domenica, febbraio 14, 2021

A MIRICANEDDA


di GIOVANNI PERRINO

Una piccola statuina di Biscuit, un grazioso soprammobile che abitava un piccolo e modesto appartamento sul Corso Bentivegna. Viveva sola soletta, come una Mimì pucciniana che guardava il mondo da un abbaino dal quale vedeva scorrere la vita del paese, dalle processioni ai funerali, dalle liti alle grida dei carrettieri, fino alle macchine delle spose che si recavano in Villa per le foto di rito. Una finestrella che incorniciava le sue rughe in un volto che in gioventù era stato attraente, con i suoi occhi chiari e suoi capelli ricci e biondi. Con il caldo estivo le braccia nude lasciavano scorgere una spallina, forse una camicia da notte o una vestaglia leggera, invece d’inverno si stringeva il collo in una sciallina bordeaux per ripararsi dal vento freddo che soffiava dal piano della villa. A’ Miricanedda, dai tratti nordici, conduceva una vita molto riservata, nessuno andava a trovarla e a nessuno s’accompagnava. 

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