domenica, novembre 30, 2025

Castello Utveggio, restauro e rinascita per fare cultura


SIMONETTA TROVATO

«Quando chiuse ci fu chi disse Alleluia. Oggi noi diciamo Evviva, riapre». Il riferimento, neanche tanto nascosto, del presidente Renato Schifani è ovviamente a Rosario Crocetta che nel 2016 salutò la chiusura di Castello Utveggio. «Oggi lo restituiamo alla città, dopo anni di ingiustificabile degrado - prosegue il presidente Schifani -. 

Ho fortemente voluto fin dal mio insediamento e in continuità col precedente governo, la riapertura di questo bene, inserendolo tra i siti presidenziali». I boatos raccontano di sortite e bacchettate perché i lavori sono andati avanti nei tempi: oggi il governatore promette «niente matrimoni, qui si fa cultura». 

Per comprendere pienamente Castello Utveggio, l’unica è salire quattro piani e raggiungere la terrazza voluta da Michele Utveggio, l’imprenditore di Catalafimi che tra metà Ottocento e la prima guerra mondiale, progetta un Grand hotel di lusso arrampicato su Monte Pellegrino. In soli cinque anni, dal 1928 al 1933, è pronto, disegnato da Giovan Battista Santangelo: è un intervento grandioso, dalla città si udiva lo scoppio degli esplosivi per sbancare il costone della montagna e creare lo spiazzo dove sarebbe sorto il palazzo. L’hotel funziona pochi anni, Utveggio muore, il nipote Nino Collura tenta di proseguire ma crolla finanziariamente. 

Il palazzo, pomposamente detto castello, di lì a pochi anni viene requisito dai tedeschi: il calore della montagna fa da scudo, è protetto da correnti ascensionali tali che le bombe vengono deviate tanto che un caccia alleato che tentò lo stesso l’impresa e si schiantò sulla montagna. Nel 1943 passa nelle mani degli americani che lo depredano di gran parte degli arredi, tanto che i proprietari intentarono una (fallimentare) causa di risarcimento. La Regione lo espropria nel 1955, ma non sa bene che farsene: nel 1978 l’Ispettorato regionale tecnico redige un primo progetto e nel 1989 viene assegnato al Cerisdi come sede di corsi e congressi di alta formazione. Sono gli anni di padre Pintacuda.

Castello Utveggio funziona e bene fino al 2016 quando Crocetta chiude il Cerisdi e del palazzo si perde memoria, resta lassù a 346 metri, a guardia della città. Oggi il recupero - finanziato dalla Regione con poco meno di 6 milioni di euro, progetto del DG del dipartimento Cerimoniale della Presidenza e direttore dei lavori, Francesco Di Chiara - lo rende una struttura 4.0. Diverse sale conferenze perfettamente attrezzate, e una sala stampa da 24 posti collegata: Castello Utveggio recupera la sua funzione di centro convegni di altissimo profilo. Con un piccolo segreto: è stata musealizzata la stanza che fu occupata da papa Giovanni Paolo II nel 1995, scampolo di memoria e omaggio al Pontefice. Un’apertura che avvia anche una nuova formula che la Regione sta tentando: la gestione diretta dello spazio (tra sei mesi sarà lanciato un bando per l’affidamento) e l’apertura alle visite, previa registrazione sul sito della Presidenza: venerdì dedicato alle scuole, sabato e domenica al pubblico, si sale solo sulle navette elettriche dell’Amat. «Per l’Acchianata, abbiamo superato i 47 mila utenti sulle vetture per raggiungere il santuari - dice il presidente dell’Amat Giuseppe Mistretta - e potenzieremo ancora di più la linea 812». (*sit*)

Simonetta Trovato

GdS, 30/11/2025 

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