mercoledì, dicembre 07, 2022

I L REPORTAGE. Palermo-Catania 4 ore di “via crucis” Voragini sull’asfalto e 52 cantieri aperti


Lo slalom. Quattro momenti del viaggio sulla Palermo–Catania. Sono 52 cantieri aperti, i restringimenti, le deviazioni e i cambi di corsia su entrambe le carreggiate dell’A19. L’assessore alle Infrastutture promette: “Entro tre mesi i tempi di percorrenza saranno ridotti del venti per cento”. Abbiamo percorso i 200 chilometri di autostrada a bordo di un camion un disagio ogni 7,6 chilometri. Ma il governo rilancia il Ponte sullo stretto

di Francesco Patanè

I camionisti siciliani l’hanno ribattezzata «la strada provinciale A19». I duecento chilometri che collegano Palermo a Catania e attraversano la Sicilia da est ad ovest non «hanno dignità di autostrada e nemmeno di statale. Certo, non siamo al livello di quando ha ceduto il viadotto Himera, ma poco ci manca » racconta Simone Burgio, figlio e nipote di camionisti, mentre guida un Iveco da 480 cavalli come fosse una bicicletta. 
Almeno due volte a settimana parte da Catania con 400 quintali di merce dalla sede principale della Lct, una delle più grandi aziende di trasporti della Sicilia, diretto al deposito di Carini. «Prendiamo in carico ogni tipo di merce, lavoriamo molto con la grande distribuzione — sottolinea Anna Cacciaguerra, presidente del Cda di Lct — Abbiamo clienti in tutta Italia e mezzi che raggiungono i principali porti italiani per sfruttare il grande bonus dell’intermodalità e delle autostrade delmare » . Poi però arrivati in Sicilia il vantaggio di una logistica impeccabile svanisce lungo i duecento chilometri di cantieri, deviazioni, cambi di carreggiata, buche come voragini, guardrail arrugginiti e danneggiati dell’autostrada Palermo- Catania. 
Cinquantadue cantieri aperti 


Duecento chilometri con 32 cantieri aperti viaggiando verso il capoluogo etneo e altrettanti per tornare a Palermo con 20 tratti limitati da lavori in corso. In media un disagio ogni 7,6 chilometri. L’autostrada A19, gestita da Anas, è degna erede della Salerno- Reggio Calabria degli anni Novanta. «Speriamo che anche per lei finisca allo stesso modo — si augura Simone Burgio — Oggi arrivare a Salerno è un piacere». E mentre lo dice manovra il bestione lungo 16 metri e largo due nell’uscita obbligatoria di Resuttano, un budello chepare un tornante di montagna, utilizzato per spostare tutto il traffico su una delle carreggiate del viadotto e consentire gli interventi sull’altra. « Da sei mesi siamo costretti a queste manovre e quando piove non è uno scherzo » dice Simone. L’immagine è quella di tir in fila, pesanti 50 tonnellate in manovra su una strada di montagna sotto l’acqua battente e l’aderenza al minimo. 
Il Cannatello compie 21 anni 
L’incubo comincia nel luglio del 2001, quando Simone Burgio era alle scuole medie. Da allora il viadotto Cannatello viene percorso ad una corsia per limitare il peso sui piloni corrosi dalla mancata manutenzione e da materiali scadenti. Ma soprattutto per evitare che i bordi della carreggiata si sbriciolino lasciando a vista i tondini di ferro. Ventuno anni dopo quei 4,1 chilometri in direzione Catania sono ancora lì con i new jersey in plastica ai lati, scoloriti dal sole. In mezzo buche e giunture danneggiate mettono a dura prova pneumatici e ammortizzatori. 
La deviazione che non c’è 
Potrà sembrare un dettaglio, visto l’incubo che comincia poco più avanti, ma il cantiere fantasma all’altezza delle gallerie di Termini Imerese verso Catania è il perfetto manifesto dell’A19. Una segnalazione di lavori in corso che non ci sono più da mesi, ma i cartelli sono rimasti, in un tratto non proprio semplice per chi guida. «Un pericolo gratuito, molti automobilisti frenano all’improvviso pensando ad un restringimento». Che non c’è. 
Sicurezza, questa sconosciuta 
Asfalto drenante? Siamo in Sicilia. New jersey al posto dei guard- rail tagliola? Arriveranno.Piazzole di sosta ai lati delle carreggiate? Ce ne sono un paio per senso di marcia ( su 200 km). Queste le risposte che negli anni i camionisti si sono sentiti rispondere da Anas. « Qualche giorno fa un collega ha avuto un problema con il rimorchio e ha dovuto fermarsi in corsia di emergenza per evitare di perdere il carico — racconta Simone — Risultato? Ha bloccato la circolazione perché le corsie sono troppo strette e non ci sono piazzole di sosta. Al nord ne trovi una ogni cinque chilometri». 
Le promesse della Regione 
«Entro tre mesi i tempi di percorrenza sulla Palermo- Catania saranno ridotti del 20 per cento » . Questa è l’ultima promessa della Regione, mentre il governo nazionale torna a sventolare il vessillo demagogico del Ponte sullo stretto. A farla è stato il neo assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, che il 25 novembre ha incontrato i vertici di Anas Sicilia per fare il punto sulla situazione delle autostrade e delle strade. Tradotto in tempo per un mezzo pesante si passerebbe da 4 ore a 3 ore e 10 minuti per 200 chilometri. Ben lontani dalle 2 ore e 15 minuti dell’A4 Milano-Venezia. 
A Termini la salvezza, anzi no 
Dopo duecento chilometri, di cui almeno una quarantina su corsia unica, tre cambi di carreggiata, un’uscita obbligatoria e venti cantieri, avvistare la ciminiera della centrale Enel di Termini Imerese « è come essere soli davanti al portiere » scherza Simone. I 450 quintali di panettoni, riso e cibo per cani stanno per arrivare a destinazione. Al cartello di Villabate in cabina si sente un «Ce l’abbiamo fatta!» . No, viale Regione Siciliana è paralizzata. 

La Repubblica Palermo, 7/12/2022

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