martedì, aprile 04, 2023

Italo Tripi: “Ho lavorato con Gigi Colombo, ne ho condiviso passione politica, fatiche, battute d’arresto, successi…”

Italo Tripi ricorda Gigi Colombo

Il testo dell’intervento di Italo Tripi, ex segretario Cgil Sicilia, per la commemorazione di Luigi Colombo, segretario della Camera del lavoro di Palermo dal 1978 al 1981 e deputato all’Ars per due legislature.
 

di ITALO TRIPI

Caro Gigi,

in queste ultime 24 ore di te hanno detto: un caro compagno, un grande amico, una persona gioviale, schietta, ironica, allegra, diretta, affettuosa, di una saggezza severa. Se tu potessi interloquire ora mi manderesti a quel paese con qualche tua battuta sarcastica com’era nel tuo stile.

Allora mi rivolgo ai tuoi nipoti qui presenti per parlare loro dello splendido nonno che hanno avuto e del quale devono sempre andare fieri.

L’attuale segretario della Camera del Lavoro di Palermo, che ci ospita, mi ha chiesto una testimonianza dal momento che ho lavorato con Gigi, ne ho condiviso passione politica, fatiche, battute d’arresto, successi.

Gigi nasce come operaio e della classe operaia rimarrà un rappresentante per tutta la vita.

A metà degli anni Cinquanta conosce Pio La Torre che lo coinvolge giovanissimo nel lavoro sindacale.

L’otto luglio 1960 è in piazza con i ragazzi dalle “magliette a strisce” a difendere la Repubblica antifascista e a rivendicare pane e lavoro.

Dal 1963 al 1970 è dirigente sindacale della Fiom e della Camera del lavoro di Palermo e da lì dirige le lotte del cosiddetto autunno caldo del 1969.

Sono gli anni delle grandi conquiste salariali e normative dei lavoratori, di importanti riforme sociali tra le quali quella del sistema pensionistico.

Nel 1971 entra a fare parte della segreteria regionale della CGIL e successivamente, prima nel 1974, viene inviato a dirigere la Camera del lavoro di Catania e, nel 1978, va a dirigere la CGIL di Siracusa.

Sono gli anni dell’avanzata della destra fascista in Sicilia, della lotta al subappalto nelle fabbriche e per l’applicazione dei contratti nella fiorente edilizia palermitana. Sono lotte sindacali nelle quali capita spesso, troppo spesso, di incrociare mafiosi in carne ed ossa in una epoca nella quale la cultura dominante spiegava che la mafia era una invenzione dei comunisti.

Dopo l’esperienza siracusana rientra a Palermo a dirigere la sua Camera del lavoro.

Nel 1979 io ho l’opportunità di cominciare a collaborare con il compagno Colombo in quanto la corrente politica alla quale entrambi appartenevamo (quella comunista) decide che io dovessi andare nella segreteria della Camera del lavoro di cui Gigi era il segretario generale.

Nonostante io fossi un innesto esterno, un estraneo, trovai subito in Gigi e in Franco Padrut una accoglienza leale e una grande complicità. Quei due compagni di lotta mi insegnarono il complicato mestiere del sindacalista: i miei maestri.

Nel lavoro sindacale potei apprezzare le qualità di Gigi, la grande competenza, il sapere prendere sempre il toro per le corna. I lavoratori lo stimavano e lo sostenevano; le controparti lo rispettavano.

Si sviluppò una importante vertenzialità al Cantiere navale, nelle aziende ESPI, ma anche una puntuale attenzione verso i lavoratori della pubblica amministrazione.

Il compagno Colombo aveva inoltre anche una grande sensibilità verso le tematiche civili.

Fu lui che volle che la CGIL portasse il saluto al congresso costitutivo dell’ARCI gay di Palermo in tempi in cui vigeva l’ostracismo verso gli omosessuali anche nel nostro stesso schieramento.

Così come volle che il sindacato avesse un ruolo importante nella costituzione della “Lega contro la droga” in una epoca in cui la tragedia della droga era vissuta in piena solitudine dalle famiglie, senza alcun sostegno.

