domenica, novembre 30, 2025

Sfila il popolo del No-Ponte: «Questa battaglia non è finita»


Sebastiano Caspanello

Messina - «Questa battaglia non è finita, non illudiamoci. Proveranno a forzare ancora». È in queste parole, pronunciate dalla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein dal palco di piazza Duomo, che si sintetizza il messaggio di fondo che arriva dal corteo No Ponte. Lo stop imposto dalla Corte dei Conti e, soprattutto, le durissime motivazioni della delibera, pubblicate nei giorni scorsi, non rappresentano la parola fine. 

È il filo conduttore di una manifestazione che, complice il maltempo che ha imperversato a Messina fin dal mattino, alla fine raggiunge circa cinquemila presenze, anche se gli organizzatori triplicano questo calcolo (ma per le forze dell’ordine sono 3.500). Un calcolo reso più complicato dal fatto che il corteo è uno, ma diviso in due, che in tanti partecipano solo a parte del tragitto e che in conclusione le piazze sono due, unite dal No al Ponte, ma divise dall’approccio alla mobilitazione.

A piazza Duomo il palco che ospita i vertici dei partiti politici, a piazza Unione Europea, sulle scalinate ai piedi del municipio, la bandiera senza sigle dell’Assemblea No Ponte, contraria alla presenza dei leader di partito.

Un camion con le casse al massimo volume divide le due parti del corteo, ma il “fiume” umano partito da piazza Castronovo è uno solo e in un paio d’ore raggiunge le due piazze. I numeri: 5 comitati, 47 associazioni ambientaliste, 36 tra associazioni e movimenti, 7 organizzazioni politiche, 5 sindacati. Tanti striscioni, ma anche fantasiosi cartelli realizzati da cittadini e gruppi di cittadini. Ci sono pure due rappresentazioni di Scilla e Cariddi, i “mostri” dello Stretto.

I messaggi politici arrivano da piazza Duomo, dopo l’introduzione di Pietro Patti, segretario provinciale della Cgil. Il messaggio di Elly Schlein al duo Meloni-Salvini è netto: «Vi dovete fermare e vi dovete scusare, per la vergogna di aver buttato oltre 13 miliardi, sottraendo quelle risorse alle altre infrastrutture. La Corte dei Conti dice che quel progetto è stato fatto forzando le procedure, violando sia la direttiva europea sull’ambiente che quella sugli appalti. Ma questa battaglia non è finita, non illudiamoci. Proveranno a forzare ancora, è la vecchia politica, quella che sta perseguendo i sogni di Berlusconi, compresa la riforma della magistratura. Ma la democrazia non è un assegno in bianco a chi prende un voto in più alle elezioni. Lo diciamo con orgoglio da una regione che sta soffrendo per i tanti scandali, sarebbe opportuno che anche il presidente di questa Regione ne traesse le conseguenze e si dimettesse».

Per Barbara Floridia, senatrice del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione di vigilanza Rai, «non è più una lotta ideologica, è una lotta logica. Un iter illegittimo e per cosa? Per truffarci. Noi rivogliamo per la Sicilia e per la Calabria le risorse che sono state sottratte alle strade, agli ospedali, alle scuole. C'è stato un carteggio tra la Commissione europea e il Governo e noi parlamentari non ne sapevamo nulla. Dobbiamo liberare lo Stretto da questa destra allo sfascio». 

Anche Angelo Bonelli, leader di Avs, avvisa: «Se il governo non dovesse fermarsi, violando la legge, sappia che si schianterà sul muro di legalità che noi costruiremo. Questa è una mobilitazione della sapienza contro l’arroganza, perché avvocati, ingegneri, ricercatori si sono uniti e hanno trovato le falle inaccettabili dell'arroganza di un potere che voleva far passare questo progetto vecchio di trent'anni come il progetto della modernità. Se vogliono rispettare le leggi, ricomincino da capo».

Nell’altra piazza, Gino Sturniolo, Federico Alagna e gli altri rappresentanti dell’Assemblea rilanciano: «Oggi questo luogo è anche la Palestina, perché Gaza è il nome comune di ogni ingiustizia. In questi anni abbiamo imparato che nella storia del Ponte è ad ogni stop segue una ripresa. Per questo ci fidiamo così poco delle forze politiche, le abbiamo viste cambiare opinione troppe volte. Bisogna uscire definitivamente da questa storia e chiudere la Stretto di Messina».

GdS, 30/11/2025

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