BOLOGNA - Il primo a leggere è stato il cardinale Matteo Zuppi e poi si sono alternati in tanti, decine di persone, grandi e piccoli, per scandire fino a sera gli oltre 12mila nomi dei bambini morti in Terra Santa. Il ricordo dell’abominio del presente arriva dal luogo dove nell’autunno del 1944 i nazifascisti si resero responsabili del più grave massacro di civili della Seconda guerra mondiale, il rudere della chiesa di Casaglia, a Monte Sole di Marzabotto. Alla vigilia di Ferragosto, perché la chiesa incendiata dalle Ss era intitolata all’Assunta.
Nel silenzio, all’ombra delle querce del parco sono stati pronunciati da un pulpito nomi per esteso e le età dei bambini morti dal 7 ottobre 2023 fino al 15 luglio: 469 pagine, 16 israeliani, 12.211 palestinesi. Sono morti nelle loro case o per strada, nei loro letti o mentre giocavano. Un gesto simbolico, una maratona di preghiera, con momenti di commozione. «Per ricordare, per manifestare attenzione, da questo luogo che è luogo di sofferenza e che da sempre, volutamente, è luogo di ricordo di tutte quante le vittime», ha detto Zuppi. Con la speranza che «fermandosi sulla sofferenza dei bambini innocenti si possa ricominciare qualcosa di nuovo e diverso».
«Pronunciamo uno ad uno i loro nomi ad iniziare dagli uccisi il 7 ottobre dalla follia omicida di Hamas, dalla quale bisogna prendere le distanze, come da qualsiasi ideologia o calcolo che riduce l’altro a un oggetto, a qualcosa di residuale, a un nemico. Essi chiedono di impegnarci tutti a trovare o perseguire con più intelligenza e passione la via della pace, iniziando dal cessate il fuoco e da offrire le condizioni per farlo, dalla liberazione degli ostaggi al non prendere in ostaggio un intero popolo», ha aggiunto.
L’iniziativa è stata lanciata dalla Piccola famiglia dell’Annunziata, la comunità monastica fondata da Giuseppe Dossetti, sepolto a poca distanza. La comunità è presente nei luoghi dell’eccidio per farne memoria costante.
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 Monte Sole, sull’Appennino bolognese, fu teatro di uno dei più atroci eccidi compiuti dalle truppe naziste in Italia: circa 770 civili, molti dei quali bambini, furono vittime di un brutale rastrellamento. Nella chiesa di Casaglia gli abitanti cercarono rifugio, ma i soldati tedeschi non gli lasciarono scampo. Il parroco, don Ubaldo Marchioni, fu ucciso con una raffica di mitra insieme a tre anziani e nel vicino cimitero 197 persone, tra cui 52 bambini, furono massacrate. La violenza dei nazifascisti travolse anche le frazioni vicine.
E intanto dalla Striscia di Gaza padre Gabriele Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, lancia l’ennesimo allarme: «La situazione continua a essere molto grave, ci sono bombardamenti dappertutto, quindi morti e distruzione. Il pericolo per tutta la popolazione mette molta paura nei civili, che siamo la maggior parte dei cittadini della Striscia di Gaza, parlo di oltre un milione di persone nella sola città di Gaza». Parole in un videomessaggio alla Fondazione “l’Isola che non c’è” che chiede di conferire il premio Nobel per la pace ai bambini di Gaza. «A Gaza manca di tutto, manca cibo, acqua, medicinali, energia», ha scandito il parroco.
GdS, 15 agosto 2025

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