domenica, aprile 02, 2023

Minà, Maselli e Marescotti: un “tris d’assi” con la Sicilia nel cuore


PIETRO SCAGLIONE

Gianni Minà, Citto Maselli e Ivan Marescotti, tre protagonisti della cultura italiana recentemente scomparsi, erano legati (per motivi diversi) alla Sicilia. Il giornalista torinese Gianni Minà era cittadino onorario di Castelbuono e aveva origini familiari madonite ed eoliane.

Il regista romano Francesco Maselli aveva parenti agrigentini, si chiamava "Citto" in onore del grande Luigi Pirandello (suo padrino di battesimo) ed ebbe una storia d’amore con la scrittrice catanese Goliarda Sapienza. L'attore romagnolo Ivan Marescotti interpretò il celebre "dottor Randazzo" del film “Jhonny Stecchino” e confermò il suo amore per la Sicilia.

GIANNI MINA’, TRA EOLIE, MADONIE E PALERMO CALCIO

Nato a Torino nel 1938, Gianni Minà ebbe la nonna materna Nella originaria di Lipari (la più grande delle Isole Eolie) e il nonno paterno Vincenzo originario di Castelbuono (nel cuore delle Madonie).

ll nome Gianni, invece, era stato scelto in onore del nonno materno Giovanni Impallomeni, docente universitario nell'Ateneo messinese nei primi del Novecento. Il professore Impallomeni morì il 28 dicembre del 1908, a causa del Terremoto catastrofico che distrusse Messina e Reggio Calabria.

La moglie Nella (nata nell’isola di Lipari, “in una casa borghese, dalla cui terrazza, le piaceva dire, si leggeva il mare”) e la figlia Franca (madre di Gianni) si salvarono miracolosamente, poichè erano andate a Siracusa in occasione delle festività natalizie.

Molti anni dopo, Franca Impallomeni, da insegnante, fu trasferita a Trieste e, durante una gita scolastica a Torino, conobbe il futuro marito, avvocato della Reale Mutua, piemontese di origini siciliane.

La famiglia Minà infatti era originaria di Castelbuono, cittadina nel cuore delle Madonie, in provincia di Palermo.

Gianni Minà tornava con piacere sia nelle Isole Eolie (terra d'origine dal lato materno) sia nelle Madonie (terra d'origine dal lato paterno). E il sindaco di Castelbuono Mario Cicero conferì la cittadinanza onoraria a Gianni, accolto trionfalmente dai madoniti.

Forte il legame anche con il capoluogo siciliano. Nel 1991, infatti, il giornalista torinese fu anche protagonista della festa promozione del Palermo calcio (dalla serie C alla serie B, dopo gli anni bui della radiazione). Gli organizzatori dell’evento - affollato di tifosi, in Piazza Alcide De Gasperi, nei pressi dello stadio - furono Gianni Minà, l'attore Franco Franchi e il giornalista Guido Monastra (attuale direttore di Stadionews).

A metà degli anni Novanta, per la trasmissione Rai “Storie”, Gianni Minà intervistò il consigliere istruttore Antonino Caponnetto, padre del Pool Antimafia di Palermo.

"Chi tradì Falcone? - domandò senza peli sulla lingua l’illustre intervistatore - Chi tradì nei servizi segreti italiani? Chi comunicò ogni passo della vita di Giovanni Falcone per poterlo far saltare in aria?”.

"Vorrei saperlo caro Minà. Vorrei saperlo prima di chiudere gli occhi, ma temo che non lo saprò mai", rispose l’anziano magistrato amico di Falcone e Borsellino.

Anche il giudice Caponnetto, dunque, fu inserito nel “Dream Team” dei personaggi celebri intervistati da Gianni Minà, un parterre di primo piano che annoverava, tra gli altri: scrittori come Gabriel Garcia Marquez, registi come Federico Fellini e Sergio Leone, cantautori come Fabrizio De Andrè e Pino Daniele, attori come Gigi Proietti e Massimo Troisi, politici come Fidel Castro e Sandro Pertini, calciatori come Diego Armando Maradona, pugili come Muhammad Alì.

CITTO MASELLI E LUIGI PIRANDELLO

Un altro protagonista della cultura italiana scomparso negli stessi giorni di Gianni Minà aveva legami familiari con la Sicilia. Nato in una famiglia di critici d’arte e intellettuali, il regista romano Citto Maselli, infatti, aveva una zia materna sposata con Stefano, figlio del grande scrittore e drammaturgo agrigentino Luigi Pirandello.

Lo stesso Luigi Pirandello fu padrino di battesimo di Francesco Maselli e lo chiamò Citto, come vezzeggiativo per indicare “piccolino”.  Al cugino Giorgio Pirandello, invece, Maselli fu grato per il dono del libro “Capitan Fracassa” che lo introdusse ai piaceri della lettura.

Era un’epoca precedente agli anni dell’impegno nella Resistenza e nel Partito Comunista Italiano (proseguita con la militanza in Rifondazione Comunista fino agli ultimi giorni di vita).

Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947 Citto Maselli ebbe un nuovo importante legame con la Sicilia, intraprendendo la storia d’amore lunga 18 anni con la scrittrice catanese Goliarda Sapienza, esponente di punta del neorealismo italiano, come d’altronde lo stesso regista romano.

Il legame con Goliarda Sapienza cessò nella metà degli Anni Sessanta, ai tempi del film “Gli Indifferenti”, tratto dal capolavoro di Alberto Moravia. Sei anni dopo, Citto Maselli si sposò con Stefania Bray, giornalista e direttrice di Gulliver, compagna di vita fino agli ultimi giorni.

IVANO MARESCOTTI, IL “DOTTOR RANDAZZO”

Anche un altro personaggio della cultura italiana scomparso in questi giorni, Ivan Marescotti, attore e regista romagnolo, ebbe un legame con la Sicilia. Dopo avere partecipato alla sesta stagione della Piovra, diretta dal regista Damiano Damiani, Roberto Benigni era indeciso se coinvolgerlo nel film “Jhonny Stecchino”.

Per convincerlo, come raccontò anni dopo, Ivan Marescotti si paragonò ai tanti romagnoli innamorati della Sicilia e ricordò le tante storie d’amore tra le 2 regioni. Dopo lunga meditazione, Benigni acconsentì e il risultato fu convincente. Ivan Marescotti, infatti, interpretò il personaggio del “dottor Randazzo”, ispettore e assicuratore che indagava sui “falsi invalidi”.

Dopo tanti film e tanto impegno politico e sociale, Ivano Marescotti si ritirò dalla carriera di attore per dedicarsi interamente alla sua Scuola di teatro, cinema e recitazione - il Teatro Accademia Marescotti - fino agli ultimi mesi della sua vita.

Come Gianni Minà e Citto Maselli, anche Ivano Marescotti era iscritto all’ANPI, che ha ricordato i tre grandi artisti italiani appena scomparsi.

Pietro Scaglione

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