sabato, maggio 27, 2023

Mario Ridulfo, segretario Cgil Palermo, risponde a Maria Falcone: “Se Ciancimino fosse stato sindaco di Palermo avrebbe avuto diritto, lo scorso 23 maggio a stare su quel palco”?

Mario Rifulfo (a sx) con uno studente del movimento che ha partecipato al corteo 23 maggio 

Mario Ridulfo*

Le istituzioni sono di tutte e di tutti, ma queste non sono il tutto assoluto, quando diventano dei vuoti contenitori di retorica celebrativa. Secondo il ragionamento di Maria Falcone, se Ciancimino  fosse stato sindaco di Palermo avrebbe avuto diritto, lo scorso 23 maggio a stare su quel palco. 

Per me quel diritto, non lo dà il voto, nè il diritto costituzionale, ma la coerenza e la trasparenza dei comportamenti, anche nel rapporto con gli amici più intimi e/o addirittura coi familiari. 

La lotta alla mafia è impegno quotidiano e disciplina dei comportamenti o altrimenti non è!

Bisogna studiare certo, ma la lunga stagione di lotta alla mafia,  cara professoressa, non è nata il 23 maggio del "92, ma affonda le radici in un tempo più lontano, in quella stagione dei fasci siciliani (di cui ricorre quest'anno il 130 anniversario), che rappresenta il primo movimento sociale e popolare in lotta contro la mafia e gli amici dei mafiosi. La prima forma, cioè di associazionismo antimafia, fatta senza fondi e senza retorica. 

Al tempo dei Fasci siciliani, le istituzioni dunque sbagliando, spesso stavano coi mafiosi e i padroni sfruttatori della povera gente.

Le istituzioni, non sono per principio democratiche, spesso prima dei mafiosi stessi, facevano sparare sui contadini (la prima strage del 1893 a Caltavuturo e poi Marineo, Giardinello, etcc). 

Spesso le istituzioni, condannavano gli sfruttati piuttosto che gli sfruttatori. 

Il potere delle istituzioni che ordinavano di sparare sulla povera gente è lungo e terribile e va da Bava Beccaris a Crispi, da Mussolini a Tambroni. 

Nelle fabbriche e nei cantieri, gli operai ci dicono sempre e in Siciliano: "U rispettu è misuratu, cu lu porta l’havi purtato". 

Il rispetto per le istituzioni non si misura nemmeno in ragione dei fondi che queste elargiscono, che seppur giuste e necessarie per finanziare progetti di legalità, non possono condizionare giudizi e comportamenti. 

* Segretario generale Cgil Palermo

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