giovedì, novembre 27, 2025

Filomena Iemma: Il coraggio di una madre che ha sfidato il silenzio della giustizia

Filomena Iemma, mamma di Elisa

Il programma 
LAURA LIISTRO

Siracusa, 2025 – Il nome di Filomena Iemma è oggi sinonimo di coraggio, determinazione e resilienza. La sua è una storia che ha toccato le corde più profonde dell’animo umano, una storia che inizia nel 1993, quando una madre di Siracusa, come tante altre, viveva una vita fatta di piccoli gesti quotidiani, di amore familiare e di routine. 

La sua vita, come quella di tante madri, sembrava scorrere tranquilla, fino a quel fatidico giorno di settembre che cambiò per sempre il corso della sua esistenza.

Il 12 settembre 1993, Filomena Iemma salutò sua figlia, Elisa, sedicenne, con un sorriso e il solito “a più tardi”. 

Elisa aveva detto che sarebbe andata a messa con un’amica, ma non tornò mai. 

La sua scomparsa, che inizialmente sembrava un semplice allontanamento volontario, si trasformò ben presto in un incubo per Filomena e per tutta la sua famiglia. 

Una storia che non è solo un crimine irrisolto, ma una battaglia di giustizia, di memoria, e di una madre che non si è mai arresa.

Filomena Iemma è diventata un simbolo della lotta contro l’indifferenza delle istituzioni, ma soprattutto della forza che una madre può avere quando la verità di una tragedia non è mai veramente ascoltata. 

La sua vita, segnata dalla scomparsa della figlia, è stata una lunga marcia alla ricerca di risposte. Per 17 anni, Filomena ha cercato giustizia con ogni mezzo a sua disposizione, non solo per la verità su Elisa, ma per una società che sembrava troppo disinteressata o incapace di affrontare la realtà di un crimine che era stato nascosto per troppo tempo.

La verità, finalmente, emerse nel 2010, quando il corpo di Elisa venne ritrovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, a pochi passi dalla casa della famiglia. 

Il ritrovamento avvenne durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio, un luogo che, per anni, era stato ignorato da chi avrebbe dovuto cercarlo. 

Il corpo di Elisa, che per anni era stato dato per disperso, si trovava nascosto nel cuore della città, sepolto in un angolo oscuro della memoria collettiva. 

Il ritrovamento diede finalmente giustizia a Filomena, ma la sua lotta non finì con quella scoperta.

Nel corso degli anni, la condanna di Danilo Restivo, accusato dell’omicidio di Elisa e di un altro omicidio in Inghilterra, portò alla luce le carenze delle indagini iniziali. L’uomo, che per anni aveva vissuto nell’ombra, sfuggendo alle accuse e alle indagini, fu infine ritenuto colpevole, ma la condanna arrivò solo dopo un lungo periodo di indifferenza istituzionale. 

Questo fatto confermò ciò che Filomena aveva sempre temuto: che il caso fosse stato trascurato per troppo tempo. 

Ma la sua determinazione, la sua forza di volontà, il suo amore incondizionato per Elisa, sono stati i motori che l’hanno spinta a lottare senza mai cedere.


Il coraggio di una madre


Filomena Iemma è stata molto più di una madre che ha perso una figlia: è diventata una figura di riferimento per milioni di persone, un simbolo di resistenza di fronte a un sistema che troppo spesso ignora le vittime e le loro famiglie. 

La sua battaglia, infatti, non è stata solo per la giustizia di Elisa, ma per tutti coloro che, come lei, sono stati vittime del silenzio e dell’indifferenza delle istituzioni.

Il suo caso ha suscitato un’ondata di solidarietà e di consapevolezza, soprattutto grazie alla visibilità data dal podcast di Pablo Trincia, “Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps”. 

In questo racconto, la figura di Filomena emerge come un faro di speranza e di tenacia, una donna che non ha mai smesso di chiedere verità, una donna che ha rotto il silenzio che avvolgeva il caso di sua figlia, e che, con dignità, ha affrontato la battaglia contro l’oblio e la disattenzione.


Il simbolo di un cambiamento sociale


Oggi, la figura di Filomena Iemma è celebrata in tutta Italia. 

Il suo esempio è diventato un punto di riferimento nella lotta contro il femminicidio e la violenza di genere. 

Filomena non ha mai smesso di fare appello alla memoria di sua figlia, ma la sua lotta si è estesa anche alla difesa dei diritti delle donne, alla giustizia sociale, alla necessità di non voltarsi mai dall’altra parte di fronte all’ingiustizia. 

Il suo coraggio ha acceso un faro sulle problematiche legate alla violenza e ha spinto le istituzioni a riflettere sul modo in cui trattano i casi di scomparsa e omicidi non risolti, soprattutto quando si tratta di donne.

Il 28 e 29 novembre 2025, la figura di Filomena Iemma sarà ricordata in modo particolare durante due giornate di riflessione e commemorazione a Canicattini Bagni e Avola, nel siracusano. 

In queste date, la memoria di Elisa e il coraggio di sua madre saranno al centro di un percorso di educazione civile e di sensibilizzazione, con eventi che coinvolgeranno la comunità, le scuole e le istituzioni locali. 

Si tratterà di un’occasione per approfondire il tema della giustizia, della memoria e della lotta contro il silenzio che troppo spesso avvolge le tragedie di donne vittime di violenza.


Un’eredità che non muore


Oggi, Filomena Iemma è una donna che, nonostante il dolore che ha attraversato, ha trovato la forza di parlare, di agire, di farsi portavoce di una lotta che riguarda tutti noi. 

La sua voce, che prima sembrava disperata e senza eco, ora risuona forte e chiara, ricordandoci che la giustizia deve essere una priorità per una società che vuole dirsi civile. 

Il suo esempio ci insegna che nessun silenzio deve mai prevalere sulla verità e che, se una madre è capace di fare tutto questo, possiamo farlo anche noi, per chi non ha più voce.

Filomena Iemma ha rotto il silenzio che la sofferenza di una madre aveva imposto. Grazie a lei, il silenzio non tornerà mai più. 

La sua lotta continua a vivere in ogni angolo d’Italia, in ogni cuore che batte per la giustizia.

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