lunedì, maggio 29, 2023

Di Matteo: "Gravissime le manganellate della polizia il 23 maggio a Palermo, mortificata la passione civile"

 Piero Grasso e Nino Di Matteo

di Francesco Patanè

Il procuratore antimafia interviene sulle tensioni per il corteo bloccato dalla polizia nell'anniversario della strage di Capaci. Grazzo: "Falcone deve unire"


"Quanto è accaduto il 23 maggio a Palermo è un episodio gravissimo che si inquadra in un clima più generale di vera e propria restaurazione e normalizzazione che, anche in riferimento alla questione mafiosa, si respira in Sicilia e nell'intero Paese". Ha atteso qualche giorno il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo per intervenire sulla vicenda del corteo della Cgil e del coordinamento degli studenti bloccato dalla questura con le maniere forti prima di arrivare all'albero Falcone in via Notarbartolo.

II 23 maggio a Palermo, gli scontri tra manifestanti e le forze dell'ordine: ecco i primi video degli studenti. 

"Si stava celebrando il ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e dei valorosi uomini della scorta e quanto accaduto è di una gravità inaudita: con i divieti, gli sbarramenti e le manganellate sono stati mortificati la passione civile, il sogno di verità e giustizia dei tanti giovani, dei tanti studenti, dei tanti semplici cittadini che volevano soltanto onorare la memoria di Giovanni Falcone".

Gli scontri del 23 maggio saranno una macchia difficilmente cancellabile per le istituzioni che hanno deciso di mettere a tacere il dissenso. Mai ad un corteo era stato impedito di sfilare per ricordare le vittime della strage di Capaci. Anche durante il governo gialloverde con Matteo Salvini ministro dell'Interno, le istituzioni vennero fischiate da sotto l'albero Falcone, ma nessuno bloccò i manifestanti. Un dissenso che l'ex presidente del Senato Piero Grasso ricorda bene. Tutti gli anni prende la parola per pronunciare i nomi delle vittime e anche questo 23 maggio era sul palco qualche minuto prima delle 17.58.

"Durante la commemorazione davanti l'albero di Falcone sono successi fatti che mi hanno turbato, a nessuno si può impedire di arrivare in un luogo che è di tutti; purtroppo gli studenti sono stati bloccati dalla polizia" ha dichiarato l'ex procuratore nazionale antimafia, ospite domenica a "Mezz'ora in più" di Lucia Annunziata. "Falcone non può dividere, deve unire, e lì deve andare chiunque anche se vuole manifestare dissenso verso autorità o movimenti politici".

Questa mattina in video collegamento con il teatro Regina Margherita di Caltanissetta, Di Matteo ha partecipato alla giornata della legalità organizzata dall'ufficio scolastico regionale e dal comune nisseno. "Sono certo che quei giovani mortificati, feriti, disillusi nella loro sete di verità e giustizia - ha aggiunto Di Matteo - supereranno la delusione e il disorientamento e non cederanno alla tentazione della rassegnazione e del disimpegno. I giovani possono gettare le basi per un futuro in cui liberarsi dalla mafia e dalla mentalità mafiosa, dalla mentalità della prepotenza e dell'arroganza".

Le immagini delle violenze del 23 maggio con gli studenti malmenati dagli agenti continuano ad indignare. Sul banco degli imputati c'è la decisione della questura su indicazione della prefettura di Palermo di non far arrivare il corteo per evitare contestazioni, soprattutto al sindaco Roberto Lagalla, eletto con l'appoggio di Totò Cuffaro e Marcello Dell'Utri condannati per reati mafiosi.

"Alla passione civile - dice Grasso - non si può contrapporre uno Stato che reagisce con gli sbarramenti e le manganellate. Noi dobbiamo sempre sperare come istituzioni che a chi voglia manifestare in maniera non violenta, come sicuramente manifestavano quei giovani, sia sempre garantito il diritto di farlo, al di là delle commemorazioni ufficiali e istituzionali. La lotta alla mafia deve essere svolta in parte dal popolo, dai cittadini e non si può considerare una prerogativa esclusiva delle istituzioni".

La repubblica, 29/5/2023

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