domenica, aprile 23, 2023

La Preside finta antimafia e l’iceberg della corruzione

La dirigente scolastica Daniela Lo Verde

by Augusto Cavadi

L’arresto di un funzionario pubblico con l’accusa di corruzione, purtroppo, non fa più notizia. Se però si tratta di una Dirigente scolastica, per giunta nominata Cavaliere della Repubblica per l’impegno antimafia, ce n’è abbastanza per arrivare sulle prime pagine.

Commentatori illustri e comuni frequentatori dei social media non stanno lesinando opinioni, talora per sottolineare la gravità del caso e talaltra per invitare alla cautela in attesa di nuovi elementi di giudizio.

Se è lecito astenersi dal “prendere posizione”, vorrei limitarmi a fornire qualche informazione in più che non intende suonare né come aggravante, né ancor meno come scusante.

Poiché ho frequentato le scuole come insegnante dal 1973 al 2016 posso testimoniare che l’abitudine – forse sarebbe meglio dire: il malcostume – dei Dirigenti Scolastici (gli ex presidi, per intenderci) di ricevere “omaggi” e “strenne” dai fornitori di beni e servizi alla propria scuola è diffusa in maniera capillare. Almeno da Napoli in giù (non so da Roma inclusa in su).

Si tratta di volgare avidità? Propendo per supporre che si tratti piuttosto di un desiderio di riconoscimento della propria posizione di potere: una sorta di status symbol.

I Dirigenti scolastici attuali guadagnano, fra direzione (nominale) di corsi di aggiornamento per docenti e di progetti formativi per gli studenti, cifre che i loro predecessori sino a pochi decenni fa non sognavano neppure di notte; l’omaggio sottobanco (ma neppure tanto segreto) del fornitore è un segno di reverenza feudale. La professoressa Daniela Lo Verde, sino a ieri dirigente di una scuola pubblica nel difficilissimo quartiere Zen (Zona espansione nord) di Palermo, è stata più sfacciata di altri colleghi.

Una decina di anni fa ho pubblicato un libro (Presidi da bocciare?, Edizioni Di Girolamo, Trapani 2012) in cui riprendevo alcuni casi,  eclatanti o noti solo a me, di dirigenti inadatti al loro ruolo. Tranne qualche preside più onesto, che mi volle gratificare di pubblica solidarietà, la reazione corporativa fu durissima. Il coordinatore palermitano dell’Associazione dei presidi mi minacciò, in sede di presentazione del volume (a cui l’avevo invitato come relatore), di denunzia all’autorità giudiziaria per il reato di diffamazione: denunzia che, ovviamente, si guardò bene dall’attuare per evitare di regalarmi una graditissima pubblicità al libro.

La titolare della Direzione scolastica regionale dell’epoca, in occasione di un’altra presentazione del medesimo volume (proprio nella scuola dello Zen !), mi attaccò in pubblico, salvo a confessarmi subito dopo – in privato –che su alcuni casi da me denunziati nel libro non era intervenuta perché le normative in vigore non le consentivano di anticipare le sentenze dei magistrati.

Perfino l’ex ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro, iniziando la presentazione del volume al Salone del Libro di Torino, mi accusò senza mezzi termini di cavalcare la moda populista e qualunquista di attaccare le “caste”, forse per una sorta di invidia sociale più o meno inconscia.

Se adesso rievoco queste vicende è per segnalare l’inopportunità di concentrarsi sul caso scandaloso dimenticando che è solo la punta di un iceberg. Ma anche per ricordare agli avvoltoi del momento che nessun episodio, per quanto clamoroso, deve far dimenticare che l’iceberg sommerso è costituito anche da molti dirigenti e insegnanti che, da decenni, lontano dai riflettori, lavorano quotidianamente per coltivare negli allievi il senso critico, la correttezza etica, il rispetto della legalità costituzionale: e, proprio così, una coscienza civica democratica e antimafiosa.

Come ebbi modo di ricordare a Torino al compianto De Mauro, corruptio optimi pessima: la peggiore corruzione si ha quando vengono corrotti i ruoli più nobili. Infatti lo invitai a considerare le poche righe della dedica a stampa che si possono leggere tuttora in esergo al mio testo: “Ai tanti dirigenti scolastici, incontrati nella vita, che non hanno barattato l’originaria vocazione educativa con briciole di prepotere burocratico. E sono rimasti umani”.


Blog perdonale, 22 Aprile 2023

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