domenica, maggio 28, 2023

Vincenzo Ruffino, primo classificato al premio “Navarro”: “Ti immagini, un corleonese che riceve il primo premio in letteratura: io che tutti gli anni venivo rimandato a Settembre dal prof. Streva, per gli errori di ortografia?”

di VINCENZO RUFFINO

Vincenzo Ruffino

Caro Dino, 
prima di tutto ti ringrazio per aver accolto piacevolmente la bella notizia dell’assegnazione al mio ultimo romanzo “Le ciàvole delle Due Rocche”, Venerdì 26 Maggio, del Primo Premio nella sezione Narrativa del Concorso Internazionale di Letteratura “Navarro” nella bellissima cornice di Sambuca di Sicilia, concorso promosso dal Lions Club. 

Devo dirti che è stata una bella sorpresa per me: avevo ricevuto una settimana fa la chiamata del Presidente del Concorso, Prof. Enzo Randazzo. Una sorpresa perché davo per scontato che si sarebbe trattato del solito riconoscimento di consolazione. Invece la sorpresa si è palesata improvvisamente quando hanno fatto il mio nome associandolo al Primo Premio. Ti immagini, un corleonese che riceve il primo premio in letteratura: io che tutti gli anni venivo rimandato a Settembre dal prof. Streva, per gli errori di ortografia? Mi ricordo che tutte le sere il professore saliva alla Piazza Soprana per andare a salutare sua mamma che abitava in Via Lombardia e mio padre l’aspettava vicino alla fontana, confabulavano e immancabilmente mio padre ritornava da me imponendomi di sfogliare il vocabolario, un vecchio dizionario di Niccolò Tommaseo dei primi del ‘900 che era appartenuto a mia madre.

Gli errori di ortografia mi hanno accompagnato sempre, d’altronde la pronuncia marcata appresa nella strada non perdonava (e continua a non perdonare, ma ora c’è Word).

Il prof. Randazzo, sua moglie Francesca, la Giuria composta da professoresse di lettere: mi hanno lasciato a bocca aperta sia durante il convegno la mattina su Vincenzo ed Emanuele Navarro che nel pomeriggio, durante la fase di premiazione, tanto che quando il prof. Randazzo mi ha invitato a dire alcune parole al microfono, io non ho potuto fare a meno, emozionatissimo, di dire che “loro con la Letteratura hanno confidenza, le danno del “tu” tutti i giorni, al contrario di me, di cultura scientifica, che annaspo.”

Sono oltremodo contento, perché è stata premiata anche la nostra giovane amica Sonia Saporito. Due generazioni tenaci che hanno un fine comune, quello di far conoscere una Corleone “normale”, al contrario della becera immagine universalmente nota e i beceri pregiudizi, i risolini di scherno, che ci hanno accompagnato da sempre perché corleonesi.

Nei miei libri, anche se partendo da lontano, intendo mostrare quanto Corleone sia una cittadina normale con i suoi pregi e i suoi difetti; quanto sia stata gloriosa e quanto ritornerà ad esserla grazie alla bella gioventù che sta crescendo. Il mio primo libro “Corleone quando i sogni nascevano in Piazza Soprana” ha proprio lo scopo di mostrare la nostra Corleone degli anni 50 e 60, quanto era ricca di personaggi particolari, unici, spesso ilari; quando facevamo la corte passando e ripassando sotto la finestra della spasimata e quanto dovessimo ricorrere al Manuale di Come fare una Dichiarazione d’Amore, perché non sapevamo esprimerci.

Per scoprire la vera Corleone, la sua ricchezza, per farlo scoprire al mio protagonista, nel mio secondo libro, “Le ciàvole delle Due Rocche”, quello premiato giorni fa a Sambuca, io uso gli occhi innocenti di una fanciulla. Senza pregiudizi, libera da ogni condizionamento, lo porta per mano mostrandogli quanto i suoi occhi non avevano mai saputo né voluto vedere. Gli fa scoprire il tesoro che lui a lungo ha cercato in giro per il mondo.

Il romanzo, “Le ciavole delle Due Rocche”, è l’esaltazione dell’amore per la città natia, che, anche se sopita, rimane nel cuore del protagonista, nonostante questi passi un’intera vita a girare il mondo, volando trascinato dal vento per mari e oceani, per continenti e deserti, alla scoperta di bellezze esotiche, di mondi incantati.

“Le ciàvole delle Due Rocche”: perché questo titolo? Le ciàvole allegoricamente rappresentano una comunità unita, litigiosa quanto si vuole, rumorosa, gracchiante, ma unita, legata al proprio territorio. Le Due Rocche sono la valle, il giardino, dove io sono cresciuto assieme ai miei fratelli e … alle ciavole, nell’incanto dello scroscio dell’acqua delle cascate e il canto in amore delle rane.

Termino con alcune citazioni di Paolo Coelho prese dal suo libro L’Alchimista:

1) L’uomo parte per avere la possibilità di ritornare (ovviamente uomo equivale a donna, senza distinzione di sesso).

2) L’uomo (e la donna) deve seguire i suoi sogni, non c’è amore per la propria terra, per il proprio paese natio, di una donna (o uomo) che possano fermarlo. Se non lo fa è destinato a diventare l’ombra di se stesso (se stessa), una nullità pesante per sé e per chi gli (le) sta vicino.

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