sabato, aprile 08, 2023

La Cgil alla Soprintendenza: «Portella della Ginestra bene culturale da tutelare»


Leandro Salvia

Piana degli Albanesi - Portella della Ginestra «bene culturale». È la proposta lanciata dalla Cgil e dall’associazione Portella della Ginestra alla Sovrintendenza per i Beni culturali e ambientali. L’idea nasce dalla necessità di tutelare il sito dove il 1° maggio del 1947 si consumò la strage terroristico-mafiosa.

Il tavolo di confronto si è tenuto ieri a Palermo. A incontrare la Soprintendente, Selima Giuliano, c’erano il segretario generale della Cgil Palermo, Mario Ridulfo, il responsabile del dipartimento Archivio e memoria storica della Cgil, Dino Paternostro, il presidente dell’associazione Portella della Ginestra Giorgio Parrino e lo studioso Francesco Petrotta. «Entro il mese di aprile – fa sapere la Cgil in una nota - la Soprintendenza proporrà all’assessorato ai Beni culturali l’emissione di un decreto per dichiarare l’area su cui insiste il memoriale di Portella della Ginestra “bene culturale” ai sensi dell’articolo 10, comma 3, lettera D, del Decreto legislativo 42 del 2004».

«È un provvedimento da tempo auspicato dalla Cgil e dall’associazione dei familiari delle vittime di Portella – commentano Ridulfo, Paternostro e Petrotta - per tutelare ancora di più un luogo simbolo del riscatto dei lavoratori, dove dai tempi dei Fasci dei lavoratori di fine ‘800 braccianti e contadini ascoltavano le parole di Nicolò Barbato, apostolo del socialismo». Il Primo maggio del ‘47 la banda di Salvatore Giuliano, al soldo della mafia, aprì il fuoco su una folla di contadini radunati sul pianoro di Portella della Ginestra. I manifestanti con bandiere rosse provenivano da Piana degli Albanesi, San Cipirello e San Giuseppe Jato. Alla fine delle raffiche si contarono undici morti e ventisette feriti. A perdere la vita furono Margherita Clesceri, Giorgio Cusenza, Giovanni Megna, Vito Allotta, Serafino Lascari, Francesco Vicari, Giovanni Grifò e Castrenze Intravaia. Fra i caduti anche due bambini: Vincenzina La Fata e Giuseppe Di Maggio. Da alcuni anni vengono ricordati anche Vita Dorangricchia, che morì nove mesi dopo per le ferite riportate, ed Emanuele Busellini, ucciso dalla banda in ritirata. L’azione terroristica di quella tragica mattina viene da più parti considerata la risposta delle classi agrarie alle lotte contadine per la terra. Da allora ogni anno a Portella, in occasione della Festa di lavoratori, vengono ricordate le vittime a cui è dedicato il memoriale realizzato dall’artista Ettore De Conciliis.

GdS, 8/4/23

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