mercoledì, maggio 10, 2023

Corleone, il consiglio comunale unanime: «Il signor Riina qui non è persona gradita»


L’iniziativa è stata promossa dal primo cittadino: «È un personaggio pericoloso» Accompagnato dalla madre, ha chiesto di tornare a vivere nella casa di famiglia

di Umberto Lucentini

Palermo - Alla fine Corleone - o meglio, il Consiglio comunale di Corleone - dà il foglio di via a Giuseppe Salvatore Riina detto «Salvuccio». Per il figlio di Totò, il «capo dei capi» di Cosa Nostra, l’uomo che con il compaesano Bernardo Provenzano ha seminato terrore e morte, arriva la condanna politica. È la richiesta di andare via dal paese natale dove vive la madre, Ninetta Bagarella, e dove Salvo è tornato a risiedere da pochi giorni dopo aver scontato la condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione.

L’iniziativa promossa dal sindaco Nicolò Nicolosi ha avuto l’ok in Consiglio comunale. Dopo il dibattito iniziato alle 17, è stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno che si conclude così: «Il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale ritengono inopportuna e non gradita la presenza a Corleone di Giuseppe Salvatore Riina detto Salvuccio, personaggio pericoloso e mai distaccatosi da «cosa nostra», e auspicano che le autorità che ne hanno i poteri, lo obblighino a lasciare la città e a vivere lontano da essa».

Riina junior, tornato in paese il 4 aprile dopo aver espiato la condanna ed essere stato affidato ai servizi sociali e all’Associazione famiglie contro la droga, ha ultimato gli studi e si è laureato. Poi, ha fatto richiesta, accompagnato dalla madre, di tornare a vivere nella casa di famiglia - in via Scorsone diventata nel frattempo via Cesare Terranova - dove ha ottenuto la residenza. «Considerato che è risultato in possesso dei requisiti richiesti, riscontrati sia dal personale del comune che dal Corpo di Polizia Municipale, delegato a compiere gli accertamenti dovuti», Riina ha pure ottenuto «la carta d’identità valida per l’espatrio, in precedenza già rilasciata dal Comune di Padova» si legge nell’ordine del giorno approvato. Una presenza ingombrante da cui il sindaco e la sua maggioranza hanno deciso di prendere le distanze: «Con l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, vogliamo nuovamente lanciare un messaggio forte e chiaro» ha detto Nicolosi in aula. «Corleone vuole smarcarsi definitivamente da un passato di mafia e malaffare, anche a allontanando concittadini sgraditi, come “Salvuccio” Riina, che non ha mai preso le distanze dalle azioni spregevoli del padre Totò».

L’atto approvato in Consiglio ricorda come «per fortuna c'è tanta gente che si adopera ogni giorno per il riscatto di Corleone, con il prezioso contributo delle forze dell'ordine, della scuola e della gran parte dei cittadini onesti. Il rispetto delle regole, le buone pratiche amministrative, gli spazi di libertà conquistati, sono ormai patrimonio della comunità corleonese, che non vogliamo possano essere compressi da presenze indesiderate. Ed è per questo che, sicuri di interpretare il desiderio di gran parte della cittadinanza, chiediamo il suo celere allontanamento da Corleone».

«Più che il ritorno di Riina a Corleone a preoccuparci è la recrudescenza del fenomeno mafioso e la sua capacità di riorganizzarsi» commenta il coordinamento di Libera Palermo. «I numerosi e recenti arresti, dalle Madonie al Catanese, ci parlano di una mafia ancora viva e operativa in Sicilia, in grado di esercitare il proprio potere e di intraprendere affari». «È un momento importante per la nostra città, di grande rispetto dei valori che ci contraddistinguono» commenta il presidente del Consiglio comunale, Pio Siragusa. «Sappiamo che il cittadino Riina jr è per legge un uomo libero, ma non sappiamo se ha ripudiato la mafia e i crimini ad essa connessi» aggiunge, dalla maggioranza, Chiara Filippello. «Sono fermamente convinto che oggi noi dobbiamo dare l’esempio» conclude il consigliere di opposizione Maurizio Pascucci.

GdS, 10/5/2023

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