "Portella della Ginestra". La pellicola è di Paolo Benvenuti e risale a ben 22 anni. Già alla sua uscita suscitò molte perplessità per la ricostruzione storica operata dal regista. "Tesi fantasiose e complottiste che addolorano i famigliari delle vittime"

SANDRA FIGLIUOLO

E' polemica a Piana degli Albanesi per la proiezione del film "Segreti di Stato" di Paolo Benvenuti, dedicato alla strage di Portella della Ginestra, e prevista per stasera (9 agosto) alle 20.30 in piazza Murale II Dono, con il patrocinio del Comune. Si tratta infatti di una pellicola molto controversa che risale a ben 22 anni fa e che ricostruisce una delle pagine più oscure della Storia del Dopoguerra da un punto di vista da sempre contestato dall'associazione “Portella della Ginestra”.


In occasione della proiezione sarà presente nel comune in provincia di Palermo il regista e consegnerà gli atti, le testimonianze e i referti medico legali da lui raccolti che saranno "utili per la creazione a Piana di un centro di ricerca e di studio su Portella della Ginestra", come si legge in una nota dell'amministrazione comunale. Interverranno anche il sindaco, Rosario Petta e lo scrittore Mario Callivà, autore del libro "Portella della Ginestra Primo Maggio 1947 Sedici sopravvissuti raccontano la strage", che con il regista ha trascritto i verbali dei testimoni, Alfio Caruso, docente dell'università di Catania, oltre al sindaco di Santa Margherita Belice, Gaspare Viola.


Un'iniziativa duramente contestata, con una lunga nota, dall'associazione Portella della Ginestra che rimarca come "lo sfortunato film di Benvenuti scomparve dalle sale dopo solo una settimana e sconcertò il pubblico per la sua ricostruzione fantasiosa dell'eccidio". Perché "Segreti di Stato" "non è un film storico d'inchiesta e come scrisse il grande critico cinematografico Tullio Kezich, l'autore ha scelto di 'mescolare realtà e fantasia', mentre 'i sentieri della storia e dell'invenzione della cronaca e della fantasia, della denuncia e dell'illazione devono restare ben distinti, altrimenti si rischia di buttare in pasto alla platea affamata di scandali delle mezze verità che a volte sono peggiori delle bugie'".

Secondo l'associazione "nel film si omette volutamente la realtà storica delle lotte dei contadini di Piana degli Albanesi e del suo comprensorio contro la mafia e per l’assegnazione delle terre incolte e mal coltivate che precedettero la strage, mentre si mette in scena una ricostruzione fantasiosa basata sulla 'teoria generale del complotto come strumento d’interpretazione della storia', che non poteva che produrre risultati assai deludenti e per nulla credibili. Per la strage viene incredibilmente evocata, 'senza alcuna prova', una 'grande regia' composta da banditi, mafiosi, golpisti fascisti (Junio Valerio Borghese della Decima Mas), agenti segreti stranieri (James Angleton), ecclesiastici (Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI), politici (don Luigi Sturzo, Giulio Andreotti, Bernardo Mattarella, Leone Marchesano, Giacomo Cusumano Geloso e il principe Giovanni Francesco Alliata di Montereale), ministri (Mario Scelba) e i presidenti (Alcide De Gasperi e Harry S. Truman). Siamo nel delirio della complottomania - scrive ancora l'associazione - e non c’è alcun documento storico o testimonianza che attesti la presenza della Decima Mas a Portella della Ginestra, sul cozzo Dxuhait. Fra l’altro questa versione fantasiosa è stata smentita da due superstiti, Vincenzo Di Noto e Francesco Di Giuseppe, i quali trovandosi al momento della strage sul cozzo Dxuhait, dichiararono, in una testimonianza filmata rilasciata al regista Odino Artioli, che sul posto c’erano soltanto loro e che di là nessuno aprì il fuoco o lanciò granate sulla folla inerme".


Inoltre "nella ricostruzione del regista si fa riferimento a numerosi altri episodi fantasiosi, tra i quali: la corsa in camion il giorno dell’eccidio di Gaspare Pisciotta a Boccadifalco per prendere dodici uomini armati di lanciagranate, la presenza a Portella di una macchina nera e l’affermazione che le vittime furono colpite dal mitra Beretta calibro 9 di Salvatore Ferreri detto 'Fra Diavolo'. Per nessuno di questi casi viene esibito un documento, una testimonianza attendibile, uno straccio di prova. L’unico documento che viene mostrato al pubblico è l’estratto di degenza all’ospedale Civico di Palermo di uno dei feriti, Alfonso Di Corrado, per dimostrare che era stato colpito al calcagno da una scheggia di granata lanciata da un commando militare, mentre furbescamente viene celata la relazione di perizia che chiarisce che Di Corrado era stato colpito da una pallottola dum-dum e per questo furono rinvenuti nel tallone 'frammenti metallici multipli'".

L'associazione sottolinea poi che "indigna e rattrista profondamente vedere calunniare gratuitamente la nobile figura di Girolamo Li Causi che più volte rischiò la propria vita per ricercare la verità sulla strage di Portella. Nel film senza alcuna prova documentale viene riferito che la mafia, che già nel 1944 aveva attentato alla sua vita a Villalba, 'è intervenuta in maniera diretta per impedire il sequestro e l’uccisione di Li Causi' da parte di una delle squadre della banda Giuliano e che la 'polizia il 28 aprile, due giorni prima della strage lo aveva avvertito di non recarsi a Portella in quanto era stato predisposto un attentato alla sua persona. Sono calunnie - incalza l'associazione - raccolte nella pattumiera maleodorante del più becero depistaggio".

La nota dell'associazione si conclude affermando che "'Segreti di Stato' è un film che ha addolorato i familiari delle vittime della strage di Portella della Ginestra perché ha creato grandissima confusione e ha offuscato la verità storica della strage. Una strage eseguita dalla banda di Salvatore Giuliano per conto delle forze reazionarie e mafiose che già dagli anni ’20 del secolo scorso, a colpi di omicidi e di violenze contro i contadini e i loro leader, si erano impadronite del Comune di Piana degli Albanesi. Riproporlo oggi è un'ulteriore offesa alla memoria delle vittime e dei loro familiari e un attentato alla verità. Sorprende e non si comprende il motivo per il quale l'amministrazione comunale si è impegnata a pubblicare le note 'deposizioni dei feriti, dei familiari delle vittime e dei testimoni oculari della strage di Portella', donate dal regista, e da tempo interamente consultabili su internet. Si intende forse riscrivere la storia di Portella della Ginestra?", è la domanda amara.

https://www.palermotoday.it/cronaca/strage-portella-della-ginestra-film-segreti-di-stato-polemica.html

PalermoToday, 9 agosto 2025

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma quale domanda amara?! C'è nel nostro paese un tentativo aperto di cancellare tutti i dati della storia sociale e politica italiana e europea (dal Risorgimento all'altro ieri) che possono disturbare, anche indirettamente, la navigazione governativa verso lidi di destra estrema e provocatoria. Pippo Oddo