giovedì, aprile 13, 2023

L’INTERVISTA. Il sindaco Nicolò Nicolosi “Il figlio del capo della mafia è un cittadino indesiderato”

“Sono arrabbiato perché ho saputo dal giornale della sua richiesta all’Ufficio anagrafe. A Padova gli hanno dato una carta d’identità valida per l’espatrio”

CORLEONE — «Leggendo “Repubblica” ho saputo che il figlio di Salvatore Riina si è presentato qualche giorno fa all’ufficio anagrafe del Comune » , dice Nicolò Nicolosi, il primo cittadino di Corleone. «E sono arrabbiato: nessuno mi ha informato». 
Sindaco, com’è possibile? 
«Non hanno avvertito neanche il segretario generale. Francamente, una cosa inconcepibile. Avvierò subito un’indagine». 


Salvo Riina si è presentato all’ufficio anagrafe il 4 aprile per chiedere il trasferimento di residenza. 
«Quel giorno, come nei giorni seguenti, ero in Municipio. Sono rimasto a Corleone anche il venerdì santo. Ma nessuno dell’ufficio anagrafe è venuto nel mio ufficio. Neanche la polizia municipale, che poi aveva ricevuto la pratica per il prosieguo delle verifiche». 
E, adesso, cosa accadrà? 
«Per legge non possiamo bloccare un trasferimento di residenza. Di certo, faremo tutti gli accertamenti e terrò costantemente informata la prefettura di Palermo. Ma, intanto, una cosa va detta: Salvo Riina è un cittadino indesiderato. E deve avere ben chiaro che la Corleone di oggi non è quella di una volta. Il simbolo di questa rinascita è il murale di Francesca Morvillo che abbiamo voluto nella piazza principale della nostra comunità, intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lunedì 17, faremo una grande manifestazione per inaugurare l’opera di Andrea Buglisi. E presenteremo anche un bel libro dedicato alla giudice morta con il marito Giovanni Falcone e gli agenti di scorta». 
Corleone è davvero cambiata, ma ammetterà che è curioso quanto successo: al Comune quella pratica di Salvo Riina stava passando sotto silenzio. 
«Mi creda, sono davvero amareggiato. E al contempo grato a “Repubblica”. Va anche detto chiaramente che le parole rivolte a lei da Riina — “Si è sempre comportato male con noi” — sono inaccettabili: Salvo Riina ha cominciato nel peggiore dei modi la sua nuova permanenza a Corleone». 
Crede che al Comune qualcuno abbia voluto proteggerlo? 
«Questo non lo penso, ritengo piuttosto che ci sia stato un grave errore di sottovalutazione da parte di qualche funzionario. Ho già convocato tutti per ribadire che una cosa del genere non deve più accadere. Ma in questa vicenda non è l’unica cosa che mi ha colpito». 
A cosa si riferisce? 
«All’ufficio anagrafe di Corleone Riina ha mostrato una carta d’identità rilasciata dal Comune di Padova, è valida per l’espatrio. La cosa mi ha sorpreso, considerato il personaggio. Ma è solo la considerazione di un cittadino che ha a cuore la sua terra. Da sindaco, mi chiedo: cosa farà Salvo Riina a Corleone?». 
Ha chiesto di abitare nella casa di famiglia, accanto all’anziana madre. 
«Quella strada non si chiama più via Scorsone, ma via Cesare Terranova, il coraggioso giudice istruttore che per primo comprese la forza deimafiosi corleonesi e per questa ragione venne assassinato nel settembre del 1979, assieme al suo più stretto collaboratore, il maresciallo Lenin Mancuso». 
Salvo Riina ha fatto altre comunicazioni al Comune? 
«Ci risulta soltanto che è andato ad abitare con la mamma Ninetta Bagarella, che percepisce una pensione, nella casa che fu della madre della signora. Poi, certo, il Comune non ha gli strumenti per verificare se il signor Riina ha altri beni nascosti». 
A rileggere le intercettazioni del passato, nasconde ancora tanti segreti. 
«Il signor Riina sappia che i corleonesi respingeranno qualsiasi tentativo di ritorno al passato, questa comunità ha già sofferto tanto. E, soprattutto, ha fatto un cammino di riscatto, accanto alle istituzioni. Attorno a quel murale dedicato a Francesca Morvillo c’è un percorso di riqualificazione urbano, ambientale e culturale che parte dal Comune e arriva alla scuola». 
Cosa c’è nel futuro di Corleone? 
«Ci sono investimenti importanti, grazie ai fondi del Pnrr che il Comune ha ottenuto sulla base di progetti ritenuti significativi, perché riguardano beni confiscati a parenti di Totò Riina: un immobile di Grizzaffi diventerà un centro antiviolenza, un agriturismo sarà sede di una cooperativa sociale. Altri fondi del Pnrr saranno utilizzati per la riforestazione delle Gole del Drago, un pezzo importante del nostro territorio». 
Che dice la gente in piazza del ritorno di Salvo Riina? 
«Davvero tante persone mi hanno detto di essere indignate e preoccupate. Ma non torneremo al passato». 
s.p. 

La Repubblica Palermo, 13/4/2023

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