Gli alloggi popolari di c.da S. Marco
DINO PATERNOSTROL’assessore Di Miceli
Ansia e preoccupazione tra le 11 famiglie corleonesi, che hanno dovuto lasciare i propri appartamenti nelle case popolari di contrada San Marco, situate nelle due palazzine di via Federico De Maria e della sottostante via Federico De Roberto.
In seguito ad una segnalazione, infatti, i tecnici del Comune e i vigili del fuoco hanno individuato un peggioramento delle condizioni strutturali delle fondazioni che hanno fatto inclinare le due palazzine. Per precauzione, e in attesa delle perizie dettagliate da parte di tecnici specializzati, il sindaco Walter Rà ha dovuto emettere delle ordinanze di sgombero.
“Ci siamo trovati da un momento all’altro in mezzo alla strada”, dice Antonino Natoli, mentre aspetta con altri inquilini sgomberati che inizi una riunione al Comune per conoscere la loro sorte per questa seconda notte da senza-tetto. “Alcuni di noi sono stati ospitati da parenti ed altri in B&B e case vacanze reperite dal comune, ma il nostro futuro lo vediamo nero”.
“Non lasceremo nessuno senza il necessario supporto - assicura l’assessore ai servizi sociali Calogero Di Miceli - un tetto sarà assicurato a tutti, in attesa di capire la reale situazione statica delle due palazzine. Abbiamo già contattato tecnici specializzati per affrontare in maniera tempestiva la situazione”.
Da Firenze, dove abita, si è fatto sentire anche Maurizio Pascucci, ex consigliere comunale di opposizione nella passata consiliatura. “Gli Uffici del Comune di Corleone - scrive Pascucci - sono informati da molti anni di questa situazione. Hanno sempre trovato un "motivo valido scorretto" per non fare. Questa è la verità. Io, come consigliere comunale e capogruppo di opposizione, ho depositato nel novembre 2018, cioè 7 anni fa, un atto affinchè si tenesse conto delle tante crepe nei muri che segnalavano criticità”.
A sostenere che è da tempo che le due palazzine presentano criticità sono anche alcuni degli inquilini sgomberati, che probabilmente tendono a minimizzare la portata dei danni, nella speranza di poter presto rientrare nelle proprie abitazioni.
Trovare scorciatoie, però, sarebbe da irresponsabili. Bisogna fare presto e bene e nel contempo garantire un tetto alle 11 famiglie con l’ordinanza di sgombero in tasca.
La criticità di fondo di tutti i 200 alloggi popolari di contrada S. Marco consiste nella incapacità del comune di garantirne una efficace e tempestiva gestione diretta. Il comune, infatti, non possiede nè i fondi nè le competenze tecniche necessarie per intervenire. Superata l’attuale emergenza, la soluzione da perseguire potrebbe essere quella di cedere gli edifici all’Istituto Autonomo Case Popolari, che di mestiere svolge quello di gestire questa tipologia di edifici.
Dino Paternostro
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