
Mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo
GAETANO MANNINA
Leggere l’articolo per i dieci anni a Palermo di mons. Loregice mi ha profondamente toccato. Descrive con grande verità ciò che Monsignor Lorefice rappresenta: un uomo di fede autentica, ma anche un testimone coerente dei valori di libertà, onestà e uguaglianza — gli stessi valori che hanno radicato le nostre famiglie e che un tempo erano la bandiera più nobile della politica di sinistra, quella delle persone giuste e umili.
Il legame che unisce Monsignor Corrado a mio fratello, Don Angelo, è vero e profondo: entrambi provengono da famiglie semplici, ma ricche di quei principi che fanno da bussola nella vita e nel ministero sacerdotale.
Ho avuto il privilegio di conoscere Monsignor Lorefice da vicino in occasione dei funerali dei miei genitori. Ricordo ancora la sua omelia per mio padre (Corleone, ci ha lasciati Totò Mannina, storico dirigente della Cgil e del Pci. Ha celebrato il funerale mons. Corrado Lorefice): con pochissime informazioni ricevute solo poche ore prima, seppe cogliere e raccontare con straordinaria sensibilità il senso della sua vita, restituendogli dignità e significato con parole che solo chi ha vissuto l’esperienza diretta di un’autentica cultura sociale e politica di sinistra poteva pronunciare.
Lo stesso è accaduto con mia madre: in pochi attimi di dialogo aveva già intuito la sua forza, il suo coraggio, la sua tempra di donna che aveva cresciuto cinque figli in tempi difficili, e che nella vita aveva saputo affrontare ogni prova con fede e determinazione.
Alla fine del funerale lo abbracciai, ringraziandolo per la delicatezza e la profondità con cui aveva saputo ricordare entrambi i miei genitori, vissuti insieme fino a 96 anni e capaci di godere fino all’ultimo delle gioie familiari. Ancora oggi, mio nipotino — che compirà due anni a febbraio, lo stesso mese in cui nacque mia madre — la riconosce nelle foto e la chiama “nonna Peppina”. E ogni volta mi si riempie il cuore di gratitudine.
Monsignor Lorefice è entrato nel cuore della nostra famiglia fin da subito. I suoi occhi parlano di sincerità e compassione, le sue parole nascono dal cuore e al cuore arrivano, sempre.
Uomini come lui servirebbero in molti posti di responsabilità: il mondo sarebbe sicuramente più giusto e più umano.
Forza Monsignore, non molli.
Si circondi di uomini e donne autentici come lei: solo così potremo continuare a portare in alto il vero messaggio di Gesù — uguaglianza tra gli uomini e giustizia per tutti.
2 novembre 2025
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