Inoltre, la sua determinazione permise l’acquisto della sede di questa Camera del lavoro. Ci voleva grande partecipazione e convinzione per imbarcarsi in tale acquisto senza avere letteralmente una lira.

Smosse mare e monti, aprì sottoscrizioni, ma alla fine raggiunse l’obbiettivo grazie alla sua determinazione che rasentava la testardaggine.

Sarebbe interessante aprire una riflessione sulle lotte sociali in quegli anni perché ne potremmo trarre insegnamenti e indicazioni per il presente.

Gigi lascia la dirigenza della CGIL rimanendone però per sempre un militante nel 1981. Lascia non per sua scelta ma per una serie di vicissitudini e veti politici.

Aveva tutte le carte in regola per succedere a Epifanio La Porta nella carica di segretario generale della CGIL Siciliana. Infatti, aveva diretto le principali strutture organizzative della CGIL in Sicilia, aveva un indiscusso prestigio tra i lavoratori e le lavoratrici, era rispettato dalle controparti e stimato nelle istituzioni.

Nella componente politica maggioritaria della CGIL si aprì una durissima lotta politica per la successione a La Porta, che si concluse con una sorta di soluzione “salomonica”: Gigi rinunziava a fare il segretario generale e in compenso gli si offriva la candidatura all’Assemblea regionale siciliana.

Per amore dell’unità politica della Cgil Gigi con grande senso di responsabilità fece il passo indietro e rinunziò al suo obiettivo che era anche quello di larga parte dei dirigenti della CGIL siciliana.

Si apre quindi una nuova fase dell’impegno politico e sociale di Gigi: quella di parlamentare regionale del PCI. Anche da deputato si distingue per competenza e determinazione divenendo un punto di riferimento per lavoratori, sindacati, cooperatori, abitanti dei quartieri.

Il suo lavoro parlamentare, sia legislativo che ispettivo, è molto intenso.

Ma su tutte le questioni a mio parere più rilevanti sono due: la riforma della legge regionale sugli appalti e la soluzione dell’annosa questione della crisi delle collegate ESPI.

La prima è uno strumento di efficienza e di liberazione degli appalti dalla ipoteca mafiosa; la seconda è la costituzione della RESAIS che consentiva di tutelare i lavoratori smantellando quello che era diventato un costoso carrozzone.

Dopo due legislature ha lasciato il lavoro parlamentare e ha messo le proprie competenze al servizio del movimento cooperativo.

Gigi concretamente non è mai andato in pensione dall’impegno politico a sinistra, periodicamente si vedeva con  i suoi compagni di militanza politica (Gino Tripi, Massimo Accolla, Roberto Tagliavia, Filippo Tornambè, Paolo Barone, Franco Padrut ed altri) per analizzare la fase politica, assumere orientamenti sulle campagne elettorali e referendarie, dare indicazioni di voto. Si sarebbero rivisti tra pochi giorni...

Potremmo stare ore a raccontarci aneddoti ed esperienze e sono certo che ognuno dei presenti avrebbe qualcosa da aggiungere.

Per concludere voglio ricordare un episodio che mi viene in mente e che dà l’idea dell’uomo Gigi Colombo: una partita di scopone scientifico... speciale. Il luogo “Città del Mare” nel post cena di una kermesse sindacale:  giocatori Luigi Colombo e Luciano Lama da una parte, Epifanio La Porta e Giacinto Militello dall’altra. Tutte persone a cui non piaceva perdere nella vita come nel gioco. Luigi a quel tavolo era “u nicu”che trattava con disinvoltura quei tre mostri sacri che avrebbero potuto incutere timore a chiunque. Ecco Gigi era una persona che stava a proprio agio con tutti e metteva a proprio agio tutti coloro con cui entrava in contatto.

Condoglianze a Sara, a Margherita e Alessandro, ai nipoti e a tutti noi che lo abbiamo stimato e voluto bene. Ciao Gigi

Italo Tripi

Palermo 31.03.202

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